Pensioni, Rizzetto punta alla nona salvaguardia per gli esodati
Presentata in Commissione Lavoro alla Camera una interrogazione parlamentare per un ampliamento della salvaguardia pensionistica.
"La cosiddetta ottava salvaguardia, in materia di deroghe ai requisiti previdenziali introdotti dalla nota legge Fornero, non ha garantito una soluzione definitiva alla questione esodati" si legge nel testo dell'interrogazione. Secondo l'Onorevole in quota Fratelli d'Italia vanno ancora salvaguardati dagli effetti della Legge Fornero circa 6000 esodati che non hanno potuto trovare ristoro nelle otto salvaguardie, tra cui, tra l'altro, gli esodati postali (quasi per la totalità donne), della cui categoria non vi è ancora una quantificazione certa, sebbene vi siano tutti gli strumenti per individuarla attraverso i dati in possesso dell'Inps, in base alla data di dimissione per accordo con Poste italiane spa, entro il 2011".
Al riguardo, infatti, in data antecedente il 15 luglio 2011, gli esodati in questione hanno sottoscritto con Poste italiane spa accordi di incentivo all'esodo, facendo affidamento alla normativa vigente alla data degli accordi che prevedeva il raggiungimento del diritto previdenziale al compimento dei 60 anni. In un'altra risoluzione parlamentare (7-00021) Rizzetto incalza, inoltre, l'esecutivo Conte ad approntare una definitiva sanatoria del problema di tutti gli esodati, postali inclusi, indipendentemente dalle loro categoria, azienda di provenienza e data di maturazione del trattamento.
In merito all'ottava salvaguardia si noti, peraltro, che l'Inps ha sostanzialmente chiuso lo scorso novembre la graduatoria degli aventi diritto con poco più di 14 mila domande accolte a fronte degli oltre 30mila posti a disposizione. Dunque ci sarebbero spazi e margini sufficienti per garantire una nona salvaguardia entro la fine dell'anno per tutelare gli ultimi soggetti rimasti fuori per paletti e cavilli dagli attuali provvedimenti. L'ipotesi è quella di estendere il regime temporale entro cui maturare il diritto alla decorrenza della pensione, secondo le vecchie regole di pensionamento, di due o tre anni dal 6 gennaio 2018/2019 al 6 gennaio 2021 o 2022. Il nuovo esecutivo non ha però inserito nel programma di governo nuovi provvedimenti in materia di salvaguardia. Servirà quindi una presa di posizione ufficiale.