Pensioni Spettacolo, Alla Camera una risoluzione per contestare i criteri di calcolo
È l'iniziativa annunciata ieri dal presidente della commissione cultura della Camera Federico Mollicone, a margine dell'audizione del ministro del lavoro Marina Calderone.
Una risoluzione urgente sulla questione delle pensioni dei lavoratori dello spettacolo, che sono in «estrema difficoltà» sulla base di una recente sentenza della Cassazione, che dà ragione all'Inps dopo che l'Istituto aveva visto respinti i suoi ricorsi in 22 tribunali italiani. Lo ha annunciato ieri il Presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone, gettando luce sulle modalità di calcolo della cd. quota b di pensione, cioè sulle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 1995 o al 31 dicembre 2011 (a seconda della presenza o meno di almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995).
La vicenda riguarda la sentenza della Cassazione n.38018 del 29/12/2022 che, come accennato, diede ragione all'Inps dopo che 22 tribunali diversi avevano dato torto all'Istituto. A spiegarlo lo stesso Mollicone, che alla fine di febbraio aveva diffuso una nota congiunta con il presidente della commissione lavoro della Camera Walter Rizzetto: «Centinaia di lavoratori dello spettacolo, dopo aver percepito la pensione, hanno fatto ricorso in quanto c'era un errore nella liquidazione riguardante la Quota B. Si trattava di un errore di interpretazione della normativa che ne disciplina la liquidazione e quindi ad un conseguente errore di applicazione della stessa, dal quale deriva la liquidazione della quota B, ovvero i contributi dal 1.1.93 al 31.12.2011, in un importo minore rispetto a quello che sarebbe stato liquidato senza l'errore stesso. Con ognuno di questi ricorsi il pensionato ha chiesto riconoscersi l'errore, e quindi ha chiesto che il suo trattamento pensionistico fosse liquidato in modo corretto e quindi di un importo maggiore». I due avevano anche richiesto al ministro una interpretazione autentica.