Pensioni, Damiano: Ecco la nostra proposta sulla Flessibilità
Il presidente della Commissione Lavoro della Camera ha illustrato oggi alla Camera il successo della proposta di legge sui pensionamenti flessibili. Raccolte oltre 50mila firme in un mese.
“Ora – dicono Giovanni Battafarano, segretario generale di Lavoro&Welfare e Vittorio Longhi, direttore di Progressi – scriveremo al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al presidente del Senato Pietro Grasso e alla presidente della Camera Laura Boldrini per chiedere loro un incontro e per la consegna delle firme”. “Abbiamo raggiunto le 50 mila firme – ha detto Damiano – non era scontato e quindi ringrazio tutti i comitati”. Parlando poi della proposta del governo, la cosiddetta “Ape”, Damiano ha sottolineato che si può arrivare a quattro anni di anticipo (62 anni e 7 mesi contro i 63 anni e 7 mesi proposti dal Governo) e “il primo punto a cui guardare sono i disoccupati di lungo periodo”. "A cui non devono essere applicate penalizzazioni nell'accesso alla pensione". Il presidente della Commissione Lavoro della Camera ha quindi ricordato di far parte di una “minoranza combattiva” all’interno del Pd. “Siamo assolutamente convinti – ha sottolineato la capogruppo Pd in commissione Lavoro, Gnecchi – che i 41 anni di contributi siano un bagaglio sufficiente per andare in pensione. Non diamo ancora un giudizio sull’Ape perché non abbiamo visto nemmeno un pezzo di carta, ma siamo contenti che siano ripresi gli incontri con i sindacati.
Damiano ha anche ribadito come l’iniziativa parlamentare abbia prodotto risultati importanti in questi anni: "se non ci fossimo stati noi non ci sarebbero state le sette salvaguardie degli esodati: grazie a noi 100mila persone hanno la pensione in tasca, a cui si aggiungono 25mila che la avranno e che hanno ricevuto la lettera”. Ora ne mancano altri 25-30mila per i quali il Presidente della Commissione Lavorro e l’onorevole Marialuisa Gnecchi hanno già depositato la proposta di legge per l’ottava salvaguardia. "Questa battaglia, iniziata tre anni fa, all’indomani dell’approvazione della riforma Fornero, non può essere dimenticata".