Riforma Pensioni, 7° salvaguardia e opzione donna nella legge di stabilità
Secondo il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, la finanziaria offrirà anche la soluzione alla vicenda dell'opzione donna
Kamsin Una nuova salvaguardia per circa 25-26 mila lavoratori e la soluzione dell'opzione donna. Sono queste le promesse che domani dovrebbero ricevere il disco verde di Palazzo Chigi e finire all'interno della legge di Stabilità. Il primo intervento, secondo le indicazioni che filtrano da Palazzo Chigi, dovrebbe essere ritagliato sulla proposta trasmessa dalla Commissione Lavoro della Camera il 1° ottobre e riguardare all'incirca 26mila lavoratori. Si tratta dei profili già contemplati nella sesta salvaguardia dell'anno scorso (di cui vengono protratti i termini di decorrenza dal 6 gennaio 2016 al 6 gennaio 2017) cui s'aggiungerebbero i mobilitati che maturano un diritto a pensione entro i 36 mesi dalla fine dell'indennità di mobilità, i mobilitati di aziende fallite e del settore edilizia.
E' in arrivo invece un argine a quanti rivendicavano la salvaguardia avendo svolto entro il 2011 qualche periodo di assistenza a parenti disabili usufruendo dei permessi e/o dei congedi previsti dalle normative di settore (come la legge 104/1992). Per questa categoria l'esecutivo punta ad inserire il vincolo della necessaria esistenza in vita del soggetto assistito o della particolare gravità delle condizioni dell'assistito, o comunque una durata minima del congedo. Per limitare gli aventi diritto dato che con le scorse salvaguardie il numero degli aventi diritto era stato sempre sottostimato causando molti disagi ancora non risolti. Dovrebbero saltare, secondo quanto si apprende, le misure previste dalla Commissione Lavoro per i quota 96 della scuola e per il settore pubblico nonchè per i macchinisti ferroviari. Troppo esose per il Governo e affrontabili con l'apertura del capitolo sulla flessibilità in uscita ad inizio anno.
Appare più vicina anche la soluzione dell'opzione donna. Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha indicato ieri che la legge di stabilità confermerà fino a fine anno il regime sperimentale, cioè la possibilità del ritiro anticipato per le lavoratrici che maturino il requisito entro dicembre (la platea potenziale è di 30mila). Domani si vedrà se davvero sarà così. Sull'opzione donne, del resto, in questi mesi sono state fatte tante promesse seguite da altrettante delusioni. L'ultima questa estate quando sembrava raggiunto un accordo politico in Commissione Lavoro con il placet di Via Veneto e dell'Inps poi bloccato bruscamente dal Mef e dalla Ragioneria dello Stato. Si spera che questa volta le cose vadano in modo diverso.
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Zedde