Riforma Pensioni, Damiano: bisogna garantire maggiore flessibilità in uscita
A prescindere dall'esito del referendum il Governo dovrà provvedere a breve ad una correzione del sistema previdenziale reintroducendo, nei fatti, la pensione di anzianità.
Kamsin “Domani sapremo quale sarà il pronunciamento della Corte Costituzionale a proposito del referendum promosso dalla Lega sulla abolizione della legge Fornero sulle pensioni. A prescindere dal suo esito, si pone comunque un serio problema di correzione del sistema previdenziale. E' quanto ricorda in una nota il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano.
“La riforma del 2011 – sottolinea – ha avuto due effetti controproducenti sul piano sociale: il primo, e’ quello di aver creato una situazione esplosiva, a partire dal problema degli esodati, a causa dell’assenza di gradualita’ nell’innalzamento dell’eta’ pensionistica. Il secondo e’ che andare in pensione di vecchiaia oltre i 67 anni e’ causa di un sostanziale blocco delle assunzioni: non e’ difficile immaginare che se i genitori rimangono inchiodati nel posto di lavoro fino a tarda eta’, i loro figli e nipoti troveranno con maggiore difficolta’ una occupazione”.
“Per questo ho presentato, assieme al Pd, due proposte al Governo per introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico. La prima e’ quella della “quota 100″ e prevede la possibilità di accedere alla pensione di con 40 anni di contributi e 60 anni di età, la seconda e’ la possibilita’ di andare in pensione a partire dai 62 anni con 35 di contributi con una penalizzazione massima dell’8%. Resta inteso che con l'intervento si devono risolvere le vicende dei lavoratori esodati, dei macchinisti delle Ferrovie, i quota 96 della scuola e il problema delle ricongiunzioni onerose" ha concluso Damiano.
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