Riforma Pensioni, Ecco le 15 Professioni che ottengono l'Ape sociale dai 63 anni
La Commissione Bilancio della Camera ha approvato l'emendamento che amplia da 11 a 15 le mansioni cd. gravose destinatarie degli anticipi pensionistici e della dispensa dal prossimo adeguamento alla speranza di vita.
Esteso l'Ape social
A seguito del restyling operato dal passaggio della manovra in Parlamento due diventano gli ordini di benefici per i cd. lavori gravosi. Le 15 categorie (si veda tabella sottostante) potranno godere dell'Ape social, l'indennita' di accompagnamento alla pensione con un tetto di 1.500 euro lordi al mese, a condizione di possedere 63 anni di età, 36 anni di contributi e aver svolto le mansioni gravose per almeno sei anni negli ultimi sette oppure, a seguito di un correttivo inserito dal Governo, per almeno sette anni negli ultimi dieci prima del pensionamento. Tali categorie potranno, in alternativa, conseguire la pensione anticipata con 41 anni di contributi se hanno lavorato almeno 12 mesi prima del 19° anno di età sempre a condizione che le attività gravose risultino svolte per almeno sei anni negli ultimi sette prima del pensionamento oppure, per almeno sette anni negli ultimi dieci anni prima del pensionamento. Qui il testo dell'emendamento approvato ieri dalla Camera.
La dispensa dall'adeguamento
In secondo luogo le predette categorie potranno continuare a godere dell'accesso alla pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi (unitamente a 20 anni di contributi, di regola) e alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne) sino al 31.12.2020. In sostanza le 15 categorie professionali saranno esentate dal prossimo adeguamento di cinque mesi dell'età pensionabile calendarizzato dal 1° gennaio 2019 con uno sconto che si trascinerà poi in avanti nel tempo considerando gli ulteriori adeguamenti che scatteranno dal 2021 in poi. Si rammenta che il beneficio della dispensa non coinvolge il requisito contributivo ridotto di 41 anni previsto per i cd. lavoratori precoci.
La novella è stata calibrata, inoltre, in misura tale da non poter essere cumulata con l'Ape social. Per ottenere la dispensa dall'adeguamento occorrerà, infatti, soddisfare requisiti leggermente meno stringenti rispetto a quelli previsti per l'ape sociale: cioè un minimo di sette anni di attività gravosa negli ultimi dieci prima del pensionamento ed un minimo di 30 anni di contributi. Ed il lavoratore non dovrà beneficiare dell'ape sociale al momento del pensionamento. In definitiva solo coloro che non ottengono l'ape sociale avranno diritto alla dispensa dall'adeguamento potendo così anticipare l'uscita di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi; i percettori dell'ape social, invece, percepiranno l'indennità sino all'età di vecchiaia di 67 anni e non potranno, quindi, anticipare la trasformazione dell'ape sociale in pensione all'età di 66 anni e 7 mesi.
Le altre modifiche approvate
L'emendamento approvato dalla Commissione Bilancio prevede, inoltre, l'incremento da 6 mesi a 1 anno (con il limite massimo di due anni) dello sconto sui requisiti contributivi per l'Ape sociale previsti per le lavoratrici donne con figlio nonchè la creazione del Fondo per l'Ape sociale che acquisirà i risparmi derivanti dal sottoutilizzo delle risorse stanziate con il fine di prorogare la misura sino al 2019. Per farlo servirà comunque un ulteriore provvedimento legislativo. Il fondo avrà dotazione di 17,4 milioni di euro per il 2019, 12,1 milioni per il 2020, 14,4 milioni per il 2021, 6,6 milioni per il 2022, 7,9 milioni per il 2023 e 5 milioni a decorrere dal 2024.
Infine la Commissione Bilancio è riuscita a far passare una modifica aggiuntiva che estende gli anticipi pensionistici (Ape social e beneficio per i lavoratori precoci) anche ai parenti e affini di secondo grado conviventi che assistono un disabile (attualmente il beneficio è previsto solo per il coniuge ed i parenti di primo grado).