Riforma Pensioni, Governo verso il sì alla flessibilità in uscita
Si punta ad uscite flessibili a partire da 63 anni e 7 mesi di età unitamente a 35 di contributi. Possibile anche un accordo per agevolare le donne.
Il taglio dell'assegno dovrebbe essere intorno al 3-4% per ogni anno di anticipo (quindi toccherebbe un teorico 12% in corrispondenza della massima flessibilità) e colpirebbe le anzianità maturate con il sistema retributivo. Si sta lavorando affinchè la misura sia strutturale cioè attivabile da tutti i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria (quindi anche gli uomini) al contrario di quanto anticipato in un primo momento.
Una qualche misura aggiuntiva è data per certa anche per le donne: potrebbe esserci un accordo per una proroga dell'opzione donna, regime in scadenza al 31 dicembre 2015. E sugli esodati che potrebbero conseguire un settimo provvedimento di salvaguardia i cui dettagli sono ancora allo studio del Governo. E che potrebbe essere diverso dal testo licenziato ieri dalla Commissione Lavoro della Camera che ha concluso l'esame degli emendamenti presentati dalle forze politiche. Palazzo Chigi punterebbe infatti ad una misura definitiva per chiudere una partita aperta ormai da 4 anni e che ha visto l'approvazione di sei distinti provvedimenti di salvaguardia. In particolare il Governo vorrebbe introdurre uno scivolo attivabile non solo da coloro che hanno perso il lavoro entro il 2011 ma anche successivamente a tale data e che hanno esaurito l'assistenza degli ammortizzatori sociali. Con autorizzazioni di spesa annualmente prefissate dal Governo ma senza altri particolari vincoli.