Riforma Pensioni, Il Governo Apre a modifiche su APE sociale e precoci
In attesa di entrare nel merito della "fase due" i sindacati hanno ottenuto l'apertura del Governo e dell'Inps a modificare alcune criticità che impediscono l'accesso agli anticipi pensionistici per edili e contratti a termine.
Nel corso degli incontri che si sono tenuti ieri sia con l'Inps che con il Ministero del Lavoro la parte sindacale ha proposto una soluzione per ricostruire i periodi lavorativi per gli operatori dell'edilizia che spesso hanno lavori frammentari difficilmente ricostruibili negli ultimi sei anni. La proposta dei sindacati e' quella di utilizzare la Cassa Edile come ente sostitutivo per le dichiarazioni, una soluzione, su cui, riferiscono ancora Cgil-Cisl-Uil, l'Istituto e' d'accordo e per il quale potrebbe bastare un accordo tra Inps e Cassa edile. Per questi soggetti, inoltre, sarebbe necessario estendere la data del 15 Luglio 2017 per la presentazione della documentazione necessaria. I sindacati hanno inoltre esposto la necessità di ampliare ulteriormente il periodo temporale per la ricerca dei sei anni di attività continuativa per gli edili sempre a causa della forte discontinuità lavorativa del settore e di una riduzione del requisito contributivo da 36 a 30 o almeno a 35 anni. Interventi però che appaiono piuttosto lontani.
La questione dei contratti a termine
Un altro nodo riguarda i lavoratori licenziati e da tre mesi senza Naspi che abbiano sospeso il beneficio per contratti a termine superiore ai sei mesi con stipendio sotto gli 8.000 annui. Per come è scritto il decreto, hanno ricordato i sindacati, questi disoccupati sarebbero penalizzati rispetto a chi non ha accettato nessun lavoro ed esclusi dall'accesso alla pensione anticipata. Ciò in quanto tali soggetti, per una lacuna a livello legislativo, avrebbero perduto lo stato di disoccupazione. Un problema che può essere superato in via amministrativa tramite un intervento di modifica dei due DPCM su APE sociale e Precoci che è stato proposto al Ministero del Lavoro. Altro punto che potrebbe essere oggetto di una modifica riguarda i lavoratori che, ancorchè licenziati, non hanno maturato i requisiti per il conseguimento della Naspi (cioè le 13 settimane contributive nell'ultimo quadriennio e almeno 30 giorni di lavoro effettivo nell'ultimo anno di lavoro). Per tali soggetti, ricordano i sindacati, sarebbe necessario un intervento di natura legislativa alla luce anche di quanto indicato dal Consiglio di Stato ad Aprile.
Difficile invece estendere l'APe sociale e il pensionamento con 41 anni di contributi per i lavoratori cessati a seguito della scadenza naturale di un contratto a termine. Nel corso del confronto gli esponenti del Governo hanno indicato che la norma mira proprio ad impedire comportamenti opportunistici cioè che si incentivi il ricorso a contratti a termine al solo scopo di accedere all'APe sociale o alla pensione anticipata con 41 anni di contributi. Stessa ragione impedirebbe la concessione dei benefici ai collaboratori a progetti che hanno avuto accesso alla Dis-Coll. Dunque per ora su questo fronte tutto resta fermo.
Infine la parte sindacale ha ribadito la necessità di ampliare le risorse messe a disposizione dal governo per l'Anticipo pensionistico, considerate la quantità di richieste che potrebbero risultare escluse per esaurimento dei finanziamenti. Un problema che deve essere considerato per tempo senza lasciare nell'incertezza decine di migliaia di lavoratori in condizione di difficoltà. Il prossimo 13 luglio in occasione dell'attivo unitario nazionale, la posizione dei sindacati sarà ulteriormente ribadita.