Pensioni, Il Governo punta ad ampliare l'ape sociale
La riforma attesa entro la fine dell'anno. L'ipotesi che si fa strada è rendere strutturale l'ape sociale a favore di chi ha svolto i mestieri più duri.
Il Governo punta a rendere strutturale l'ape sociale e ad inserire ulteriori attività, come forma per anticipare la pensione dopo la fine di Quota 100, il prossimo 31 dicembre. E' quanto si legge su Repubblica, che spiega che l'obiettivo è consentire a piú lavoratori di anticipare la pensione - tramite l'indennità ponte chiamata Ape sociale, al massimo 1.500 euro lordi al mese - a 63 anni con 36 di contributi, a patto di aver svolto quella mansione per sei anni negli ultimi sette o sette anni negli ultimi dieci. Allo studio anche l'ipotesi di includere nello scivolo i lavoratori cd. fragili con 63 anni e 30 anni di contributi. Proprio in tal senso a fine anno dovrebbero concludersi i lavori delle due Commissioni paritetiche sui lavori gravosi e sull'andamento della spesa previdenziale. Obiettivo del lavoro: costituire la base per una diversificazione dell'età pensionabile in funzione della gravosità delle mansioni proseguendo l'attività già avviata con la legge n. 232/2016.
Compito dell'Inps ora è di fare sintesi delle tabelle e calcolare l'impatto sui conti delle varie ipotesi. L'asticella - quante nuove categorie includere e quanto spendere - sarà poi decisa dai ministri Andrea Orlando (Lavoro) e Daniele Franco, (Economia). Sembra quindi tramontare l'ipotesi di una proroga della quota 100 oltre il 2021 con nuovi requisiti anagrafici e contributivi e con l'abbinamento di un sistema di calcolo parzialmente contributivo.
Su quota 100 interviene anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini. "Sulle pensioni, come sul green pass, la Cgil non ha avuto punti di contatto con le posizioni del leader della Lega, Matteo Salvini, anche perché su quota 100 la posizione del sindacato è stata sempre differente. "Cgil, Cisl e Uil - ha ricordato il segretario generale Maurizio Landini - hanno chiesto di mettere mano alla riforma delle pensioni che va oltre quota 100, che non ha riformato la legge Fornero". Intervenendo a Omnibus il numero della Cgil ha detto che "la vogliamo riformare complessivamente. Quota 100 non ha affrontato il tema dei lavori gravosi, della pensione di garanzia per i giovani, il problema della differenza di genere e del costo pagato delle donne. Oggi non c'è solo il problema del cosiddetto scalone, non a caso stiamo chiedendo unitariamente, da tre anni, di poter aver un sistema che a 62 anni si possa scegliere in modo flessibile di andare in pensione o con 41 anni di contributi. Stiamo dicendo che il tema centrale è individuare i lavori gravosi - ha concluso - quota 100 era un sistema rigido".