Riforma Pensioni, Inizia il confronto nel merito su APE, Precoci ed Usuranti
Dopo l'apertura del Governo alla flessibilità in uscita restano molti dubbi su come sarà realizzato l'intervento. L'ipotesi del prestito pensionistico con il coinvolgimento delle banche non convince del tutto.
I Contenuti. Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha confermato che si sta lavorando al prestito pensionistico pagato dalle banche, l'unica opzione compatibile con le finanze pubbliche. L'Anticipo pensionistico, visti i costi delle altre proposte in campo (da quella di Cesare Damiano, 4 anni di sconto con un taglio del 2% annuo, e quella di Tito Boeri, 3 anni di anticipo con una decurtazione del 3% annuo; 8,5 miliardi solo nel 2017 la prima 3 miliardi la seconda), è quello infatti più sostenibile per le casse dello stato e che potrà più facilmente passare il vaglio di Bruxelles.
Tramite questo strumento ai lavoratori verrà erogato dalle banche (in modo tale da non gravare sull'Inps e sul deficit) un assegno provvisorio, che consentirà a chi lavora di andare in quiescenza sino a tre anni prima del termine previsto per maturare la pensione di vecchiaia da restituire tramite apposite rate una volta agguantata la pensione. Molti tasselli del puzzle devono, comunque, ancora essere composti. Oltre alla rata di restituzione, che sarà legata al reddito e alla condizione del lavoratore, se l'APE avrà il disco verde, bisognerà comprendere come determinare l'ammontare della pensione e dell'assegno anticipato, la contabilizzazione degli interessi, come sarà gestito il rischio morte prematura del pensionato. Temi delicatissimi che possono segnare il successo o il fallimento del progetto.
L'esecutivo sta studiando, oltre a questo intervento, la ricezione graduale di altre proposte provenienti dal fronte sindacale. Tre almeno i temi in agenda: un intervento sui lavori usuranti, sul lavoro precoce, ed in favore di chi ha avuto carriere discontinue. Probabile una revisione del meccanismo di perequazione delle pensioni, interventi sulle pensioni minime (anche se solo dal 2018) ed un rilancio della previdenza complementare. Sullo sfondo si attendono le decisioni anche su una ulteriore proroga del regime sperimentale donna (oltre il 2015), sulla ottava salvaguardia e sulla questione degli invalidi e di chi assiste familiari con disabilità (i cd. caregiver).
Il numero dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, ha affermato che da parte del Governo c'è stata una "disponibilità" ad approfondire le problematiche sollevate dal sindacato. "Vedremo - ha aggiunto - come questa disponibilità si tradurrà in fattori concreti. E' stato un tavolo interlocutorio, ora si andrà avanti con confronti di merito dove sarà valutato anche l'impatto economico degli interventi". Pedretti ha inoltre ribadito che "vogliamo entrare nella materia viva delle questioni e non proseguire in una melina di tavolo. Certo, il fatto che ci sia un confronto è già di per sé un fatto, ma ora vogliamo entrare nel merito che deciderà la linea di posizione di ciascuno".
Giudizio sospeso anche per il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli: "Non mi azzarderei a dare un giudizio adesso - ha detto - non siamo ancora entrati nel merito". Positivo, infine, il commento sull’incontro del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “Un'altra utile tappa nel percorso di confronto con i sindacati su temi che interessano un'ampia platea di cittadini''. Sui capitoli toccati, aggiunge Poletti, "sarà ora indispensabile un approfondimento in sede tecnica per definire l'entità delle risorse necessarie a realizzare gli interventi potenzialmente più onerosi, che dovranno comunque essere valutati in sede di elaborazione della legge di bilancio in modo da verificarne la compatibilità con l'equilibrio complessivo della finanza pubblica''.