Riforma Pensioni, verso un taglio del 3% per ogni anno di anticipo
Il Governo punta a concedere un anticipo sino a quattro anni sull'età pensionabile con una decurtazione crescente sull'assegno previdenziale.
In ogni caso la strada che intende imboccare l'esecutivo è quella di un taglio piu' consistente del 2% l'anno previsto dal ddl Damiano, intorno al 3% per ogni anno di anticipo rispetto all'età pensionabile. Resta il problema di assegni che potrebbero rivelarsi troppo contenuti. «Questo sistema può essere accompagnato dal principio del prestito pensionistico al quale ha fatto riferimento più volte il ministro Giuliano Poletti, che può essere anche alternativo alla penalizzazione», afferma Baretta.
All'interno del pacchetto pensioni anche un intervento di sostegno al reddito per i lavoratori con almeno 55 anni che hanno esaurito il binomio Naspi-Asdi e che abbiano un Isee particolarmente basso, legato ai carichi di famiglia ed un piano di contrasto alla povertà. Il dossier del Governo sulle pensioni sembra dunque viaggiare spedito anche se l'ultima parola spetterà a Settembre al premier, Matteo Renzi, e sarà messo nero su bianco entro il 15 Ottobre con la presentazione ufficiale del ddl di stabilità al Parlamento.
Tra le novità in arrivo dovrebbe esserci anche la possibilità di cumulare gratuitamente tutti i contributi versati nelle diverse gestioni previdenziali dell'Inps al fine di guadagnare una pensione superando di fatto tanto la ricongiunzione che la totalizzazione dei contributi. Perplessità invece emergono con riferimento all'ipotesi di introdurre un contributo di solidarieta' sugli assegni superiori a 3.500 euro netti al mese per finanziare gli interventi in favore degli ultra 55enni. GamsinIl capitolo previdenza della prossima "stabilità" indicherà anche la dote per coprire nel 2016 e negli anni successivi la perequazione delle pensioni legata al bonus Poletti in pagamento dall'inizio del mese per effetto della pronuncia della Consulta. Il costo dell'intervento è di circa 400-500 milioni l'anno. In totale il costo degli interventi sulle pensioni dovrebbe aggirarsi intorno ai 1,7 miliardi di euro piu' un altro miliardo e mezzo per il contrasto alla povertà.
Tra gli altri punti fermi della prossima legge di stabilità c'è l'abolizione della Tasi sulle abitazioni principali, revisione dell'Imu agricola e sugli impianti fissi, sblocco dei contratti del pubblico impiego, e la proroga della decontribuzione sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato sia pure con un format diverso da quello valido fino a fine anno. Nelle intenzioni del Governo dovrebbe rientrare anche la revisione delle tax expenditures, vale a dire le deduzioni, detrazioni ed esenzioni che riducono il carico fiscale per cittadini e imprese ma che hanno come effetto indiretto l'aumento della spesa pubblica.
Tornado alle pensioni l'esecutivo dovrà stabilire se riaprire subito anche il capitolo sulla rivalutazione degli assegni: il meccanismo attualmente in essere, è destinato, infatti, ad andare in soffitta il prossimo 31 dicembre 2016. Dal 1° gennaio 2017 si dovrà pertanto decidere se confermare il ritorno alla disciplina ante Fornero (che prevedeva un meccanismo di rivalutazione piu' generoso, soprattutto per gli assegni superiori a 4 volte il minimo) oppure se introdurre una norma nuova.