Dl enti locali, i Comuni assorbiranno i dipendenti della polizia provinciale
Il decreto enti locali prova a smuovere l’attuazione della riforma delle Province, bloccata dal fatto che la mobilità delle funzioni e dei dipendenti finora è rimasta sulla carta.
Nello specifico il decreto permetterà di accogliere i dipendenti in arrivo dalle Province anche ai Comuni che hanno sforato il patto di stabilità o hanno impiegato in media più di 90 giorni per pagare i fornitori nel 2014 e quindi sono soggetti al divieto di assunzioni, e permette i rinnovi dei contratti a termine anche nelle tante Province che l’anno scorso non hanno rispettato gli obiettivi di finanza pubblica. Si tratta sostanzialmente di un incremento della platea dei Comuni che potranno assorbire i dipendenti soprannumerari di funzioni non fondamentali per i quali la legge di stabilità, com'è noto, prevede per l'appunto la ricollocazione prioritaria presso le Regioni e gli enti locali e i loro enti strumentali e, in via subordinata, presso le sedi territoriali delle amministrazioni centrali.
Di grande importanza poi il trasferimento dei lavoratori della polizia provinciale ai Comuni, anche in deroga ai vincoli di spesa del personale e delle assunzioni. Sostanzialmente si prevede che i Comuni che hanno bisogno di nuovi operatori della sicurezza assorbino, prima dell'indizione di nuovi concorsi, il bacino della Polizia provinciale. Il passaggio ai Comuni della Polizia provinciale dovrebbe interessare circa 1.800 persone.
Sempre per favorire l'assorbimento del personale si prevede il recupero, per finanziare nuove assunzioni, dei risparmi derivanti dalle cessazioni non sostituite dell'ultimo triennio, nonchè la possibilità per i dipendenti degli enti di area vasta, se in comando o in distacco presso un'altra
Pa allo scorso 31 dicembre, di essere trasferiti alle dipendenze delle amministrazioni che li utilizzano (a condizione che sussista il loro consenso ed entro i tetti di spesa per le nuove assunzioni). Nel provvedimento dovrebbe esserci anche una misura ponte per i dipendenti dei centri per l’impiego, circa 8mila persone. Secondo la legge di stabilità costoro dovrebbero finire all’agenzia nazionale per il Lavoro prevista dal Jobs Act, ma il provvedimento sugli enti locali prevederebbe una soluzione-ponte per far transitare questo personale dalle Regioni.