Pensioni, i magistrati ottengono la proroga del trattenimento in servizio a 75 anni
Nel decreto legge "Giustizia per la Crescita" è contenuta la proroga sino al 31 dicembre 2016 del trattenimento in servizio.
Quel provvedimento ha previsto infatti l'abolizione del trattenimento in servizio per la generalità dei dipendenti pubblici tra cui anche i magistrati, i quali tuttavia erano riusciti ad ottenere uno spostamento dell'entrata in vigore della misura: il 1° gennaio 2016, per gli altri dipendenti pubblici la tagliola è scattata il 1° novembre 2014. All'epoca tutta la magistratura era insorta denunciando il fatto che con l'anticipazione dell'età pensionabile i vertici dei distretti giudiziari sarebbero stati decapitati. E così mentre professori e dipendenti pubblici una volta compiutà l'età pensionabile non possono piu' restare in servizio per esigenze di ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni, i magistrati, che già ha il limite ordinamentale piu' elevato rispetto ai primi (70 anni contro i 65 anni dei comuni dipendenti) hanno potuto continuare a lavorare sino a 75 anni ricorrendo ai trattenimenti in servizio.
Ora la proroga di un anno. Una misura che salverà circa 400 magistrati al vertice degli uffici giudiziari che potranno continuare a restare in servizio anche nel 2016. A rimanere sul posto di lavoro saranno, tra gli altri, soprattutto i magistrati de gli uffici giudiziari di Milano, come Edmondo Bruti Liberati, il presidente del Tribunale Livia Pomodoro, il presidente della Corte di Appello Giovanni Canzio e il pg Manlio Minale. Le pressioni, anche del vice presidente del Csm, Legnini, appena eletto hanno avuto effetto. La proroga però è prevista solo per la giustizia ordinaria e non per i magistrati amministrativi e contabili (Tar, Consiglio di Stato e Corte dei Conti).