Pensioni, il Consiglio di Stato blocca il prepensionamento dei giudici over 70
Il Consiglio di Stato rischia di far saltare l'uscita di circa 500 tra capi degli uffici giudiziari e loro vice che hanno raggiunto i 70 anni di età.
La questione arriva dal 2014 quando il Governo Renzi, con il decreto legge 90/2014 di riforma della Pa, ha abrogato il trattenimento in servizio biennale per tutti i dipendenti pubblici che avessero maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia. La misura, in vigore dall'autunno del 2014, ha travolto anche la possibilità per i magistrati di "trattenersi" in servizio per un ulteriore periodo di 5 anni dopo il compimento dell'età massima ordinamentale, fissata per questo comparto a 70 anni. La Riforma ha previsto però un periodo transitorio sino al 31 dicembre di quest'anno, di recente parzialmente prorogato con il decreto legge sulla giustizia (articolo 18, Dl 83/2015) sino al 2016, per consentire la sostituzione graduale dei vertici degli uffici giudiziari, tutti ultra 70enni ed evitando così sconquassi al sistema giudiziario.
Con una mossa in extremis, tre magistrati della sezione tributaria della Corte di Cassazione - Mario Cicala, Antonio Merone e Antonino Di Blasi - destinati ad andare in pensione il primo di gennaio per effetto delle citate norme, hanno presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato. Il quale, come prevede la legge, ha girato la domanda al Consiglio di Stato per il relativo parere. Che, a sua volta, ha sospeso il provvedimento in attesa che il ministero della Giustizia e il Csm forniscano la documentazione necessaria per valutarne «l’incidenza sulla funzionalità dell’Ufficio ricoperto» da Cicala, «tenendo conto sia del tempo necessario per la nuova copertura dell’incarico in questione sia del prevedibile disagio organizzativo e funzionale» che, di qui alla definizione del giudizio di merito, potrebbe derivare dall’esecuzione del provvedimento stesso.
Sei pagine che, anche se per ora riguardano soltanto la sospensione «cautelare» del provvedimento di collocamento a riposo anticipato, rischiano di creare un certo imbarazzo soprattutto presso il Csm alle prese con centinaia di nomine per rimpiazzare i magistrati prepensionati, alcuni già prorogati fino a fine del 2016, altri ancora fino a dicembre 2015.