Polizia Provinciale, Più spazio alla Riallocazione Regionale
Nell'ambito dei lavori sulla Legge di stabilità 2016 la Camera dei Deputati ha approvato un emendamento relativo al personale di Polizia Provinciale.
La misura recepisce quanto già convenuto lo scorso 5 novembre, con l'accordo in Conferenza Unificata Stato-Regioni- Autonomie locali, con il quale si era stabilito la possibilità di porre fuori dal limite di spesa del 50/70% della dotazione organica il personale riallocato nelle Citta metropolitane e nelle Province per l’esercizio delle funzioni di vigilanza collegate alle funzioni non fondamentali oggetto di riordino da parte della Regione.
Tramite questa misura le Regioni potranno così avvalersi, anche tramite convenzioni, di personale di polizia provinciale per l'espletamento di attività di vigilanza sulle materie oggetto di riordino e già riassorbite (per la parte amministrativa) nelle competenze regionali, come caccia, pesca o polizia idraulica. Con un beneficio anche per gli Enti di Area Vasta dato che la loro dotazione organica, ridotta ai sensi della legge 190/2014, sarà rideterminata in aumento in misura corrispondente al personale ricollocato dalla Regione.
La misura arriva dopo l'approvazione del decreto legge 78/2015 che aveva già parzialmente temperato la dispersione delle competenze della polizia provinciale non trattenute dagli Enti di Area Vasta nell'ambito dei ruoli delle polizie municipali consentendo alle Regioni di riallocare o di trasferire nei ruoli regionali il personale eccedentario. Finanziandolo con risorse proprie.
Restano tuttavia le critiche da parte dell'Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP) che stigmatizza come ben 744 agenti provinciali siano stati inseriti nel portale governativo della mobilità e quindi sono destinati comunque a transitare nei Comuni. "In questo modo si disperde quasi un terzo del bagaglio professionale e del totale di personale di polizia provinciale, specializzato nel presidio del territorio rurale ed extra-urbano, nella tutela dell'ambiente e dei beni naturali, e nel contrasto al bracconaggio" ricordano dall'Aipp.
L'Associazione ritiene peraltro assurdo come - a causa dei diversi criteri applicati in tutta Italia- alcuni enti di area vasta abbiano mantenuto integri i propri Corpi (per la vigilanza collegata alle funzioni fondamentali, come tutela dell'ambiente e viabilità), mentre altri stiano forzando gran parte degli operatori a cambiare profilo professionale o a ricollocarsi in un settore completamente differente come la polizia municipale.