Riforma Pa, transizione di tre anni per i segretari comunali
Un emendamento contenuto nel disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione prevede però una fase transitoria di 3 anni.
Kamsin L'esame del ddl delega di riforma della pubblica amministrazione riprenderà domani l'iter in Aula a Palazzo Madama. Dopo sette mesi di lavoro, la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato la scorsa settimana il testo che, rispetto alle origini, è stato profondamente modificato. Anche se si tratta solo della prima lettura, il governo, ha manifestato la volontà di chiudere tutto entro la pausa estiva.
Tra le novità che hanno ricevuto il disco verde dalla Commissione Affari Costituzionali c'è anche il tema riguardante i segretari comunali con la conferma della loro abolizione ma solo al termine di un periodo transitorio. È questa la mediazione raggiunta in Commissione Affari costituzionali, una sorta di "soluzione ponte" come ha spiegato il relatore, Giorgio Pagliari: «in sede di prima applicazione, per tre anni, le funzioni in questione verranno affidate ai dirigenti del ruolo unico provenienti dall'albo dei segretari comunali». In pratica l'abolizione dei segretari comunali e provinciali scatterà di fatto solo fra tre anni anche se formalmente i 3.669 dirigenti in questione confluiranno subito nel nuovo ruolo unico degli enti locali.
Per ora, quindi, i segretari, il cui Albo viene cancellato, continueranno a svolgere le loro funzioni per le amministrazioni di appartenenza: attuazione dell'indirizzo politico, coordinamento dell'attività amministrativa e controllo di legalità dell'azione amministrativa, compresa l'attività di rogito per la quale sono stati cancellati i vecchi compensi.
«Sui segretari comunali c'è stata un'ampia discussione e il relatore» ha presentato «la riformulazione» di una proposta la quale «scinde tra la figura del segretario comunale, che viene abolita confluendo nel ruolo unico della dirigenza, e le sue funzioni di legalità amministrativa, che invece vengono mantenute» ha spiegato ieri il ministro della Semplificazione e della Pa, Marianna Madia. Secondo il M5S l'abolizione della figura è invece "inopportuna" in quanto il compito del segretario comunale è di presidio della legalità nonchè garanzia dell'autonomia dell'amministrazione nei confronti dell'autorità politica.
Tra le altre novità nel testo si prevede che i Comuni Capoluogo di Provincia e i Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, in assenza di specifiche professionalità interne all'Ente, potranno reclutare il dirigente apicale anche al di fuori del ruolo unico, "purché in possesso di adeguati requisiti culturali e professionali". Per contenere la spesa pubblica si prevede, inoltre, per i comuni di minori dimensioni demografiche, l'obbligo di gestire la funzione di direzione apicale in via associata.
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Zedde