Rai: il Garante, sciopero illegittimo . Ma sindacati confermano
- Roma, 3 giu. - I sindacati hanno scritto alla Commissione di Garanzia per l'Attuazione della Legge sullo Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali confermando lo sciopero di tutti i dipendenti del gruppo Rai, per l'intera durata di ciascun turno di lavoro, su tutto il territorio nazionale, per mercoledi' 11 giugno. Lo riferisce in una nota la Slc Cgil, precisando che a sostegno della conferma, i sindacati indicano che "non risulta alle predette organizzazioni che la sigla Usn abbia una consistenza rappresentativa tale da integrare, nella successione degli scioperi dei giorni 11 e 19 giugno, la violazione di cui all'art.2, comma 2 della l.n.146/1990".
Nessuna marcia indietro dunque, in particolare da Cgil e Uil, sulla mobilitazione Rai contro il Dl 66 dell'aprile scorso, con accuse a Renzi di aver preso una "cantonata" e di essere in questa circostanza "un pessimo amministratore", oltre al fatto che il governo "chiede il pizzo, la tangente all'azienda con quei 150 milioni in meno da darle". Ma e' la Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali a fermarli: lo sciopero dei dipendenti Rai non si fara' l'11 giugno, perche' e' illegittimo, "non conforme alla legge". In particolare - dice la motivazione - non rispetta la regola - "ben nota alle organizzazioni sindacali", e' scritto nel comunicato diffuso dall'Authority - dell'intervallo dei 10 giorni tra due scioperi che insistono sullo stesso settore". Infatti era gia' prevista l'azione di sciopero del sindacato Usb per il 19 giugno e in precedenza comunicata al Garante.
Quindi diffida dallo scioperare l'11.Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi, dopo il parere espresso dall''Autorita' di garanzia per gli scioperi, avvisano oggi i giornalisti e i dipendenti Rai: in caso di sciopero l'11 giugno, sara' inevitabile una denuncia nei loro confronti per interruzione di pubblico servizio. La decisione del Garante e' arrivata mentre si spegnevano i riflettori sulla conferenza stampa tenuta nel teatro delle Vittorie dai leader di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti, e dal segretario della Fistel Cisl, Vito Vitale (era assente il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni) e da cui era emersa la volonta' sindacale di non recedere dalle proteste contro il taglio governativo dei 150 milioni dalle competenze a favore dell'azienda derivanti dal canone e contro la vendita di quote, sia pur minoritarie, di Rai Way, strategico asset perche' riguarda le torri di trasmissione. E anzi i toni sindacali erano stati durissimi contro Renzi e il suo operato. "Noi insistiamo, uno sciopero si fa o meno - ha detto Susanna Camusso - se cambiano le condizioni. Al momento non credo che queste condizioni previste dal decreto siano cambiate". Camusso ha anche definito "grave" che il premier Renzi abbia parlato dello sciopero dei dipendenti Rai come di uno "sciopero umiliante". Il segretario generale della Cgil si e' chiesta "cosa umilia? I lavoratori manifestano con lo sciopero il loro dissenso". Camusso ha detto anche che "il governo in questo caso e' la controparte".
E ancora: "Sulla Rai c'e' chi ha mangiato molto e c'e' chi invece ha fatto tanti sacrifici, e penso in particolare ai precari. Le ragioni dello sciopero sono tutte ragioni sindacali e noi ci aspettiamo che la controparte dovrebbe rispondere su questi aspetti specifici". Non da meno Luigi Angeletti: "Questa volta il nostro emerito presidente del Consiglio ha preso una cantonata...". Per il segretario generale della Uil il presidente del Consiglio "avrebbe dovuto affrontare i problemi Rai come un vero capo di governo. C'e' una questione governance e quindi, per esempio, dirci come i partiti, compreso quello di cui lui e' il segretario, non devono metterci bocca sulle questioni Rai". Angeletti ha aggiunto "non e' che siccome ha preso voti, tutti devono stare zitti e non si deve dire se fa una cavolata...". Per Angeletti, il premier "si sta comportando come un pessimo amministratore d'azienda, il peggiore che ho avuto modo di conoscere". E i 150 milioni in meno alla Rai dalle competenze del canone sono "un pizzo chiesto all'azienda, il governo chiede una tangente con quei 150 milioni", la frase forte detta da Angeletti, per il quale quei 150 milioni in meno riducono la capacita' produttiva dell'azienda Rai. Si' al dibattito, nessun "diniego allo sciopero ed assunzione di responsabilita'", la posizione della Fistel Cisl, come ha spiegato il segretario generale della federazione, Vito Vitale. E mentre con una nota il segretario dell'Ugl, Giovanni Centrella, fa sapere "vogliamo si apra una discussione seria con il governo e con l'azienda sul futuro della Rai", domani pomeriggio e' in programma in commissione di vigilanza Rai l'audizione dell'intero Cda di viale Mazzini, a cominciare dalla presidente Anna Maria Tarantola. E il presidente della commissione, Roberto Fico, intanto dice "i soldi del canone si trovano all'Agenzia delle entrate che, con decreto di governo non versera' piu' 150 milioni alla Rai. Questo per far capire che i cittadini che pagano il canone non risparmiano un euro", ribadendo anche che "il governo, con la scusa della revisione della spesa pubblica, vuole far cassa subito con la cessione delle quote di Rai Way". Infine l'Adrai, l'associazione dei dirigenti Rai: "nessuna paura dei tagli e dei cambiamenti, faremo la nostra parte, ma senza concedere nulla a disegni privi di progettualita' o a narrazioni deformate, sprezzanti, diffamatorie e grottesche". .