Renzi, Italia piu' forte delle paure, ora le riforme
- Roma, 26 mag. - L'Italia "e' piu' forte delle paure che l'attraversano" e chiede riforme. Matteo Renzi interpreta cosi' il plebiscito che esce dalle urne alle elezioni europee e che si consolida alle amministrative. Uno sprone a spingere il pedale dell'acceleratore, a bruciare i tempi per cambiare il Paese, non a portarlo al voto, che pure resta una minaccia sempre pronta per chi cercasse di ostacolare il percorso del governo, ma a riformarlo finalmente. "La rottamazione puo' iniziare" ha annunciato il premier in conferenza stampa. E dunque il presidente del Consiglio ripete piu' volte che, messe da parte le paure e puntando sulla speranza, ora "e' il momento di rimettersi immediatamente al lavoro". Un primo esempio e' la decisione di mandare un aereo di Stato per riportare a Roma i bimbi adottati da coppie italiane ma da mesi bloccati in Congo. Adesso le riforme sono "un dovere non un optional". "Sappiamo che questo voto e' per l'Italia che vuole cambiare, non possiamo permettere a nessuno di cancellare dal vocabolario della politica la parola speranza". Leggendo i dati che continuano ad arrivare e che consegnano un "risultato storico" per il Pd al governo, per il premier non ci sono dubbi: "L'Italia c'e', e' determinata e decisa. Questo risultato spinge tutti noi ad avere consapevolezza del nostro compito. Avvertiamo lo straordinario compito cui i cittadini ci hanno chiamato: togliere gli alibi, non c'e' piu' spazio per rinviare le riforme". Il Paese deve "alzare le ambizioni ma per farlo deve cambiare. Il messaggio di stanotte, che per l'ampiezza del risultato in molti ricorderemo a lungo, ci dice che il cambiamento che abbiamo promesso deve arrivare in tempi ancora piu' veloci di quelli che abbiamo immaginato". All'indomani del voto per Renzi e' chiaro che "Ci sono tutte le condizioni perche' il Parlamento faccia le riforme", senza perdere ulteriormente tempo, quindi gia' entro l'estate. E gli alleati confermano questa impostazione. Magari qualche leggera modifica all'Italicum ci sara', ma la regola del ballottaggio, con Grillo in calo, mantiene la sua utilita'. E il premier ribadisce anche il suo "appello" al dialogo al Movimento cinque stelle: "Se uomini e donne dei Cinque stelle volessero portare" al tavolo delle riforme "in cui noi siamo convintamente insieme a Forza Italia" delle riflessioni "sarebbero ascoltati", assicura. Un ponte anche a quei grillini che da tempo si trovano in sofferenza nelle griglie del Movimento e che in molti vedono pronti a sostenere il governo con un nuovo gruppo parlamentare. Un allargamento della maggioranza che potrebbe non limitarsi ai dissidenti del M5s ma tentare anche aree della sinistra e del centro. E un'immediata ricaduta ci sara' anche nella vita interna del Pd. Gia' giovedi' si riunira' la direzione del partito per sancire l'allargamento della maggioranza e una nuova alleanza con la minoranza che da settimane e' in posizione dialogante. Ma il presidente del Consiglio, unico leader di governo di un grande paese a guadagnare punti in Europa, non dimentica il risvolto comunitario: "Questo e' il momento dell'Italia, e' il momento dell'Italia che deve guidare il semestre europeo, spendere meglio i fondi europei e che deve cambiare le istituzioni europee partendo dall'assunto che dobbiamo prima cambiare noi stessi". Gia' domani Renzi sara' a Bruxelles per il vertice informale Ue e potra' far pesare il suo ruolo nel puzzle di nomine e di politiche della legislatura europea che comincia ora. .