Sfida Renzi-Camusso, il premier La gente e' con me
Mercoledì, 01 Ottobre 2014
AGI) - Roma, 30 set. - Guarda fuori del Palazzo e si dice convinto che "la gente e' con noi e non con i sindacati". Guarda dentro il Palazzo e assicura che "non c'e alcun timore di franchi tiratori al Senato, anche perche' ieri c'e' stata una discussione seria, lunga, al termine della quale il partito si e' espresso chiaramente". Matteo Renzi affida alle risposte ai cronisti al suo arrivo al Pd per la segreteria del partito e a un'intervista al Washington Post le sue valutazioni all'indomani della direzione che ha segnato la sua vittoria sulla minoranza sul fronte della riforma del lavoro. "Ora si tratta di definire il documento nelle varie fattispecie", riconosce il presidente del Consiglio ribadendo che "noi possiamo e dobbiamo cambiare". "Dopo anni di stagnazione, io penso che sia il momento che l'Italia realizzi le cose che stiamo aspettando da anni", aggiunge il premier. Anche oggi Renzi ribadisce che "il mercato del lavoro e' fermo da anni a causa di una legislazione vecchia. Se sei giovane, e' impossibile capire perche' si tratta di un sistema focalizzato sul passato. Nell'era digitale non si puo' continuare con i vecchi schemi". E dunque "il sistema futuro in Italia richiedera' una forte riduzione delle leggi. In secondo luogo e' importante permettere a un imprenditore di scegliere un lavoratore e, se necessario, licenziarlo", torna a dire il segretario Pd. "Il governo - assicura - sosterra' il lavoratore licenziato con un programma di formazione e, al termine del programma, trovare un lavoro con una agenzia nazionale". FI resta sulle barricate. "In che direzione stiamo andando? Non e' ancora chiaro - lamenta Paolo Romani - se Renzi voglia fare passi avanti o indietro rispetto all'attuale normativa sui licenziamenti disciplinari: la legge Fornero dispone, infatti, in casi diversi dall'insussistenza del fatto, soltanto il risarcimento e non anche il reintegro. Fino a quando non avremo un testo chiaro su cui discutere la legge delega resta, a nostro avviso, confusa e imprecisa". "Sara' l'ennesimo imbroglio, l'ennesimo trucco, e non ce lo meritavamo", concorda Renato Brunetta.- Sulla legge delega che contiene la riforma del lavoro, l'aula del Senato potrebbe iniziare a votare da martedi' mentre il governo potrebbe presentare un emendamento che contenga l'ordine del giorno approvato dalla direzione Pd di ieri. Non cede le armi Stefano Fassina: "La minoranza del partito non e' divisa", assicura. "Ci sara' da parte dei senatori la volonta' di portare avanti gli emendamenti", ricorda. "I numeri in direzione - rileva ancora l'esponente della minoranza Pd - erano scontati e il risultato era scontato. I voti di chi ha detto no e gli astenuti faranno lo stesso percorso". Insomma, conclude, "il passaggio di ieri e' solo una tappa". Osserva da lontano la situazione Susanna Camusso, con la certezza che il premier, questa volta, si sbagli proprio su quello che e' il suo forte: il consenso nei sondaggi. Se e' cosi' sicuro di avere l'appoggio popolare, motteggia, lasciameglielo pure credere. Le cose sono in ben altro modo. Intanto resta confermata la data del 25 ottobre per lo sciopero. Poi, siccome il ping-pong delle battute deve finire con l'ultima parola affidata ad uno solo, torna a parlare il premier. "Loro in piazza, noi alla Leopolda. Che bello", esplode nel suo solito stile. Quanto a D'Alema, "ogni volta che parla io guadagno un punto nei sondaggi. Se non ci fosse dovrebbero inventarlo. E la approvazione della riforma del lavoro e' solo questione di pochi giorni. Io tiro dritto". .