Un calvario perchè oltre ad una serie di paletti praticamente infinita ed una procedura di verifica molto complessa ora si aggiunge il ritardo. L'uscita anticipata doveva essere riconosciuta dal 1° maggio 2017 ma i tanti ritardi accumulati sia dal Governo nell'adozione dei decreti attuativi sia da parte dell'Inps nella predisposizione delle procedure di verifica ha determinato uno slittamento praticamente di quasi nove mesi nell'erogazione della pensione. L'Istituto ha, infatti, dato priorità all'erogazione dell'Ape sociale (i primi pagamenti per gli apisti social sono stati avviati poco prima di natale) ma i precoci, che hanno pensioni più succulente in quanto commisurate su un più ampio maturato contributivo, hanno dovuto continuare ad attendere.
Diego ad esempio ci scrive ricordando la sua vicenda: "ho raggiunto i 41 anni di contributi il 15° marzo 2017, ho lavorato due anni in fabbrica prima del 19° anno di età, ed ho fatto lo scorso luglio domanda per il pensionamento anticipato ai sensi della Circolare Inps numero 99 perchè assisto mia moglie affetta da grave disabilità". Diego contava di ricevere la pensione in poco tempo comprensiva degli arretrati che gli sarebbero spettati dal 1° maggio 2017. "La mia era una situazione lavorativa molto semplice ed il mio profilo di tutela non chiedeva la produzione di molti documenti a differenza di altri colleghi". Dunque sperava che la domanda venisse accolta celermente. E invece dopo una lunga attesa solo a Novembre ha ricevuto dall'Inps la comunicazione di accoglimento dell'istanza (con tanto di indicazione dell'importo che gli sarebbe stato corrisposto). Ma della liquidazione della pensione ancora nessuna traccia. "Pensavo che si sbloccasse a Dicembre, poi a Gennaio ma ora non so più che pesci prendere". "Questo ritardo è inaccettabile - scrive Diego - perchè sono ormai sono più di due anni che sono senza reddito e non riesco a tirare a campare".
Diego è stato anche fortunato perchè almeno ha visto l'istanza accolta. E prima o poi riceverà la pensione. Molti invece non hanno rispettato i requisiti previsti dalla legge, soprattutto coloro che hanno prodotto domanda nel profilo di tutela dedicato ai disoccupati e alle mansioni gravose. Ed ancora hanno la domanda in giacenza in attesa di essere riesaminata o riprodotta nel 2018 a seguito delle novità introdotte con l'ultima legge di bilancio che ha alleggerito in diversi punti i criteri di concessione dei benefici.
Anche il comparto scuola soffre. Nonostante l'accoglimento dell'istanza di Ape Sociale/precoci i docenti non possono ancora lasciare il posto di lavoro in assenza di ulteriori indicazioni da parte del Miur. Per i docenti, infatti, la cessazione dal servizio avviene il 1° settembre di ogni anno, dunque spirata la finestra del 1° settembre 2017 occorre attendere un altro anno salvo il Ministero non disponga diversamente. Maura ad esempio ci scrive ricordando che l'Inps ha accolto l'istanza di Ape sociale ad Ottobre 2017 e nelle more dell'accoglimento è dovuta tornare in cattedra a settembre. "La cosa assurda è che non posso ritirarmi dal servizio sino al prossimo 1° settembre 2018 nonostante l'Inps mi abbia certificato che i requisiti li possedevo sino dal maggio dell'anno scorso". "Anzi neanche questa data è ancora certa perchè il Miur non mi ha consentito sinora di produrre domanda di cessazione al 1° settembre 2018 non avendo regolato nel decreto sulle cessazioni dello scorso novembre la nostra specifica situazione (ndr, degli apisti social e dei lavoratori precoci)". "Così ancora oggi io non so quando potrò realmente lasciare il servizio".