Gli interessati già dal mese scorso possono visionare la sussistenza o meno dei requisiti, tramite il cassetto online. Entrando all'interno dell'area personale del sito inps è possibile, infatti, controllare la presenza della dicitura "sì diritto se rientra tra gli ammessi", frase che indica il positivo accertamento dei requisiti di legge (es. accertamento di una disoccupazione a seguito di licenziamento o dimissioni per giusta causa, accertamento dell'invalidità pari o superiore al 74%, eccetera). Si tratta di una risposta interlocutoria, per quella definitiva occorre appunto attendere la conclusione della procedura di monitoraggio in base alle domande pervenute e alle risorse a disposizione.
Il Ministero del Lavoro ha calibrato l'intervento, infatti, su un totale di circa 60mila domande per il 2017 destinando per 300 milioni di euro per l'ape sociale e 370 milioni di euro per la pensione anticipata per i cd. lavoratori precoci. Mentre quelle pervenute entro lo scorso 15 luglio sono risultate superiori a 66mila. Ove le risorse siano insufficienti a garantire l'evasione di tutte le domande positivamente accertate l'Inps dovrà individuare una platea di esclusi (saranno penalizzati i più distanti dalla pensione e coloro che hanno presentato in ritardo la domanda di verifica delle condizioni) ai quali sarà comunicato il posticipo della decorrenza della prestazione (APe Social o pensionamento precoci) all'anno successivo. La questione è delicata e non a caso la legge di bilancio potrebbe intervenire stanziando ulteriori fondi per scongiurare tale rischio.
I nodi irrisolti
Nonostante i progressi restano ancora irrisolti i nodi che hanno accompagnato il debutto della misura. Molti lavoratori si trovano nell'impossibilità, infatti, di dimettersi dal posto di lavoro in attesa di conoscere l'esito della graduatoria dell'Inps e della decorrenza effettiva dell'ape sociale o della pensione anticipata con 41 anni di contributivo. Mauro ad esempio ci scrive ricordandoci la sua situazione, comune a molti lavoratori. E' un invalido civile al 74%, ha fatto domanda per l'agevolazione con 41 anni di contributi avendo lavorato almeno 12 mesi effettivi prima del 19° anno. I 41 anni di contributi sono stati raggiunti però da un pezzo, agli inizi del 2016, ma non conoscendo l'esito dell'istanza prodotta all'Inps non può lasciare il posto di lavoro. Così la pensione che doveva, secondo i piani iniziali, partire dal 1° maggio sta slittando sempre più e non darà luogo neanche agli arretrati in quanto nel periodo in questione sussisteva un rapporto lavorativo. "Praticamente l'agevolazione non mi serve a nulla perchè a fine anno avrei già raggiunto i requisiti di 42 anni e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata come un normale lavoratore". Un quadro di incertezza coinvolge anche i lavoratori del comparto scuola. Il Miur dovrà emanare specifiche disposizioni che consentano l'uscita dal servizio degli insegnanti risultati beneficiari dell'Ape sociale o della quota 41 ad anno scolastico iniziato per non vanificare le misure.
L'istanza Tardiva
Dato l'alto numero di domande pervenute entro il 15 luglio è a rischio anche la seconda fase per la presentazione delle domande di verifica che durerà fino al 30 novembre prossimo; richieste che saranno prese in considerazione solo se rimarranno risorse economiche da spendere al termine della procedura di monitoraggio appena citata. La loro istanza avrà una qualche chance di essere accolta nel 2017 solo ove tutti i lavoratori che hanno rispettato la scadenza del 15 luglio abbiano avuto comunicazione di accesso alla prestazione senza alcuno slittamento dovuto all'esaurimento prematuro dei fondi a disposizione.
In tal caso l’INPS provvederà ad effettuare nell’anno un ulteriore monitoraggio sulle domande presentate successivamente al 15 luglio 2017 e con riferimento alle quali siano riconosciute le condizioni di accesso al beneficio. L'esito del monitoraggio sarà comunicato entro il 31 dicembre 2017. Anche il predetto monitoraggio sarà svolto in base alla data di raggiungimento del requisito anagrafico per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia (o dei 41 anni di contributi per i precoci) e, a parità di requisito, alla data di presentazione della domanda di riconoscimento delle condizioni.