Tuttavia il lavoratore dovrà essere consapevole che la misura avrà un costo in termini di riduzione praticamente strutturale dell'assegno futuro. E colpirà l'intera quota dell'assegno riducendo anche la parte calcolata con il sistema contributivo. Per Boeri «dare flessibilità in uscita garantendo la sostenibilità è un fatto positivo. Ci impegneremo al massimo per garantire il successo dell'operazione, soprattutto nel far sì che laddove si scelga l'Ape sia una scelta consapevole perché si tratta di prendere a prestito delle somme e quindi di avere in futuro delle pensioni più basse. Parte della pensione dovrà essere usata per ripagare il debito, bisogna che le persone ne siano pienamente consapevoli».
La simulazione dei costi
I costi effettivi per lavoratori e pensionati saranno determinabili solo a seguito della pubblicazione delle convenzioni con il settore bancario ed assicurativo, verso il mese di Ottobre in cui verrà indicato il tasso annuo di interesse del prestito e il costo della copertura assicurativa. L'ipotesi è di fissare un TAN tra il 2,8 ed il 3% (molto basso rispetto ai tassi applicati dagli intermediari finanziari per le operazioni di prestito) ed un premio assicurativo pari al 32% del capitale assicurato più un 1,6% di commissione di accesso al fondo di garanzia. Indicativamente quindi il costo per il pensionato splafonerà il 5% netto per ogni anno di anticipo all'inizio della restituzione del prestito per poi ridursi nei venti anni successivi grazie alla rivalutazione della pensione con l'inflazione. Secondo Palazzo Chigi, che stima una rivalutazione annua del 2%, la penalità media (cioè calcolata dopo 10 anni) risulterà inferiore al 5% netto per scendere intorno al 4% alla fine del prestito. La tavola sottostante, elaborata da PensioniOggi.it, mostra i costi per i lavoratori sulla base di tre ipotesi di accesso.
L'APE volontario sarà restituito un periodo di 20 anni mediante una trattenuta che sarà effettuata dall’INPS all’atto del pagamento di ciascun rateo pensionistico. Quanto all'importo del trattamento che potrà essere riscosso in anticipo il DPCM conferma che le percentuali oscilleranno tra il 75% ed il 90% dell'importo dell'assegno come sopra stabilito a seconda dell'entità dell'anticipo richiesto con un minimo di 150 euro mensili. In particolare per chi chiede un anticipo sino a 11 mesi potrà riscuotere il 90% della pensione netta calcolata al momento della richiesta, per anticipi sino a 23 mesi la percentuale scende all'85%, per anticipi sino a 35 mesi si potrà chiedere sino all'80% e per anticipi superiori a 35 mesi l'asticella scende al 75% della pensione netta.