Ad ottobre i pensionati con assegni non superiori a 2.692€ lordi al mese riceveranno un aumento sino ad un massimo di circa 50 euro al mese. A novembre, invece, tutti i pensionati, anche quelli con assegni superiori alla predetta soglia avranno l’anticipo del conguaglio dell’indicizzazione con gli arretrati maturati nei primi 10 mesi dell’anno, quindi con importi una tantum che vanno da 10 a 130 euro. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del dl n. 115/2022 (cd. decreto «aiuti bis») consente finalmente di fare i primi conti sugli anticipi della rivalutazione delle pensioni previsti nell’ultimo trimestre 2022.
Aumento del 2%
Due le misure in arrivo. La prima riguarda i pensionati con assegni attualmente non superiori a 2.692€ al mese. Ad ottobre riceveranno una rivalutazione straordinaria (ma transitoria in quanto destinata ad essere riassorbita dal 1° gennaio 2023) del 2% valida per le mensilità di ottobre, novembre e dicembre (comprensiva della 13^).
La rivalutazione sarà applicata con il medesimo strumento perequativo attualmente vigente (art. 1, co. 478 della legge n. 160/2019) quindi con i criteri di progressività (100% per i trattamenti localizzati sino a 4 volte il trattamento minimo inps; 90% della quota eccedente 4 volte il predetto trattamento minimo; 75% della quota eccedente 5 volte il Tm). Complessivamente la misura porterà in dote aumenti tra 40 e 50 euro per le pensioni comprese tra 2.000 e 2.692€ al mese.
Gli assegni compresi tra 2.692 e 2.744€ riceveranno un aumento ridotto sino a concorrenza della predetta somma (clausola di salvaguardia). L’aumento in ogni caso non avrà effetto sui limiti reddituali delle prestazioni collegate al reddito (es. pensioni di invalidità).
Anticipo del Conguaglio
Come si nota gli assegni sino a 2.692€ avranno il doppio beneficio cumulando aumenti anche vicini ai 60 euro al mese; quelli superiori avranno diritto solo al conguaglio dello 0,2%, più risicato.
Chi ne trae vantaggio
I pensionati con assegni entro i 2.692€ lordi al mese. Il vantaggio consiste nell’avere una pensione aumentata tra i 10 ed i 50 euro (lordi) per quattro mesi (ottobre, novembre, dicembre e tredicesima). Valori che dal 2023 verranno riassorbiti con le normali operazioni di rinnovo senza alcun effetto «trascinamento» sulla perequazione dell'anno prossimo. Il conguaglio dello 0,2% è invece neutro: si tratta di denari che sarebbero stati corrisposti comunque il 1° gennaio 2023, due mesi dopo.
In definitiva si tratta di un’operazione dettata da esigenze di natura politica; si sarebbe potuta realizzare più semplicemente rinnovando il bonus da 200 euro, già previsto a luglio, per una ulteriore mensilità. Quello, peraltro, era esentasse, mentre gli aumenti di cui sopra sono soggetti a prelievo fiscale.