Una sorpresa amara anche se la colpa, almeno questa volta, non è della Fornero bensì della stagnazione economica e dell'andamento dei prezzi. Il mancato aumento del 2016 è comunque un valore provvisorio, in quanto calcolato sui primi nove mesi del 2015, e quindi non è escluso che quello definitivo cambi, con effetto tra dodici mesi.
I trattamenti, sia quelli assistenziali che previdenziali, quest'anno saranno quindi leggermente limati verso il basso. E poteva andare anche peggio considerando che il debito accumulato nel 2015, frutto per l'appunto della differenza tra valore provvisorio e definitivo, avrebbe dovuto essere recuperato questo mese con un prelievo una tantum: la legge di stabilità ha sospeso il conguaglio negativo rinviandolo al 2017.
Gli unici assegni che aumenteranno quest'anno rispetto al 2015 sono quelli coinvolti nel decreto legge 65/2015, adottato dal Governo in risposta alla Sentenza della Corte Costituzionale della scorsa primavera. Si tratta delle prestazioni ricomprese tra le tre e le sei volte il trattamento minimo che già ad Agosto hanno ricevuto un primo (anche se irrisorio) ristoro a parziale compensazione degli effetti del blocco biennale (2012 e 2013) dell'indicizzazione previsto dalla Legge Fornero. Alla perequazione è stata aggiunta una rivalutazione pari al 50% di quella attribuita negli anni 2012 e 2013 (40% sino a 4 volte il minimo; 20% sino a 5 volte il minimo e 10% sino a 6 volte il minimo) che si tradurrà in un aumento di circa 10 euro al mese dal 1° gennaio 2016.