Lavoro. Per quanto riguarda il capitolo lavoro il Governo intende replicare la decontribuzione in modo più selettivo, magari con un'attenzione al Sud e alle donne facendo saltare clausole come quella che attualmente consente lo sgravio solo se i neo-assunti non hanno avuto un contratto a tempo indeterminato per almeno sei mesi. E' certo invece il rinnovo del contratto del pubblico impiego con recupero dell'indennità di vacanza contrattuale degli ultimi 5 mesi del 2015 (si partirebbe da 1,6 miliardi). Possibili misure anche sul lavoro autonomo con una revisione del meccanismo dei minimi.
Fisco. Sul fronte fiscale si punta a cancellare l'imposta sulla prima casa cioè la Tasi (mentre una qualche forma di prelievo fiscale resterà sulle case di lusso) e ad introdurre la cd. local tax. Dovrebbe poi sparire anche l'Imu sui terreni agricoli e sugli imbullonati (ovvero su quei macchinari spesso di grandi dimensioni che sono ancorati al suolo). L'obiettivo del Governo è quindi quello di far tornare la prima casa libera da tassazione, come era accaduto nel periodo 2008-2011 e nel 2013.
Nelle misure dovrebbe rientrare anche la revisione delle tax expenditures, vale a dire le deduzioni, detrazioni ed esenzioni che riducono il carico fiscale per cittadini e imprese ma che hanno come effetto indiretto.
Pensioni. Particolarmente ricco il capitolo pensioni con la volontà di introdurre la flessibilità in uscita a partire dal prossimo anno senza però intaccare gli equilibri finanziari del sistema previdenziale pubblico, consolidato con la riforma del 2011. Il progetto del Governo non è ancora definito nei dettagli anche se poggia su un pilastro cardine: l'anticipo sarebbe a carico di chi lo richiede con una decurtazione dell'assegno ancora da definire.
Tra le proposte avanzate dall'Inps una riguarda in particolare i lavoratori over 55enni con un ammortizzatore sociale per accompagnare alla pensione chi è in condizione di bisogno ed ha esaurito la tutela contro la disoccupazione. Per questi lavoratori si punterebbe, in sostanza, ad introdurre un assegno di ultima istanza o "reddito minimo". GamsinIl ministro Poletti ha poi preso impegni per un rafforzamento del programma di contrasto alla povertà in fase di sperimentazione nelle grandi città e al Sud. Si potrebbe partire, in quest'ultimo caso, con un aumento graduale delle risorse già stanziate fino alla soglia di 1,5 miliardi nel 2016. Nel programma del Governo ci sarebbe anche la volontà di semplificare la valorizzazione dei contributi sparsi in diverse gestioni previdenziali, (soprattutto nella gestione separata) con il sostanziale superamento della totalizzazione nazionale e della ricongiunzione.
Ancora sulle pensioni l'esecutivo dovrà stabilire se riaprire subito anche il capitolo sulla rivalutazione degli assegni: il meccanismo attualmente in essere, è destinato, infatti, ad andare in soffitta il prossimo 31 dicembre 2016. Dal 1° gennaio 2017 si dovrà pertanto decidere se confermare il ritorno alla disciplina ante Fornero (che prevedeva un meccanismo di rivalutazione piu' generoso, soprattutto per gli assegni superiori a 4 volte il minimo) oppure se introdurre una norma nuova.