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Cuneo fiscale, Renzi vuole un taglio significativo su Irpef e Irap
L'obiettivo del nuovo esecutivo è di puntare ad una riduzione di 7-8 miliardi di euro per i lavoratori e di 3 miliardi per le imprese.
Il nuovo governo vuole dare un segnale importante ed immediato sul taglio del cuneo fiscale. Dipende tutto dalle risorse disponibili che secondo fonti vicino alla presidenza del Consiglio sarebbero pari a circa 10 miliardi di euro da suddividere con l'intervento sull'Irpef sull'Irap. E' proprio questo il nodo sul tavolo dell'esecutivo: come spartire i 10 miliardi tra i due interventi.
Secondo l'ipotesi piu' accreditata gran parte delle risorse disponibili dovrebbero essere concentrate sull'Irpef con intervento pari a circa 7 miliardi di euro. L'obiettivo è quello di dare una scossa ai consumi e alla domanda interna per tentare di invertire la tendenza che vede l'economia italiana bloccata su tassi di crescita molto modesti.
All'Irap sarebbero destinati quindi solo tre miliardi di euro, il 30 per cento delle risorse disponibili. All'interno della maggioranza tuttavia Ncd e Scelta Civica puntano puntano ad aumentare la quota delle risorse disponibili per ridurre l'imposta regionale sulle attività produttive. L'idea è quella di arrivare ad un 50%, cioè a 5 miliardi di euro: agire piu' incisivamente sul fronte dell'Irap potrebbe infatti aprire nuovi spazi di manovra a beneficio delle imprese e dunque anche dell'occupazione. Inoltre si renderebbe immediatamente percepibile il taglio sul costo del lavoro.
Decreto Casa 2014, la cedolare secca passa al 10%
Restano ancora da definire sgravi Imu per i proprietari e la riduzione Iva per i costruttori impegnati nel social housing.
Il decreto casa arriverà mercoledì in Consiglio dei ministri all'interno di un provvedimento complessivo riguardante per lo sviluppo. All'esame del consiglio ci sarà anche il Jobs act, piano scuole e forse lo sblocco dei pagamenti Pa.
Tra le misure piu' importanti che potrebbero avere la luce verde c'è la riduzione dell'Imu al 4 per mille per tutti i proprietari che affittano la seconda o terza casa a canone concordato ma anche la previsione di una riduzione delle imposte, semplificazioni e premi urbanistici per i costruttori che realizzano immobili vincolando una quota degli appartamenti all'affitto secondo la formula del social housing.
Inoltre tra le misure che dovrebbero avere luce verde c'è il piano straordinario di recupero degli alloggi Iacp da 568 milioni che dovrà essere attuato entro sei mesi e sarà finanziato in gran parte (500 milioni) con fondi dello stesso ministero recuperati con le revoche dei fondi a opere bloccate. Le Regioni si sono opposte agli sconti per l'acquisto di alloggi popolari da parte di inquilini che li abitano ma alla fine il compromesso dovrebbe essere stato raggiunto: gli sconti saranno inseriti nel quadro nazionale ma l'entità degli stessi saranno definiti in ambito locale, caso per caso, con accordi fra centro e periferie.
Cedolare Secca al 10% - Nel decreto casa è prevista poi la riduzione ulteriore dal 15 al 10% dell'aliquota della cosiddetta cedolare secca per chi affitta a canone concordato. Una misura che costerà 29,7 milioni di euro l'anno e che segue la discesa dal 20 al 15% già decisa con il decreto del fare. L'obiettivo della misura è rendere nuovamente conveniente su larga scala il contratto a canone concordato anche rispetto al canone di libero mercato che in questi anni è stato fortemente penalizzato dalla stasi del mercato immobiliare.
Formula Rent to buy - Nel decreto Lupi ci saranno certamente anche alcune norme per rendere più favorevole il cd. «Rent to buy», lo strumento che consente all'inquilino di riscattare l'appartamento utilizzando i canoni di affitto pagati come rate anticipate da scalare dal prezzo di acquisto dell'immobile. Nel provvedimento si dovrebbe consentire il differimento del momento della decisione di riscattare la proprietà dell'immobile al settimo anno lasciando le imposte sull'immobile a carico dell'ente proprietario in un primo momento.
Detrazione Irpef 900 € - Accanto ai benefici per il proprietario prodotti dalla riduzione dell'aliquota della cedolare secca il decreto dovrebbe prevederne uno anche per l'inquilino. Per il conduttore che affitta un immobile a canone concordato è previsto un aumento della detrazione Irpef fino a 900 euro per le fasce di reddito più basse (fino a 15.493,71 euro), a fronte dei 450 euro attuali. In questo caso la concorrenza che si tenta di sbaragliare a colpi di incentivi fiscali non è solo quella del mercato libero, ma anche e soprattutto quella del mercato nero.
Fondi Rifinanziati - Nel decreto c'è poi un doppio rifinanziamento. Da un lato si provvede al raddoppio del Fondo affitti per famiglie bisognose, portandolo da 100 a 200 milioni di euro. Dall'altro, si rifinanzia il Fondo per la morosità incolpevole per 241 milioni che passa dai 140 milioni attuali a 381 milioni. Il fondo aiuta le famiglie in difficoltà pagando la rata dell'affitto che la famiglia non riesce a pagare.
Riforma pensioni 2014, il Pd chiede l'introduzione dei pensionamenti flessibili
Nel decalogo che raccoglie le osservazioni degli esponenti del partito democratico tra cui l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, si chiede all'esecutivo di accelerare sull'introduzione dei pensionamenti flessibili.
Nel Jobs Act non si parla di previdenza. Così ammette, forse disarmando molti lettori, il decalogo che raccoglie le osservazioni di una vasta schiera di esponenti del partito democratico, tra cui l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, per migliorare ed integrare il Jobs Act promosso dal neo-premier Matteo Renzi. Documento le cui prime misure dovrebbero già cominciare ad intravedersi nel Cdm previsto questa settimana ma che non conterranno novità per il fronte previdenziale.
I firmatari del Decalogo osservano che il governo non ha una linea chiara sul fronte previdenza e chiedono l'apertura di un cantiere per affrontare i principali temi ad oggi irrisolti. Ai primi punti c'è l'introduzione di una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro: "Il governo presenterà una propria proposta basata sul disegno di legge C.857" si legge nel documento.
Si tratta della proposta di legge presentata l'anno scorso da Damiano che prevede l'introduzione della possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia già a 62 anni (con almeno 35 anni di contributi) con una penalizzazione graduata sulla base dell'età del pensionando. La proposta si è "arenata" con il governo Letta dopo che il MEF ha posto problemi di copertura finanziaria; il Ministro Giovannini stava quindi lavorando ad un piano alternativo basato sull'idea di un prestito pensionistico che il pensionato avrebbe poi restituito una volta conseguita la pensione. Ora il nuovo governo dovrebbe indicare che strada seguire.
Nel decalogo si chiede anche la soluzione del problema delle ricongiunzioni onerose e la definizione di alcuni meccanismi che garantiscano una pensione adeguata e dignitosa per le giovani generazioni. Qui l'idea è quella di garantire con un trattamento economico minimo al di sotto del quale non è possibile scendere in modo da mettere al riparo chi in futuro non riesca, con il sistema contributivo, ad ottenere un assegno "dignitoso" per la vecchiaia.
Nel documento si chiede anche l'apertura di un tavolo di concertazione tra governo e parti sociali finalizzato a rivedere il meccanismo di indicizzazione delle pensioni medio basse e quello riguardante l'esclusione "anacronistica" dei lavoratori parasubordinati dall'applicazione del principio di automaticità delle prestazioni previdenziali ed assistenziali prevista per i lavoratori dipendenti.
Su quest'ultima questione i firmatari della proposta chiedono l'estensione anche ai lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, della regola secondo la quale sono dovute al lavoratore dipendente le prestazioni previdenziali ed assistenziali anche qualora l'imprenditore non abbia versato regolarmente i contributi dovuti alle gestioni previdenziali.
Poletti, le risorse per la cassa integrazione sono insufficienti
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti annuncia che il governo dovrà intervenire per rifinanziare la cassa integrazione in deroga per la seconda metà del 2014. Mercoledì la decisione anche sulla Riforma dei Contratti per favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
A dare l'allarme è stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dopo diversi mesi di denunce presentate dai sindacati: "Le risorse per la cassa integrazione in deroga per il 2014 così come stanziate dal precedente esecutivo non sono sufficienti. Rischiamo di trovarci a metà di quest'anno senza coperture per migliaia di lavoratori".
Il ministro nel corso dell'intervista rilasciata nel programma Porta a Porta di Bruno Vespa ha confermato che con il Jobs act verrà definitivamente superato il sistema della cassa integrazione in deroga e verrà anticipata di un anno la sua scadenza naturale: "il vecchio sistema degli ammortizzatori sociali in deroga dovrà terminare verosimilmente entro il 31 dicembre 2015". Al suo posto, secondo il Ministro, decollera' un nuovo sistema di ammortizzatori che affiancherà la cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, e diventera' uno strumento universale estensibile ad una platea di circa 300 mila lavoratori parasubordinati ad oggi esclusi dalle tutele.
La riforma del mercato del lavoro - Poletti ha anche parlato del capitolo riforma del lavoro: "L'obiettivo del governo è quello di semplificare l'accesso al mercato del lavoro per i giovani. Per realizzare intendiamo partire inanzitutto dell'apprendistato che è una porta importante per l'ingresso nel mondo del lavoro al fine di renderlo più agibile semplificando la sua regolamentazione". Il ministro è apparso poi ancora non sicuro circa l'efficacia di introdurre, accanto al contratto di apprendistato, un contratto a tutele crescenti come era stato più volte annunciato dagli esponenti dell'area lavoro del Partito Democratico.
Le prossime scadenze - Per Poletti i nodi potranno essere sciolti mercoledì quando il premier Renzi ha annunciato che verrà presentata ufficialmente la proposta del Jobs act con l'individuazione anche delle risorse per intervenire sul cuneo fiscale, l'altra grande priorità del nuovo esecutivo.
Pensioni non vedenti, requisiti diversi per la gestione ex-inpdap
L'istutito di previdenza nazionale conferma la deroga per i non lavoratori vedenti iscritti alla gestione Ex-Inpdap.
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L'Inps ha precisato con il messaggio 3116/2014 la normativa applicabile per il conseguimento della pensione di vecchiaia e anticipata per i lavoratori non vedenti iscritti alla gestione pubblica ex Inpdap.
L'istituto previdenziale ha confermato, dopo i dubbi sollevati da alcuni operatori del settore, che per il conseguimento della pensione di vecchiaia nulla è stato innovato e, pertanto, restano in vigore i requisiti vigenti prima dell'entrata in vigore della Riforma Fornero.
"Anche successivamente all'approvazione del decreto legge 201/2011 che ha modificato le regole di accesso alla pensione a decorrere dal 1° gennaio 2012, per il diritto alla pensione di vecchiaia vengono confermate le disposizioni già in vigore alla data del 31 dicembre 1992 sia per quanto riguarda il requisito anagrafico sia per quanto riguarda il requisito contributivo cioè i 15 anni".
L'Inps ribadisce tuttavia che ai lavoratori in questione vanno applicati gli adeguamenti alla speranza di vita Istat a decorrere dal 1º gennaio 2013 (3 mesi) e la finestra mobile come prevista dall'articolo 12, commi 1 e 2 del Dl 78/2010.
Con riguardo alle modalità di accesso alla pensione anticipata l'istituto ricorda che si applicano i requisiti validi per la generalità dei lavoratori dipendenti. Pertanto, a decorrere dal 1° gennaio 2014, per il ritiro indipendentemente dall’età anagrafica saranno necessari 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne.
Altro...
Tasi 2014, via libera all'aumento dell'aliquota dello 0,8 per mille
Saranno esenti dall'imposta sui servizi tutti i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto. I sindaci potranno innalzare l'aliquota base dello 0,8 per mille destinando però l'extra gettito al finanziamento delle riduzioni e detrazioni.
E' ormai chiaro. La Tasi avrà le stesse regole di calcolo previste per l'Imu ma non mutuerà le stesse detrazioni. Con la conseguenza che per i contribuenti il conto sarà piu' salato. E non di poco. L'unica speranza è che i sindaci introducano, a livello locale, detrazioni o riduzioni specifiche sulla base dell'extragettito recuperato grazie al Decreto Salva Roma. E' quanto è stato previsto nel cd. Decreto Salva Roma, provvedimento che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana e che sarà a breve pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Aliquote piu' alte dello 0,8 - Molti sono i paralleli con l'Imu, la vecchia tassa abolita parzialmente dal governo Letta nel 2013. I comuni avranno infatti flessibilità nella determinazione dell'aliquota con la possibilità di innalzare le aliquote della Tasi di un ulteriore 0,8 per mille. L'extra gettito tuttavia dovrà essere utilizzato esclusivamente per introdurre detrazioni o altre misure "tali da generare effetti sul carico d'imposta equivalenti a quelli determinatisi con riferimento all'Imu relativamente alla stessa tipologia di immobili".
I sindaci dovranno pertanto decidere se portare il prelievo sulla prima casa dal 2,5 al 3,3 per mille e sulla seconda casa portando le aliquote dal 10,6 all'11,4 per mille. Il gettito aggiuntivo
Immobili della Chiesa - Con il decreto salva Roma il governo ha inoltre esentato dal pagamento della Tasi, così come accadeva per l'imu, gli immobili della Chiesa. E' quanto prevede la "clausola di salvaguardia" secondo la quale vengono esclusi dal pagamento della tassa sui servizi tutti i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto. L'esenzione riguarda in particolare gli immobili di proprietà della Santa Sede indicati nel Trattato Lateranense.
Pensioni 2014 , i sindacati chiedono con urgenza un incontro con Poletti
A Poletti i sindacati chiedono un tavolo di confronto per risolvere le principali questioni del sistema previdenziale e degli esodati.
Completata la formazione del nuovo governo, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. I sindacati vogliono porre innanzi al Ministero le principali questioni che riguardano il sistema previdenziale italiano. Sul tavolo l'introduzione di nuovi pensionamenti flessibili, la soluzione della questione esodati, lo stanziamento delle risorse per gli ammortizzatori sociali e correzioni al sistema della previdenza complementare.
È quanto ha affermato una nota congiunta dei segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil.
Critica nei confronti del nuovo governo soprattutto la Cgil che ha accusato Renzi di non aver inserito nel suo programma una riforma pensionistica in grado di affrontare quelle problematiche che ancora oggi attendono una risposta efficace.
Nell'incontro i sindacati chiedono anche di accelerare la riforma del modello di governance degli enti previdenziali e assicurativi avviata dal precedente ministro del Lavoro Enrico Giovannini.
Piano Casa 2014, la cedolare secca scende al 10% per stimolare gli affitti
Nel decreto c'è anche lo stanziamento di 568 milioni per il recupero di alloggi Iacp e la possibilità per gli inquilini delle case popolari di riscattare l'appartamento.
Il decreto Lupi per il rilancio del mercato degli affitti e della casa è vicino all'approvazione. Il provvedimento vuole soprattutto stimolare gli affitti per le fasce sociali meno abbienti, le più colpite oggi dall'emergenza casa attraverso un rilancio del canone concordato con agevolazioni più consistenti per i proprietari e gli affittuari.
Nel provvedimento si stablisce, per i proprietari, la riduzione ulteriore dell'aliquota della cedolare secca dal 15 al 10 per cento, dopo che il decreto del fare l'aveva già portata dal 20 al 15 per cento. Per gli inquilini con basso reddito viene portato a 900 euro annui invece il tetto della detrazione Irpef per le spese di affitto.
Difficile invece l'introduzione dello sconto Imu con aliquota fissa alla 4 per mille per i proprietari che affittano immobili a canone concordato e l'introduzione degli sconti iva per i costruttori che affittono a canone sociale una parte degli appartamenti realizzati; misure sulle quali il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, si sta battendo ma che hanno ricevuto lo stop del Ministero dell'economia e delle finanze per problemi di copertura economica.
Incerta anche la possibilità di introduzione degli sconti Ires e Irap decennali in favore degli investitori istituzionali che finanziano interventi di social Housing.
All'interno della bozza del provveimento c'è anche un piano da 568 milioni per il recupero di alloggi Iacp e la possibilità per gli inquilini delle case popolari di riscattare l'appartamento.
Secondo fonti vicine alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il decreto andrà probabilmente all'esame del Consiglio dei Ministri il prossimo mercoledì e dunque entro la prossima settimana il provvedimento per rilanciare gli affitti dovrebbe essere approvato.
Opzione donna, pressing dei sindacati sull'Inps per l'estensione
La pressione congiunta del Parlamento delle forze sociali dovrebbe spingere l'istituto previdenziale ad estendere il regime sperimentale donna previsto dalla legge 243/2004.
Tra pochi giorni sarà l'8 marzo, la giornata internazionale dedicata alla donna. Le lavoratrici hanno tuttavia ben poco da festeggiare in quanto si è ridotta quella concreta opportunità di poter lasciare in anticipo il posto di lavoro per poter dedicarsi alla famiglia oppure all' assistenza dei parenti.
Come ben sappiamo la riforma Fornero ha lasciato inalterato la possibilità di accedere alla pensione per le lavoratrici che hanno 57 anni di età (58 le autonome) e 35 anni di contributi a condizione di optare per il calcolo contributivo della pensione, che notoriamente è meno favorevole. Tuttavia l'Inps ha interpretato la norma aggiungendo anche la finestra mobile di 12 o 18 mesi per l'effettivo pensionamento anticipato e la stima di vita istat (3 mesi ulteriori dal 2013). Ciò ha comportato che per rispettare la scadenza dell'opzione fissata per il mese di dicembre 2015 occorre oggi maturare i requisiti di 57 anni e 3 mesi (o 58 anni e 3 mesi) entro il 2014: a maggio se autonome o entro novembre se dipendenti.
Le richieste da parte delle lavoratrici e dei sindacati hanno tuttavia indotto le Commissioni di Camera e Senato a chiedere all'unisono il ritiro della circolare numero 35/2012. Ancora oggi tuttavia nulla è stato innovato. "Vogliamo che l'istituto previdenziale stabilisca che per l'opzione donna è sufficiente solo la maturazione dei requisiti (e quindi non la decorrenza della prestazione pensionistica) entro il 2015. Siamo convinti che entro quest'anno l'Inps tornerà sui suoi passi" ha affermato Bruno Palmieri del patronato Inca.
L'opzione inoltre è stata prevista fino al 2015 a titolo sperimentale. Il governo, previa verifica dei risultati, potrebbe pertanto valutare una sua eventuale prosecuzione anche per il 2016 come chiedono i sindacati.
Lavoro a progetto, per il 2014 la disoccupazione è autocertificata
Per i lavoratori a progetto l'Inps predispone il nuovo modello di domanda. Reddito a 20.220 euro.
Da quest'anno l'indennità una tantum prevista in favore dei lavoratori a progetto sarà più facile da richiedere. Il requisito della disoccupazione pari a 2 mesi potrà essere infatti autocertificato secondo quanto stabilito dall'Inps nel messaggio 2999/2014.
Ai sensi della legge 92/2012, dal 1° gennaio 2013 l'indennità è prevista in favore dei collaboratori coordinati e continuativi a progetto non titolari di reddito di lavoro autonomo che risultino iscritti in via esclusiva presso la gestione separata INPS.
I Requisiti - I requisiti per ottenere l'una tantum nel 2014 sono i seguenti: a) aver operato nell'anno 2013 in regime di monocommittenza; b) aver ottenuto nel 2013 un reddito annuo lordo complessivo non superiore a 20.220 euro, importo rivalutato per effetto della variazione ISTAT del 1,1%; c) essere stati in condizione di disoccupazione ininterrotta per almeno due mesi nel corso dell'anno 2013; d) avere accreditate almeno tre mensilità presso la gestione separata inps nel corso del 2013 oppure, per il 2014, avere almeno una mensilità accreditata in tale gestione.
Il modello per la presentazione della domanda - Gli interessati dovranno presentare domanda entro il 31 dicembre anche se si trovano in costanza di rapporto lavorativo. Inoltre qualora il requisito contributivo pari ad almeno un mese viene perfezionato nel dicembre di quest'anno, la presentazione della domanda potrà essere effettuata entro il 31 gennaio 2015. Il nuovo modello co. co. Pro 2014 cod SR 140 è disponibile sul sito internet nella sezione modulistica dell'Inps.
L'indennità - Si ricorda che l'importo dell'indennita' è pari al 7 per cento del minimale annuo di reddito previsto in favore degli Artigiani e commercianti moltiplicato per il minor numero tra le mensilità accreditate l'anno precedente e quelle non coperte da contributi. La percentuale del 7 per cento è valevole solo per il triennio 2013-2015, successivamente scenderà al 5 per cento.