Nicola Colapinto
Nicola Colapinto, avvocato con specializzazione in diritto del lavoro, seguo le principali questioni giuslavoristiche e previdenziali per PensioniOggi.it.
Regimi dei minimi, ecco cosa cambia dal prossimo anno
Sabato, 18 Ottobre 2014Via libera all'anticipo della riforma dei regimi semplificati. Dal prossimo anno l'imposta sostitutiva viene portata al 15% ma l'aumento sarà bilanciato del venir meno del vincolo della permanenza nel regime per non più di 5 anni. I ricavi, inoltre, diventeranno differenziati in base al tipo di attività svolta dal contribuente.
Kamsin Con la legge di stabilità cambiano anche i regimi semplificati per artigiani, commercianti, autonomi e professionisti. La misura era attesa con l'attuazione della delega fiscale a metà del prossimo anno, ma il Governo ha preferito giocare d'anticipo e licenziare la misura nella legge di stabilità in modo da far partire il nuovo regime dal prossimo anno. La novità dovrebbe compensare, almeno in parte, la mancata estensione del bonus degli 80 euro alle partita iva.
"Anzichè spendere centinaia di euro di commercialista o decine di euro per altre spese ci sarà un regime forfetario, una riduzione di 800 milioni di euro per 900mila partite Iva" ha detto Renzi Mercoledì nella conferenza stampa in occasione della presentazione della legge di stabilità.
Regime dei minimi 2015: cosa cambia - Diverse le novità previste dal governo. L'articolo 9 del ddl prevede in primo luogo un aumento al 15 per cento dell'imposta sostitutiva (attualmente l'asticella del prelievo è fissata al 5 per cento) a partire dalla anno d'imposta 2015. A parziale compensazione dell'aumento della tassazione si prevede però la possibilità di restare nel regime agevolato senza più vincoli temporali (attualmente la permanenza è infatti condizionata - a meno che non si abbiano piu' di 35 anni - al mancato superamento di 5 anni).
Maggiore flessibilità sarà garantita anche attraverso la previsione di soglie di ricavi differenziate rispetto al tipo di attività svolta dagli interessati. Se attualmente infatti l'asticella è fissata a 30mila euro di ricavi o compensi, soglia standard per tutti i contribuenti, con la modifica in arrivo saranno introdotte soglie comprese tra i 15 e i 40 mila euro, in modo da tenere in considerazione le differenze tra le diverse attività svolte dai contribuenti. Nel nuovo regime ci sarà anche la possibilità di versare i contributi non più sui minimali, bensì sul reddito effettivo dichiarato, con un ulteriore vantaggio per i professionisti con piccoli redditi.
Zedde
Legge stabilità 2015, cambiera' qualcosa sulle pensioni?
Mercoledì, 15 Ottobre 2014Atteso alle 18 l'avvio del Cdm che presenterà ufficialmente la legge di stabilità per il 2015. Sulla previdenza c'è il rischio "flop" con poche novità in arrivo e nulla sull'anticipo dell'età pensionabile. Piu' probabile il TFR in busta paga.
Kamsin Oggi il governo presenterà ufficialmente la legge di stabilità. Secondo le indiscrizioni raccolte dalla redazione di pensionioggi.it non dovrebbero esserci particolari novità sul pacchetto pensioni nonostante le indiscrezioni diffuse dai giorni scorsi dalla stampa nazionale e da alcuni esponenti del governo.
Probabilmente sarà ancora una volta rimandata la questione dei quota 96 della scuola e il problema che riguarda le penalizzazioni riguardanti i lavoratori precoci. Anche se le forze politiche premono per una rapida soluzione di questi due importanti capitoli che riguardano decine di migliaia di lavoratori.
Un miliardo servirà per incentivare la cancellazione (per tre anni) dei contributi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato con il nuovo sistema di tutele crescenti.
Probabile invece l'erogazione del TFR in busta paga e ok anche alla proroga dell'ecobonus del 65% e del bonus del 55% per le ristrutturazioni edilizie. Le due agevolazioni avranno una durata triennale ma dal 2016 dovrebbero gradualmente ridursi.
Zedde
Cassa Colf, il contributo viene riscosso dall'Inps
Mercoledì, 15 Ottobre 2014Per i datori che utilizzano il CCNL nazionale sul lavoro domestico scatta l'obbligo di iscrizione alla Cassa-Colf con riconoscimento del diritto all'assistenza contrattuale. Il contributo dovuto è pari a 0,03 euro l'ora e viene riscosso dall'Inps.
Kamsin La Cassa-Colf, la cassa mutua per colf e badanti è obbligatoria per coloro che applicano il Ccnl sul lavoro domestico. E' quanto è stato previsto con l'ultimo rinnovo del contratto nazionale che ha inserito tra gli elementi del contratto di assunzione la «applicazione di tutti gli istituti» incluso quello relativo «alla corresponsione dei contributi di assistenza contrattuale».
Lo scopo della Cassa-Colf è gestire trattamenti assistenziali, integrativi aggiuntivi e/o sostitutivi delle tutele pubblico-statali a favore dei collaboratori familiari. In particolare, la CassaColf garantisce ai lavoratori assicurati la liquidazione di un'indennità giornaliera in caso di ricovero e convalescenza (20 euro per massimo 20 giorni), nonché il rimborso dei ticket sanitari (300 euro l'anno). Ai datori di lavoro, invece, assicura la copertura contro il rischio d'infortunio (dei lavoratori domestici), anche capitati itinere, di cui possano ritenersi responsabili fino all'importo di 50 mila euro.
In altri termini sono iscritti alla CAS.SA.COLF tutti i dipendenti ed i datori di lavoro domestico in regola con i contributi di assistenza contrattuale, nei confronti dei quali vengono applicati i CCNL a partire da quello stipulato il 16 Febbraio 2007, ed i successivi rinnovi contrattuali, sottoscritti tra FIDALDO e DOMINA da una parte e FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTUCS-UIL e FEDERCOLF dall’altra.
La tutela della Cassa-Colf prevede il pagamento di una tariffa minima oraria complessiva di € 0,03 come stabilito dal CCNL, dei quali €0,01 a carico del lavoratore. Il versamento va fatto a cura del datore di lavoro, che deve provvedervi con la stessa periodicità (trimestrale), entro lo stesso termine e con le stesse modalità di versamento dei contributi ordinari. I contributi di assistenza contrattuale vanno versati all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), ente con il quale è stata stipulata apposita convenzione per la riscossione; il versamento dei contributi di assistenza contrattuale deve essere effettuato entro gli stessi termini di scadenza dei contributi obbligatori ed avvalendosi delle stesse modalità.
La Cassa Colf eroga diverse prestazioni tra cui: a) l'indennità giornaliera in caso di ricovero; b) l'Indennità giornaliera in caso di convalescenza; c) il rimborso spese per ticket sanitari; d) il rimborso delle spese per ticket sanitari per prestazioni dovute a neoplasie di natura maligna; e) il rimborso delle spese periodo gravidanza; f) prestazioni in favore dei neonati figli di lavoratori iscritti. Il diritto alle prestazioni scatta se risultano versati contributi per quattro trimestri consecutivi e se è stato raggiunto un importo di versamenti pari a 25 euro (soglia minima).
Zedde
Lavoro, piu' tutele per le lavoratrici madri. Sì ai congedi parentali frazionati
Martedì, 14 Ottobre 2014Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti: "Sulla Riforma del Lavoro non si perderà tempo. Possibile il ricorso al voto di fiducia alla Camera". Nel provvedimento il Governo estenderà l'indennità di maternità anche alle lavoratrici parasubordinate.
Kamsin Ci sarà una ricognizione delle categorie di lavoratrici beneficiarie dell’indennità di maternità, nella prospettiva di estendere, eventualmente anche in modo graduale, tale prestazione a tutte le categorie di donne lavoratrici. E sarà garantita l'estensione alle lavoratrici madri "parasubordinate" del diritto alla prestazione di maternità anche in assenza del versamento dei contributi da parte del committente.
E' quanto prevede il disegno di legge delega sulla Riforma del Mercato del Lavoro approvato in prima lettura la settimana scorsa a Palazzo Madama con il quale l'esecutivo punta ad unificare i benefici di maternità. Si punta dunque a dare più sostegno alla maternità con l'estensione dell'indennità di maternità anche alle lavoratrici autonome ed alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, compresa una maggiore flessibilità degli orari e dei congedi (sul punto la legge delega apre alla possibilità di fruizione dei congedi parentali in modo frazionato).
Il ddl prevede inoltre l' introduzione di un credito d'imposta (inteso ad incentivare il lavoro femminile) per le donne lavoratrici, anche autonome, che abbiano figli minori o figli disabili non autosufficienti e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito individuale complessivo, nonché l'armonizzazione del regime delle detrazioni (dall'imposta sui redditi) per il coniuge a carico. Ci sarà poi l'incentivazione di accordi collettivi intesi a facilitare la flessibilità dell’orario di lavoro e la flessibilità dell’impiego di premi di produttività, al fine di favorire la conciliazione tra l’esercizio delle responsabilità di genitore, l’assistenza alle persone non autosufficienti e l’attività lavorativa, anche attraverso il ricorso al telelavoro.
Via libera poi all'eventuale riconoscimento, compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali ed alle ferie annuali retribuite, della possibilità di cessione fra lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro di tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi (rispetto a quelli previsti dalle norme statali) spettanti in base al contratto collettivo nazionale, in favore del lavoratore genitore di figlio minore che necessiti di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute.
Ci sarà poi l'integrazione dell'offerta di servizi per l'infanzia forniti dalle aziende e dai fondi o enti bilaterali nel sistema pubblico-privato dei servizi alla persona, anche mediante la promozione dell'utilizzo ottimale di tali servizi da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi.
Quanto ai tempi di approvazione il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha indicato che il Governo ricorrerà al voto di fiducia alla Camera "se ci saranno rischi di stravolgimento nel merito o di una spola tra i due rami del Parlamento, con un allungamento dei tempi superiore a quanto accettabile".
guidariformalavoro
Zedde
Legge stabilità 2015, confronto su quota 96, anticipo Tfr e pubblico impiego
Lunedì, 13 Ottobre 2014Possibile la soluzione della vicenda che vede protagonisti i 4 mila docenti e personale Ata della scuola. Si va verso lo sblocco degli scatti per il personale del comparto difesa e sicurezza. Retribuzioni ancora al palo per gli altri dipendenti pubblici.
Kamsin Nella manovra ci sarà anche un pacchetto di misure sul pubblico impiego e sulle pensioni. E' quanto si apprende da diverse agenzie di stampa che citano fonti vicine a Palazzo Chigi. Secondo quanto ha anticipato il Corriere della Sera la manovra potrebbe prevedere un taglio del 3% delle retribuzioni dei dirigenti pubblici. Praticamente sicuro invece lo stop al blocco degli scatti per il personale del comparto sicurezza, mentre - molto probabilmente - il blocco sarà prorogato per gli altri dipendenti pubblici, "anche se su questo punto è in corso un confronto tra i ministeri dell'Economia e della Pubblica amministrazione".
Secondo il Sole24Ore la manovra conterrà anche la soluzione alla questione delle uscite degli insegnanti con «quota 96» sulla quale si sta concludendo la valutazione tecnica da parte del Ministero dell'Economia. Mentre sullo stop alle penalizzazioni sino al 2017 per i lavoratori che hanno perfezionato i 42 anni e 6 mesi di contributi ma non hanno ancora raggiunto i 62 anni la partita è ancora aperta. Si tratta queste di due misure "critiche" sulle quali il Governo aveva fatto una brutta figura la scorsa estate quando fu costretto a stralciarle in fretta e furia dal decreto legge 90/2014 sotto i rilievi della Ragioneria Generale dello Stato.
I tecnici dell'Economia stanno lavorando anche all'altra misura annunciata da Renzi nelle scorse settimane. Si tratta dell'inserimento del Tfr in busta paga. Con il trascorrere delle ore aumentano le chances che questa misura possa trovare posto nella "stabilità". «Al 90 per cento riusciamo a realizzarla con la legge di Stabilità», dicono gli esperti del governo che hanno in mano il dossier. Che il nodo sia solo tecnico lo sottolinea anche il fatto che Renzi ha incassato anche il via libera delle piccole imprese industriali. Sembra che ci sia anche la disponibilità delle banche a "sostituire" il Tfr con un credito a tassi agevolati.
Le banche, dunque, anticiperanno i soldi al lavoratore interessato e le aziende li restituiranno alle banche una volta che quel lavoratore cesserà il rapporto. L'ipotesi di un intervento della Cassa depositi e prestiti sembrerebbe meno probabile. Ci sono poi altre due questioni di non semplice soluzione. L'operazione Tfr non dovrà compromettere la stabilità del sistema dei fondi pensionistici integrativi. È possibile che i lavoratori che hanno optato per destinare il proprio Tfr nei fondi possano essere esclusi, ma questo genererebbe una differenza di opportunità. Ci sono poi quei circa 6 miliardi di euro che le aziende con più di 50 dipendenti versano a un fondo dell'Inps anziché tenerli come autofinanziamento.
Non ci dovrebbero essere invece problemi per la proroga dell'ecobonus del 65% e del bonus del 55% per le ristrutturazioni edilizie. Le due agevolazioni avranno una durata triennale ma dal 2016 dovrebbero gradualmente ridursi.
Zedde