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Per risolvere e discutere insieme le problematiche legate a norme, fisco e tributi.
Detassazione Pensione INPS settore privato – Domicilio, Dimora Abituale, Centro di Interessi.
- Giorgio2
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19/08/2018 04:25#55168
da Giorgio2
Risposta da Giorgio2 al topic Detassazione Pensione INPS settore privato – Domicilio, Dimora Abituale, Centro di Interessi.
Mi son letto la sentenza della Cassazione. Mi sembra abbastanza chiara. Riporto il testo: Quando essa (persona fisica) dispone di un’abitazione permanente in entrambi gli Stati Contraenti, è considerata residente dello Stato Contraente nel quale le sue relazioni personali ed economiche sono più strette (centro degli interessi vitali); Nel caso esaminato dalla Cassazione il contribuente aveva una relazione affettiva in Italia e quindi nonostante fosse residente all'estero il centro dei suoi interessi era rimasto in Italia. Almeno io l'ho capita così
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- ma51
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05/03/2018 08:48#49989
da ma51
Detassazione Pensione INPS settore privato – Domicilio, Dimora Abituale, Centro di Interessi. è stato creato da ma51
Buon giorno a tutti.
Mi scuso sin d’ora se userò termini magari non appropriati alla materia.
Prendo spunto dal messaggio INPS n. 8660 del 12/04/2011, “Applicazione delle Convenzioni internazionali intese ad evitare la doppia imposizione fiscale alle pensioni relative a beneficiari residenti all’estero”,
dove al punto 1.4 viene citato:
“”” Decorrenza della detassazione
Ai fini delle imposte sui redditi sono considerati “non residenti” in Italia
(art. 2 DPR 917/86) coloro che non sono iscritti nelle anagrafi della popolazione
residente per la maggior parte del periodo d’imposta, cioè per almeno 183 giorni
nell’anno (184 per gli anni bisestili) e, ai sensi del codice civile (art. 43), non hanno
nel territorio dello Stato italiano né il domicilio (sede principale di affari e
interessi) né la residenza (dimora abituale).
Se manca anche una sola di queste condizioni i contribuenti interessati
sono considerati residenti in Italia. “””
Ho fatto una ricerca abbastanza lunga sul Web per capire esattamente cosa si intende con i 3 punti citati sopra, e rispetto alla mia situazione di pensionata INPS settore privato, se posso io soddisfare i 3 requisiti richiesti.
1)Bisogna essere iscritti almeno 183 (184) gg. AIRE in un anno (e su questo punto non ci sono dubbi sulla sua comprensione per tutti e sulla mia situazione iscritta ormai da 3 anni AIRE).
2)Per il domicilio (sede principale di affari ed interessi) e la residenza (dimora abituale) avrei necessità di conferme per la mia situazione di pensionata, celibe, senza genitori e senza particolari interessi in Italia (nessuna iscrizione a Clubs o Associazioni) tanto meno attività lavorative.
Io risiedo all’estero sempre per circa 7-8 mesi all’anno con timbri del paese extraCee di entrata ed uscita sul passaporto, verificabili senza ombra di dubbio. Quindi il requisito residenza: “Dimora Abituale”, dovrebbe essere assolto, se ho ben compreso, perché si dovrebbe intendere dove proprio fisicamente uno vive.
3)Per quanto concerne invece ciò che concorre a formare il centro di interessi in Italia ho letto che i fattori possono essere:
Un immobile tenuto a disposizione.
La presenza del/della consorte, compagno/compagna.
La presenza di proprietà immobiliari ma anche mobiliari.
Quindi, per centro di interessi, sto cercando di comprendere se la mia situazione può soddisfare il requisito ed essere considerata residente fiscalmente all’estero (a parte la presentazione dei relativi documenti per la richiesta di detassazione, ecc.)
Io ho sia in Italia che all’estero, un appartamento in affitto, tenuti tutti e due a disposizione per tutto l’anno, oltre un auto sia in Italia che all’estero, a me intestate, che utilizzo quando sono presente di volta in volta da una parte o dall’altra. (Quella in Italia iscritta credo si dica, allo stato estero, come iscritta AIRE).
Con gli appartamenti in affitto (un trilocale in Italia e uno studio/monolocale all’estero) sono a me intestati anche i contratti di energia elettrica, gas e adsl, in ambedue gli alloggi.
Non ho nessuna proprietà immobiliare sia in Italia che all’estero, mentre per le proprietà mobiliari, ho dei conti correnti con delle carte di credito/debito, sia in Italia che all’estero nel paese extracee, che utilizzo per l’accredito della pensione (questa accreditata in Italia) e il pagamento delle relative utenze, oltre a prelevamenti per poter vivere.
Nei due appartamenti ci sono degli oggetti personali, cioè mobili, elettrodomestici, vestiti, oltre che libri, riviste, CD musicali ed altre masserizie facenti parte della vita di tutti i giorni. La quantità di questi oggetti è predominante nell’appartamento italiano che non in quello estero. Quindi mi sfugge come individuare l’aggettivo “abituale”, se a predominare è il fattore “temporale”, cioè i 7-8 mesi trascorsi nell’appartamento estero, in luogo dei 4-5 mesi passati in Italia, oppure la quantità di proprietà mobiliari. Oppure l’appartamento italiano, è già di per se ritenuto “abituale” e centro di interessi, in quanto, tenuto a disposizione per tutto l’anno, indipendentemente sia vissuto fisicamente solo per 4-5 mesi all’anno.
Questi dubbi mi son venuti dalla sentenza di Cassazione ordinanza n. 26638, depositata in data 10 novembre 2017, dove la Corte di Cassazione ha stabilito che la residenza di una persona fisica – che comporta determinati adempimenti dichiarativi - si individua in base al luogo ove si trovano gli affetti e le relazioni personali, poco rilevando la proprietà di un immobile nello Stato estero e la permanenza in tale Paese di più di 183 giorni. (A parte che come dicevo, io non ho nessuna relazione personale), ma mi son venuti i dubbi per il “Centro di interessi”, che se ho ben capito sono normative alle quali l’interpello è negato, perché dovrebbero concorrere delle indagini appropriate per singolo caso.
Grazie per eventuali risposte,
I migliori saluti.
Mi scuso sin d’ora se userò termini magari non appropriati alla materia.
Prendo spunto dal messaggio INPS n. 8660 del 12/04/2011, “Applicazione delle Convenzioni internazionali intese ad evitare la doppia imposizione fiscale alle pensioni relative a beneficiari residenti all’estero”,
dove al punto 1.4 viene citato:
“”” Decorrenza della detassazione
Ai fini delle imposte sui redditi sono considerati “non residenti” in Italia
(art. 2 DPR 917/86) coloro che non sono iscritti nelle anagrafi della popolazione
residente per la maggior parte del periodo d’imposta, cioè per almeno 183 giorni
nell’anno (184 per gli anni bisestili) e, ai sensi del codice civile (art. 43), non hanno
nel territorio dello Stato italiano né il domicilio (sede principale di affari e
interessi) né la residenza (dimora abituale).
Se manca anche una sola di queste condizioni i contribuenti interessati
sono considerati residenti in Italia. “””
Ho fatto una ricerca abbastanza lunga sul Web per capire esattamente cosa si intende con i 3 punti citati sopra, e rispetto alla mia situazione di pensionata INPS settore privato, se posso io soddisfare i 3 requisiti richiesti.
1)Bisogna essere iscritti almeno 183 (184) gg. AIRE in un anno (e su questo punto non ci sono dubbi sulla sua comprensione per tutti e sulla mia situazione iscritta ormai da 3 anni AIRE).
2)Per il domicilio (sede principale di affari ed interessi) e la residenza (dimora abituale) avrei necessità di conferme per la mia situazione di pensionata, celibe, senza genitori e senza particolari interessi in Italia (nessuna iscrizione a Clubs o Associazioni) tanto meno attività lavorative.
Io risiedo all’estero sempre per circa 7-8 mesi all’anno con timbri del paese extraCee di entrata ed uscita sul passaporto, verificabili senza ombra di dubbio. Quindi il requisito residenza: “Dimora Abituale”, dovrebbe essere assolto, se ho ben compreso, perché si dovrebbe intendere dove proprio fisicamente uno vive.
3)Per quanto concerne invece ciò che concorre a formare il centro di interessi in Italia ho letto che i fattori possono essere:
Un immobile tenuto a disposizione.
La presenza del/della consorte, compagno/compagna.
La presenza di proprietà immobiliari ma anche mobiliari.
Quindi, per centro di interessi, sto cercando di comprendere se la mia situazione può soddisfare il requisito ed essere considerata residente fiscalmente all’estero (a parte la presentazione dei relativi documenti per la richiesta di detassazione, ecc.)
Io ho sia in Italia che all’estero, un appartamento in affitto, tenuti tutti e due a disposizione per tutto l’anno, oltre un auto sia in Italia che all’estero, a me intestate, che utilizzo quando sono presente di volta in volta da una parte o dall’altra. (Quella in Italia iscritta credo si dica, allo stato estero, come iscritta AIRE).
Con gli appartamenti in affitto (un trilocale in Italia e uno studio/monolocale all’estero) sono a me intestati anche i contratti di energia elettrica, gas e adsl, in ambedue gli alloggi.
Non ho nessuna proprietà immobiliare sia in Italia che all’estero, mentre per le proprietà mobiliari, ho dei conti correnti con delle carte di credito/debito, sia in Italia che all’estero nel paese extracee, che utilizzo per l’accredito della pensione (questa accreditata in Italia) e il pagamento delle relative utenze, oltre a prelevamenti per poter vivere.
Nei due appartamenti ci sono degli oggetti personali, cioè mobili, elettrodomestici, vestiti, oltre che libri, riviste, CD musicali ed altre masserizie facenti parte della vita di tutti i giorni. La quantità di questi oggetti è predominante nell’appartamento italiano che non in quello estero. Quindi mi sfugge come individuare l’aggettivo “abituale”, se a predominare è il fattore “temporale”, cioè i 7-8 mesi trascorsi nell’appartamento estero, in luogo dei 4-5 mesi passati in Italia, oppure la quantità di proprietà mobiliari. Oppure l’appartamento italiano, è già di per se ritenuto “abituale” e centro di interessi, in quanto, tenuto a disposizione per tutto l’anno, indipendentemente sia vissuto fisicamente solo per 4-5 mesi all’anno.
Questi dubbi mi son venuti dalla sentenza di Cassazione ordinanza n. 26638, depositata in data 10 novembre 2017, dove la Corte di Cassazione ha stabilito che la residenza di una persona fisica – che comporta determinati adempimenti dichiarativi - si individua in base al luogo ove si trovano gli affetti e le relazioni personali, poco rilevando la proprietà di un immobile nello Stato estero e la permanenza in tale Paese di più di 183 giorni. (A parte che come dicevo, io non ho nessuna relazione personale), ma mi son venuti i dubbi per il “Centro di interessi”, che se ho ben capito sono normative alle quali l’interpello è negato, perché dovrebbero concorrere delle indagini appropriate per singolo caso.
Grazie per eventuali risposte,
I migliori saluti.
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