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Riforma Pa, Madia: i testi della Riforma sono pronti
Il testo del decreto legge sulla riforma della Pubblica Amministrazione e del ddl delega “arrivano oggi, assolutamente si’. Non si sono persi, siamo stati in attesa della bollinatura del Mef che deve dire che ci sono le coperture o quanti risparmi ci sono”. E' quanto ha precisato il ministro per la P.A. e la Semplificazione Marianna Madia, ospite a ‘Radio Anch’io’ su Radio1. Kamsin
Quindi, nessuna obiezione da parte del Quirinale: “nulla – aggiunge il ministro -. E’ tutto salvo, tutto e’ nel disegno di legge delega”. Ai sindacati “ho mandato loro un documento specifico di 11 pagine, ho anche recepito alcune cose come la doppia autorizzazione per i concorsi pubblici. Di fatto se il sindacato vuole puo’ partecipare nel merito ed e’ questo che chiedo loro”.
Semplificazione e digitalizzazione sono necessari “per semplificare la P.A. e farla diventare attuale e piu’ rispondente ai nostri tempi”. Per il ministro la riforma oggi e’ possibile per tre motivi: “il Paese lo chiede con grande forza; c’e’ un premier che ha messo la riforma come priorita’ assoluta e non si ferma davanti le resistenze; il fatto che l’elettorato e’ sempre piu’ mobile e questo da’ al governo maggiore liberta’ di agire dove deve agire”.
Zedde
Decreto Irpef, ecco le nuove aliquote Irap
Ha avuto il via libera, con la conversione in legge del Decreto Irpef, lo sconto Irap per imprese e professionisti dall'esercizio 2014. Kamsin L'articolo 2 del Dl 66/2014 concede una riduzione del 10% dell'aliquota Irap "con decorrenza dall'esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2013". Per le imprese industriali e commerciali e per i professionisti lo sconto comporta l'abbassamento dell'aliquota dal 3,9% del 2013 al 3,5%; per le banche e le società finanziarie l'Irap si abbassa al 4,2% contro l'attuale 4,65%; le assicurazioni pagheranno il 5,3% contro il 5,9% attuale.
Partecipano alla torta anche le imprese agricole che godranno di una aliquota ridotta all'1,7% e le concessionarie di opere diverse da autostrade e trafori che pagheranno il 3,8% contro il 4,2% precedente. Il decreto irpef rimodula anche le maggiorazioni delle aliquote previste da leggi regionali in una forchetta che può raggiungere lo 0,92% (contro l'1% stabilito attualmente).
Quanto alle modalità di riduzione dell'Irap il Dl 66 prevede un meccanismo graduale. Nel calcolo degli acconti previsionali 2014, infatti, occorre determinare l'Irap con una aliquota intermedia, variabile a seconda dell'impresa (per le industriali l'aliquota del 2014 sarà del 3,75%; per le banche l'aliquota sarà del 4,5%, le assicurazioni il 5,7%, le imprese agricole l'1,8% e le concessionarie il 4 per cento).
Zedde
Decreto Irpef, riparte la rateizzazione delle cartelle di Equitalia
Possibilità di essere ammessi ad una nuova rateazione di 72 mesi con Equitalia per i debitori decaduti dalle rateazioni alla data del 22 giugno 2013 mediante la presentazione di una apposita istanza entro la fine luglio. Kamsin E' quanto prevede l'articolo 11 della legge di conversione del decreto Irpef approvata in via definitiva dalla Camera l'altro giorno. La novità è stata inserita in un emendamento a firma di Mauro Maria Marino del Pd al Decreto Irpef che ha di fatto riaperto le possibilità di rateizzazione dei pagamenti delle cartelle di Equitalia per chi è decaduto dal beneficio. La rateizzazione potrà essere fatta in un massimo di 72 mesi, cioè sei anni.
Con la novità entrata in vigore con la conversione del decreto Irpef i contribuenti che non hanno potuto beneficiare delle regole più favorevoli introdotte dal Dl 69/2013 (che aveva introdotto una dilazione di 120 mensilità), a decorrere dal 22 giugno 2013 potranno dunque presentare una istanza, entro il 31 luglio prossimo, ed ottenere una dilazione massima "straordinaria" di 72 rate.
Ammessi alla dilazione tutti i debiti, anche quelli relativi a contributi previdenziali non versati e non solo quelli di natura tributaria. La decadenza però in questo caso si verifica con il mancato pagamento di due rate, anche non consecutive, a fronte della otto rate previste per le dilazioni ordinarie introdotte con il Dl 69/2013; ed inoltre gli interessati non potranno ottenere alcuna ulteriore proroga a differenza di quanto è previsto nei piani di rientro attuali. L'istanza volta ad ottenere il beneficio potrà essere presentata anche dopo la notifica dell'atto di pignoramento per fermare la vendita all'asta dell'immobile pignorato.
Zedde
Decreto fisco, oggi il via libera in Cdm alla dichiarazione dei redditi precompilata
Si vanno definendo le misure contenute nel decreto attuativo della delega fiscale che sarà discusso dal Consiglio dei Ministri di oggi. Una delle principali novità riguarda la semplificazione delle procedure sui rimborsi Iva. Kamsin La correzione che dovrebbe essere approvata diminuisce gli oneri a carico delle imprese (che attualmente hanno l'obbligo di prestare adeguate garanzie allo stato qualora l'importo superi i 5mila euro) stabilendo che fino a 15mila euro non sarà più necessario alcun adempimento per ottenere il credito spettante; per le somme superiori sarà sufficiente un visto di conformità apposto da Caf e professionisti abilitati per certificare che i dati della dichiarazione da cui risulta il credito siano veritieri. In alcuni casi però la garanzia resterà necessaria. Si tratta in particolare delle imprese o delle attività produttive che sono a inizio o fine attività e quelle destinatarie di avvisi di accertamento fiscali.
Il provvedimento dovrebbe anche cancellare in via definitiva la solidarietà sugli appalti in ambito fiscale, eliminando anche quella per l'omesso versamento delle ritenute da parte del subappaltatore; resterà invece la responsabilità per i contributi assistenziali e previdenziali. Novità anche in caso di bilancio in perdita, il decreto infatti vuole estendere da 3 a 5 anni il periodo in cui una società può chiudere in rosso senza rischiare le penalizzazioni fiscali come l'aliquota Ires maggiorata al 38 per cento; inoltre la comunicazione delle operazioni con Paesi black list (cioé quelli ritenuti paradisi fiscali dall'Italia) sarà annuale e non più trimestrale o mensile come avviene attualmente. Potrebbe anche essere innalzata la soglia (ora fissata a 500 euro) a partire dalla quale va fatta la comunicazione.
Nel decreto delegato troverà anche spazio la dichiarazione dei redditi precompilata a partire dal prossimo anno con la promessa che dal 2016 i contribuenti troveranno anche le spese mediche sostenute che danno diritto a detrazioni d'imposta. La dichiarazione sarà inviata ad oltre 35 milioni di contribuenti direttamente dai servizi telematici delle Entrate, dal sostituto d'imposta, dal Caf o dai professionisti abilitati (commercialisti, consulenti del lavoro) e conterrà, oltre ai dati anagrafici, i dati sui redditi percepiti nel 2014, i dati sugli immobili posseduti, i contributi versati e deducibili, gli interessi passivi sui mutui, le polizze vita e i dati sui fondi pensioni.
La dichiarazione a domicilio arriverà il 15 aprile di ogni anno e il contribuente, che potrà comunque accettare, modificare o tornare alla dichiarazione compilata in modo tradizionale , dovrà consegnare la dichiarazione al sostituto, al Caf, ai professionisti abilitati o direttamente alle Entrate, entro il 7 luglio di ogni anno.
Zedde
Renzi a M5S: ditemi come e vediamoci mercoledi'
Altro...
Balotelli, se vinciamo domani voglio bacio dalla regina
M5S: Grillo, siamo una forza democratica e facciamo paura
Pattuglia di deputati pronti a lasciare Sel, Vendola, un errore
Riforme: tweet Boschi, al lavoro. Domani emendamenti relatori
- Roma, 19 giu. - Giornata fitta di incontri per il ministro Maria Elena Boschi per arrivare a siglare un'intesa sulle riforme. E' la stesa Boschi, in un tweet, a confermare: "Al lavoro sulle riforme. #Italiariparte". E di fatti, Boschi ha oggi incontrato prima il coordinatore nazionale di Ncd, Gaetano Quagliariello, poi il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani.
E ancora, il senatore Vittorio Fravezzi (Upt), vicepresidente vicario del Gruppo Per le Autonomie, presenti anche il senatore Karl Zeller ed il deputato Daniel Alfreider, come rappresentanti della Svp, ed il senatore valdostano Albert Laniece. Nel pomeriggio, al Senato, lunga riunione tra la presidente della commissione Affari costituzionali e relatrice del ddl, Anna Finocchiaro, e il sottosegretario Luciano Pizzetti.
Fonti parlamentari di maggioranza riferiscono che entro domani sera i due relatori, Finocchiaro e Roberto Calderoli, presenteranno i loro emendamenti al ddl del governo.
Si sgretola il partito di Vendola Lasciano Migliore e Fava
- Roma, 19 giu. - Dopo alcuni scontri interni a causa del decreto Irpef, Sel, il partito di Nichi Vendola, sta subendo delle perdite. Arrivate a Nichi Vendola le dimissioni di Gennaro Migliore capogruppo di Sel alla camera, seguite da quelle di Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia.
"C'e' il pericolo che qualche esponente vada via, non che il partito si spacchi. Le scissioni parlamentari sono altra cosa e spero che Gennaro Migliore torni sui propri passi perche' gli voglio bene e l'ho considerato come un figlio". Lo ha detto il presidente Sel, Nichi Vendola, arrivando nella sede del partito per partecipare alla segreteria che valutera' il da farsi dopo le dimissioni del capogruppo alla Camera. "E' in corso una discussione che riguarda una parte dei parlamentari e non il corpo diffuso di Sinistra e Liberta'", ha aggiunto Vendola. "Credo che abbiamo avuto un chiarimento che possa mettere sul giusto sentiero il nostro partito. Era del tutto legittimo votare si'" al dl Irpef, "partendo dal fatto che quello che non si puo' fare e' trasformare questo passaggio in un pretesto per entrare nella compagine di governo. Distruggere Sel - ha rilevato ancora - sarebbe uno spreco, perche' e' una comunita' esempio di buon governo".
La lettera in cui Gennaro Migliore annuncia le dimissioni dal partito e spiega le sue posizioni "incompatibili con l'appartenenza al nostro partito"inizia cosi': "Care compagne e cari compagni oggi non saro' presente alla riunione del coordinamento nazionale che, tra i punti all'ordine del giorno, discutera' delle mie dimissioni da capogruppo di Sel alla Camera. E' una decisione che ho preso nelle ultime ore e che ha a che vedere con l'interruzione del reciproco rapporto di fiducia che e' seguito alla discussione nel gruppo parlamentare sul decreto Irpef e al successivo voto parlamentare".
"Non ho - scrive Migliore - cambiato idea sul fatto che in un partito si discute liberamente, ma poi si sostiene cio' che la maggioranza decide: come ho fatto nella campagna elettorale e come ho provato a fare in ogni singolo atto parlamentare. Ho pero' cambiato idea, ieri definitivamente, sulla possibilita' che mie posizioni siano compatibili con l'appartenenza al nostro partito. Mi fermo prima. Prima che qualcuno mi chieda improbabili 'riallineamenti' (come se si potesse riallineare un pensiero, un'idea, come qualche rappresentante del gruppo dirigente ha ventilato e non semplicemente constatare la lealta' che ho sempre manifestato in ogni organizzazione in cui ho militato). Prima che alla prossima occasione di dissenso riparta il processo mediatizzato e le accuse di sequestrare la linea.
Percio' rassegno le mie dimissioni irrevocabili dal coordinamento nazionale, da tutti gli organismi in cui sono stato eletto e dal partito stesso". Migliore nella sua lettera torna allo scontro di ieri in Sel. "In primo luogo - scrive Migliore - intendo ribadire che la discussione nel gruppo, per quanto aspra, non ha mai preso la strada dello schierarsi pro o contro il governo, ma si e' confrontata sul significato politico di un voto (numericamente non determinante ai fini dell'approvazione del decreto e quindi non 'sospettabile' di fare da stampella al governo) che qualificasse la nostra azione parlamentare di sinistra di governo.
Il gruppo alla Camera ha votato compatto contro la fiducia al governo perche' questo era il mandato dell'assemblea nazionale. Ha discusso su come votare sul decreto Irpef poiche' l'assemblea non aveva dato nessuna indicazione vincolante, ne' nel documento finale ne' nelle conclusioni del presidente del partito". "Al momento del voto nel gruppo - continua - ho inteso rassegnare le mie dimissioni poiche' non condividevo la proposta di astenerci, avanzata fin da subito dal coordinatore del partito e poi ribadita da Vendola, per poter esprimere in piena liberta' il mio pensiero, ovvero che un provvedimento che contiene una misura di sostegno a 10 milioni di lavoratori, come quella degli 80? e altri positivi provvedimenti, dovesse far parte delle 'nostre' rivendicazioni e che, se fossimo stati al governo, noi stessi avremmo promosso.
Successivamente il gruppo ha votato seguendo l'indicazione maggioritaria espressa al suo interno, a parte due astensioni motivate 'in rappresentanza di altri'. Tale votazione e' stata prima rivendicata e poi additata come un grave errore politico, fino al punto di accusare il gruppo stesso di 'sequestrare la linea del partito'. Mi chiedo cosa si intenda per 'sequestro della linea', visto che di un singolo provvedimento si stava discutendo e che si era appena votata la sfiducia (pur esistendo tra noi, a partire da chi parla, una posizione pubblica che ha sempre richiesto di aprire una riflessione sulla nostra collocazione rispetto al governo).
Se si intendesse che 'l'intenzione' di chi propone di votare a favore di un provvedimento sia la premessa per cambiare l'opzione politica voluta dalla maggioranza si sta distorcendo la realta', anche perche' tra coloro i quali si sono espressi per il si al provvedimento non c'e' un automatismo tra quella scelta e il ragionamento sulla collocazione rispetto al governo. Inoltre, vista la immediata sanzione della "gravita'" del voto favorevole, resta difficilmente comprensibile il motivo per cui tutti l'abbiano votato. Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia, con una lettera ha comunicato oggi pomeriggio al presidente di Sel, Nichi Vendola, le proprie irrevocabili dimissioni dal partito. "Ti comunico - scrive Fava a Vendola - la decisione di dimettermi da Sinistra Ecologia e Liberta'. Una scelta dolorosa e insieme inderogabile. Dolorosa per chi, come me, ha immaginato, fortemente voluto e partecipato alla fondazione di Sinistra Ecologia e Liberta'. Inderogabile per la distanza che ormai separa Sel dal suo progetto originario". "La scelta congressuale e le decisioni di questi mesi - aggiunge - ci hanno portati ad abbandonare il terreno della nostra sfida politica naturale che era quello del socialismo europeo.
Abbiamo preferito una collocazione in Europa e una pratica politica in Italia di forte arroccamento identitario. Una marginalita' che ci rende inadeguati rispetto all'ambizione che c'eravamo dati: costruire una forza autonoma della sinistra impegnata in un cambiamento del paese e nella ricostruzione di uno spazio politico largo, plurale, responsabile". "Sono venute meno le condizioni per continuare questa strada insieme", osserva Fava. "Permettimi solo di chiarire, anticipando il florilegio di interpretazioni che questa decisione raccogliera', che questa non e' una scorciatoia verso altri partiti. La differenza che tu proponi oggi sui giornali tra 'renziani' e 'non renziani' e' una semplificazione ingenerosa e grossolana.
La scelta, per me, non e' tra la rassegnazione a una deriva minoritaria in cui non mi riconosco piu' e l'adesione a un'altra forza politica: esiste anche il primato della propria coerenza e soprattutto della propria autonomia. Senza alcuna subalternita' nei confronti di nessuno", conclude.