Isee in crescita negli ultimi due anni, boom delle misure anti-Covid
Il Rapporto di Monitoraggio elaborato dal Ministero del Lavoro evidenza nel 2020 una crescita del 36% per quel che riguarda la popolazione residente e del 28% relativo al totale delle famiglie. Spingono la crescita soprattutto le richieste delle misure sociali prese per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia: il Rem e i buoni spesa.
L'utilizzo dell'Isee è in crescita esponenziale tra le famiglie italiane, ad attestarlo è il Rapporto di Monitoraggio dalla Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, relativo ai dati del 2020 e pubblicato on line l'11 febbraio scorso.
Il rapporto, elaborato su un campione di Dichiarazioni sostitutive uniche o Dsu, mostra un aumento delle richieste dell'Indicatore di Situazione Economica Equivalente. Infatti, sono state 9 milioni e mezzo le Dsu presentate relative ai dati di più di 20 milioni di persone (36% della popolazione residente) e di 7 milioni e mezzo di famiglie (equivalenti al 28% del totale).
Ma vediamo più da vicino i principali dati forniti dal Rapporto.
Rapporto di Monitoraggio sull'Isee, i dati
La crescita delle richieste dell'Isee ha raggiunto un massimo storico nel biennio 2020-2021 con un incremento del 20% in ognuno dei due anni. Il primo dato che salta agli occhi è che mentre nel 2019 le Dsu (e quindi l'impiego dell'Isee) erano presentate per ottenere il Reddito di Cittadinanza, dal 2020 a prevalere sono le richieste di ottenimento delle misure per fronteggiare gli effetti economici della pandemia da Covid-19 come il Reddito di emergenza o Rem e i buoni spesa Covid, una chiara rappresentazione delle difficoltà dell'economia del paese.
L'altra novità è rappresentata dalla distribuzione territoriale delle Dsu presentate, con il nord che ha visto il maggior incremento sia in termini di dichiarazioni presentate, sia in termini di famiglie con un tasso del 25% a fronte di aumenti inferiori al 20% nelle restanti zone territoriali della penisola. Tuttavia, il fenomeno delle Dsu nel settentrione riguarda ancora soltanto il 28,3% della popolazione, mentre nel centro si arriva al 33,5 e nel sud si sfiora quasi la metà dei residenti con il 47,6%: anche questo un dato interessante che mostra l'impatto dell'emergenza sanitaria sul motore dell'economia italiana.
Infine, c'è da segnalare l'incremento dell'Isee corrente, presentato per aggiornare con dati più recenti la situazione familiare, registrando ad esempio un'improvvisa perdita del lavoro. Sebbene su percentuali comunque molto ridotte: si va dallo 0,25% del 2017 e del 2018, a circa l’1% nel 2019 fino al 2,5% nel 2020.
Rapporto di Monitoraggio sull'Isee, il profilo delle persone che presentano Dsu
Ma chi è che presenta le Dsu nel nostro paese? Il rapporto ci fornisce alcune risposte a questa domanda: innanzitutto si tratta di famiglie mediamente più estese della media nazionale con 2,89 componenti contro 2,30. Inoltre tra le persone in età da lavoro, più di un terzo, ne è privo, mentre nelle famiglie residenti il valore medio è del 19%; inoltre le famiglie con Isee che abbiano un'abitazione di proprietà sono solo il 44%, percentuale che sale all'80% tra le famiglie residenti.
Anche i valori economici dell'Isee sono significativi: un quarto della popolazione che ricorre alla Dsu ha un indicatore sotto i 3.000 euro, mentre tra i 3.000 e i 9.000 euro si trova il 28% del totale con condizione molto più deboli al sud (65% per cento con un Isee minore di 10.000 euro, valore medio 9.500 euro) che nella parte centrosettentrionale del paese (50% con Isee minore di 10.000 euro, valore medio più di 13.000).
Stabile infine nel 2020 il dato sul turn over di chi fa la Dsu, si evidenza però il flusso degli ingressi delle famiglie residenti al centro e al nord.