Tasi 2014, domani il decreto del governo per lo slittamento ad ottobre
E' fissato per domani in Consiglio dei ministri l'approvazione del decreto legge che recherà lo slittamento del pagamento dell'acconto della Tasi ne comuni ritardatari.
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Il provvedimento, che ricalca l'emendamento al decreto Irpef approvato oggi in Senato, renderà efficace la proroga dei termini che altrimenti non riuscirebbe ad entrare in vigore entro il 16 Giugno.
Ricapitolando slitterà al 16 ottobre il pagamento della prima rata della Tasi nei i comuni dove non è ancora stata deliberata l'aliquota. Le delibere dovranno essere approvate dai comuni entro il 190 Settembre e pubblicate entro il 18 settembre sul sito del dipartimento delle Finanze. Nel caso non venga rispettato nemmeno questo termine la tassa sarà calcolata applicando l'aliquota minima dell'1 per mille e si pagherà in un'unica soluzione il 16 dicembre. Previsto anche che entro il 20 giugno il Tesoro anticipi ai comuni ritardatari i fondi necessari per coprire il 50% del gettito Tasi stimato applicando l'aliquota base.
Decreto Irpef, via libera dal Senato. No estensione del bonus alle famiglie monoreddito
Intanto oggi c'è stato il primo sì alla conversione in legge del decreto Irpef, il provvedimento che assicura 80 Euro di bonus fiscale ai lavoratori che guadagnano fino a 1.500 Euro al mese. A Palazzo Madama i sì alla questione di fiducia - sul provvedimento posta per il governo dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi - sono stati 159, a fronte di 112 no. Ora, il decreto passa alla Camera.
L'impianto del provvedimento è restato sostanzialmente uguale a quello definito dal governo. Il Nuovo Centrodestra ha premuto per l'allargamento della platea dei beneficiari, in base al quoziente familiare (reddito e numero di figli a carico). In questo senso, ha ottenuto un'indicazione che rinvia alla legge di stabilità per includere altri destinatari a partire dal prossimo anno. Si è discusso di un'estensione anche a favore dei pensionati, senza che però venissero aggiunti emendamenti in tal senso. Il Dl Irpef resta dunque un provvedimento di taglio al cuneo fiscale, e, cioè, al costo del lavoro, in favore dei dipendenti. A Montecitorio, ora, l'approvazione definitiva dovrà essere votata entro il 23 giugno.
Pensioni, via libera alla norma salva-casse
Con il decreto Irpef passa anche l'aumento dall'11 all' 11,5% della tassazione sulla previdenza complementare in maniera tale da poter escludere poi i fondi pensione dall'aumento dal 20 al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie.