Tasi 2014, l'acconto di giugno sarà un rebus
Salta l'ipotesi di vincolare tutta l'aliquota extra dello 0,8 per mille alle detrazioni sulle prime case. I contribuenti saranno chiamati alle Casse entro il 16 Giugno.
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Sulla Tasi non c'è pace. Nella versione licenziata tra giovedì e venerdì dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, infatti, non sono stati apportate correzioni alla «super-Tasi», cioè a quell'aliquota aggiuntiva pari allo 0,8 per mille rispetto alle massime aliquote stabilite dalla legge che può essere applicata dai Comuni per finanziare le detrazioni sull'abitazione principali.
Lo scontro in questi giorni è stato sulla possibilità di introdurre un vincolo di destinazione integrale agli sconti dell'extragettito prodotto dalla Super Tasi. "Ogni comune - spiega Causi deputato del Pd e relatore del provvedimento in Commissione Finanze - è libero di scegliere quale aliquota applicare, fa parte del patto con gli Enti locali.
Il vincolo della legge, però, è chiaro: si possono applicare le maggiorazioni solo garantendo detrazioni tali da permettere di non pagare la Tasi a chi non pagava l'Imu". Come a dire che saranno soprattutto i capienti a sentire sulle spalle il peso dell'aumento dell'imposta.
Forza Italia avrebbe voluto che l'intero extragettito venisse destinato alle detrazioni, "ma in questo modo gli Enti non sarebbero stati in grado di rispettare i vincoli di bilancio. E anche con l'aumento delle aliquote ci troveremo davanti a situazioni diverse: da una parte comuni in equilibrio, dall'altra enti in rosso".
E proprio per evitare che i comuni in difficoltà fossere costretti a togliere le detrazioni a tutti, lo Stato ha stanziato 625 milioni di euro per far quadrare i conti. La prospettiva rimane quindi quella di nuovi incrementi per seconde case, negozi e imprese, ma anche di una Tasi superiore alla vecchia Imu per molte abitazioni principali di valore fiscale medio-basso.
Tutto comunque sarà in discussione almeno fino all'estate, perché gli emendamenti approvati al «salva-Roma» ter hanno prorogato al 31 luglio il termine per chiudere i bilanci preventivi dei Comuni.
L'esame del decreto comunque partirà questa settimana. Poi il decreto approderà al Senato, che per la conversione in legge avrà poco meno di un mese intervallato dalle festività pasquali e dai ponti di primavera.
Nelle modifiche approvate c'è anche il chiarimento che anche la Tasi, come l'Imu, va versata in acconto il 16 giugno e in saldo il 16 dicembre (oppure in soluzione unica a giugno), evitando così che ogni Comune potesse, come prevedeva la regola originaria, scegliere a proprio piacimento le date dei versamenti.
Il pagamento dell'acconto di giugno dovrà essere effettuato sulla base dell'aliquota standard (che chiede l'1 per mille a tutti i contribuenti), con il conguaglio a dicembre per saldare il conto misurato dalle aliquote locali fissate entro il 31 Luglio.
La regola però non interessa le abitazioni principali, per cui in pratica nei Comuni che non decidono le aliquote entro maggio si pagherà l'importo intero a dicembre. Un bel rebus di scadenze. Anche perchè per le seconde case l'aliquota standard vuole l'1 per mille per tutti. E dato che in diversi Comuni i sindaci non potranno chiederla o la vorranno applicare in un modo diverso, milioni di contribuenti rischiano di essere chiamati a pagare a giugno un'imposta che dovrà loro essere restituita.
Tra gli altri ritocchi che sono passati in Commissione ci sono anche i pagamenti dell'Imu per immobili in multiproprietà e le esenzioni dalla Tasi per i rifugi alpini. In particolare per gli immobili in multiproprietà il versamento dell'Imu dovrà essere effettuato dall'amministratore del bene, il quale potrà prelevare comunque l'importo dovuto dal fondo comune e riattribuendo le quote ai singoli titolari con addebito nel rendiconto annuale.