Lavoro Domestico, Ecco i minimi retributivi dal 1° gennaio 2023
Aggiornata dal Ministero del Lavoro la tabella dei minimi retributivi da corrispondere nel 2023 ai collaboratori domestici. Quest’anno paghe su del 9,2% e dell’11,5% per le indennità di vitto e alloggio.
Sale del 9,2% il costo per le famiglie per tenere in regola colf e collaboratori domestici nel 2023. Cioè l’80% dell’inflazione 2022 certificata dall’ISTAT (+11,5%). Salgono, invece, dell'11,5% le indennità di vitto e alloggio. Lo certifica la nuova tabella sui minimi retributivi pubblicata ieri dal Ministero del Lavoro. Il rincaro scatta in conseguenza della terza fumata nera della riunione della Commissione nazionale del Ccnl sul lavoro domestico, che si è svolta l’altro giorno al ministero del lavoro.
Le regole sull'aumento delle retribuzioni minime contrattuali è disciplinato dal Ccnl sul lavoro domestico. L'art. 38, in particolare, rimette il compito alla Commissione nazionale composta dalle parti datoriali e sindacali, che, convocata ogni anno dal ministero del lavoro, vi provvede in base all'indice Istat rilevato al 30 novembre. Sempre l'art. 38 stabilisce che, dopo la terza convocazione, se non c'è accordo o se c'è assenza delle parti, il ministero del lavoro proceda all'adeguamento delle retribuzioni all'80% dell'inflazione e dei valori convenzionali di vitto e alloggio al 100% dell'inflazione. Le tre riunioni senza accordi si sono svolte a dicembre, il 3 e il 16 gennaio.
Le organizzazioni datoriali avevano premuto per ottenere uno scaglionamento degli aumenti retributivi per contenere i costi alle famiglie ma le parti sociali hanno ribadito la necessità di assicurare adeguati livelli retributivi ad una platea di lavoratrici e lavoratori già di per sé particolarmente fragili e che devono fronteggiare il costante aumento del costo della vita. Di conseguenza in assenza di un diverso accordo il Ministero ha provveduto all’aggiornamento sin dal 1° gennaio 2023 dei minimi retributivi del lavoro domestico. In tabella gli stipendi.
L'aggiornamento, come noto, riguarda i minimi salariali. I datori di lavoro domestico possono, infatti, corrispondere importi più elevati tramite un superminimo assorbibile. In tal caso la retribuzione non subirà alcun mutamento essendo superiore a quella minima.