Pensioni
Esodati, parte oggi la discussione in Aula sulla Sesta salvaguardia
E' arrivato ieri il disco verde della commissione Lavoro di Montecitorio all'emendamento del Governo che concede la sesta salvaguardia per gli "esodati" dalla riforma delle pensioni Monti-Fornero di fine 2011. Il testo arriverà oggi pomeriggio all'esame dell'Aula. Kamsin I tempi di approvazione saranno rapidi, hanno assicurato fonti vicine all'esecutivo; l'obiettivo è dare un primo concreto segno che qualcosa, sul fronte delle tutele previdenziali, si sta iniziando a muovere dopo diversi mesi di stallo. Con l'emendamento si spostano di un altro anno al 6 gennaio 2016 (48 mesi dall'entrata in vigore del decreto legge 201/2011) i requisiti per ottenere il riconoscimento della salvaguardia e si allarga la platea dei beneficiari a un nuova categoria: i cessati da un rapporto di lavoro a tempo determinato. Si tratta di 4mila lavoratori che hanno perso il contratto a termine tra il 2007 e il 2011, non più rioccupati a tempo indeterminato, per i quali sono maturati i requisiti per utili per conseguire la decorrenza del trattamento pensionamento entro il 6.1.2016, per l'appunto.
Il testo della proposta di legge estende quei profili di tutela soggetti ad un vincolo temporale entro cui deve essere maturato il diritto alla decorrenza pensionistica. Si tratta nello specifico dei lavoratori in mobilità (5.500 soggetti); i prosecutori volontari (12.000 soggetti); i lavoratori cessati per accordi individuali o collettivi, licenziati individuali (8.800 soggetti); i lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili (1.800 soggetti), oltre come già detto, alla nuova categoria dei cessati da un rapporto di lavoro a tempo determinato (4mila soggetti).
Complessivamente sono 32.100 i nuovi tutelati da questa nuova iniziativa governativa, che verrà finanziata in larga parte attingendo alle risorse stanziate per la seconda (i 55mila del decreto dell'ottobre 2012) e la quarta salvaguardia (i 9mila del Dl 102 del 2013) risultate, in entrambi i casi, superiori alle domande che hanno ottenuto l'ok Inps. Mentre saranno 8.100 le posizioni da finanziarie dal governo.
Zedde
Pensioni, Damiano: la soluzione per i Quota 96 in riforma Pa
E' da anni che combattiamo per risolvere il problema degli “esodati” e, anche con la sesta salvaguardia, crediamo di aver dato un contributo per un miglioramento della situazione. L’ aver incluso altre 32.000 persone, pur non essendo risolutivo, consente di portare il totale dei salvaguardati ad oltre 170.000 con una copertura finanziaria superiore agli 11 miliardi di euro. Kamsin E' quanto ha affermato l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano ieri alla vigilia dell'avvio dei lavori sulla discussione alla Camera della proposta governativa in favore degli esodati, la sesta salvaguardia. "Le risorse aggiuntive, reperite dal Fondo per l’occupazione, verranno restituite nella legge di Stabilità: non esiste nessuna contrapposizione tra “esodati” e cassintegrati". Damiano ha anche ricordato che questo si tratta di un primo intervento tampone in materia pensionistica dopo gli errori contenuti nella Fornero del 2011 e che sulla road map del governo ci saranno altri interventi contenuti nella Riforma della Pa e poi nella legge di stabilità per il 2015.
L'Ex ministro ricorda anche che il problema dei quota 96 della scuola potrà essere esaminato nel corso della conversione in legge del decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione: "non c’è nessun rifiuto di affrontare il tema di “Quota 96 degli insegnanti". La non ammissibilità del tema rispetto all’emendamento alla proposta di Legge sugli Esodati formulata dal Governo, è semplicemente dovuta alla normale prassi della estraneità della materia. Del resto, questo tema è già oggetto di una apposita proposta di legge attualmente in discussione e può essere più agevolmente inserito come emendamento nel Decreto Pubblica Amministrazione".
Intanto ieri c'è stato l'atteso via libera in Commissione Lavoro alla Camera all'emendamento sulla sesta salvaguardia. Bocciate le oltre 70 proposte emendative al progetto che erano state presentate soprattutto da Lega e Sel. L'itenzione del governo è di far viaggiare il provvedimento speditamente (il documento approderà in Aula oggi pomeriggio per la discussione generale) in modo da avere l'approvazione definitiva del Parlamento prima della pausa estiva.
Zedde
Riforma Pensioni, resta in campo la proroga dell'opzione donna
Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare il disegno di legge delega sulla pa, approvato dal consiglio dei ministri il 13 giugno, il cosiddetto "Repubblica Semplice" è arrivato all'esame del Parlamento praticamente intatto rispetto alla bozza entrata in consiglio dei ministri lo scorso 13 Giugno. Kamsin E' quanto si apprende dal quotidiano "Italia Oggi" che conferma sostanzialmente le novità in materia di pensionamento sulle quali sarebbe stato trovato un accordo nel governo.
In particolare sarebbero confermate le disposizioni contenute nell'articolo 4 della bozza del ddl con l'introduzione della possibilità di lavorare in forma part-time nel quinquennio antecedente alla data di collocamento a riposo; l'estensione anche ai lavoratori uomini delle norme sull'opzione donna sino al 2018 (cioè la facoltà di uscire a 57 anni e tre mesi e 35 anni di contribuzione previa opzione per il sistema di calcolo contributivo); l'estensione anche ai lavoratori del pubblico impiego della possibilità di conseguire il trattamento pensionistico anticipato al compimento di una età anagrafica non inferiore a 64 anni a condizione che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2012, la "quota 96".
Il condizionale tuttavia è ancora d'obbligo in quanto il testo ufficiale del disegno di legge presentato alle Camere non è stato messo a disposizione dall'esecutivo.
Zedde
Esodati, il governo blinda la sesta salvaguardia
Poche le possibilità di una estensione dell'emendamento proposto dal Governo sulla sesta salvaguardia che domani sbarcherà finalmente alla Camera per la sua discussione e votazione. Un iter che si preannuncia molto serrato in modo da poter concludere la conversione in legge del provvedimento già prima della pausa estiva. Kamsin Proprio per accelerare il governo ha fatto intendere che non ci sono gli spazi per affrontare altre tematiche in materia previdenziale nel provvedimento. Insomma nessuna modifica in vista per i quota 96, gli autorizzati ai volontari prima del 2007 e per altri capitoli caldi come quello per ottenere l'armonizzazione dei requisiti per i macchinisti e ferrovieri e la revisione del sistema sulle penalizzazioni. Solo per citare alcune delle oltre 70 proposte emendative al testo del governo che sono state presentate in vista della discussione che si terrà oggi in Commissione a Montecitorio.
A confermare come, a causa della mancanza di adeguata copertura finanziaria, i margini di modifica siano estremamente risicati per apportare correzioni è il presidente della commissione lavoro, Cesare Damiano (Pd): "Molte delle circa 70 iniziative parlamentari di modifica ricalcano lo spirito della proposta bipartisan (la pdl 224, ndr) su cui ci siamo concentrati finora. Ma appare chiaro che a questo punto, ipotesi di un allargamento delle protezioni ad altre categorie di occupati non compresi nel perimetro disegnato dall'esecutivo che considero condivisibili, non potranno fare alcuna strada, non essendoci risorse aggiuntive". Il progetto unificato infatti aveva un costo di circa 47 miliardi da qui al 2022, cifra "non disponibile" secondo Damiano.
L'intervento governativo, già discusso su Pensioni Oggi nei giorni scorsi, prevede la tutela di ulteriori 32.100 lavoratori attraverso la riassegnazione di 24 mila posizioni non utilizzate con il secondo e quarto provvedimento di salvaguardia (20mila posizioni derivanti dalla seconda e 4 mila dalla quarta) ed 8.100 nuove posizioni da finanziare. Con la misura sostanzialmente il governo garantisce la salvaguardia, allungando fino al 6 gennaio 2016 i termini per essere inclusi.
Zedde
Esodati, "Dobbiamo trovare una soluzione strutturale"
Ci abbiamo messo una pezza in attesa di trovare una soluzione strutturale entro l'estate da inserire nella prossima legge di stabilità, quella per il 2015. E' questa la sintesi del giudizio, un pò amaro a dire la verità, di Cesare Damiano in una intervista raccolta oggi dal quotidiano "Libero". Kamsin L'ex ministro del Lavoro Pd non nasconde infatti la sua insoddisfazione per un provvedimento, quello sulla sesta salvaguardia che il governo presenterà mercoledì alla Camera con cui sono state salvaguardate altre 31.200 persone: "E' un passo avanti, anche se non è risolutivo. Si è spostata di un anno la scadenza di coloro che matureranno il diritto di andare in pensione con la vecchia normativa (la decorrenza passa dal gennaio 2015 al gennaio 2016) e si è aggiunta una fattispecie: persone che sono state licenziate e che avevano un contratto di lavoro a tempo determinato. Non era scontato, il governo ha deciso di confrontarsi con una proposta di legge sottoscritta da tutti i componenti della commissione Lavoro di tutti i partiti che però aveva un obiettivo più ambizioso, risolvere definitivamente il problema. Peccato che Inps e Ragioneria abbiano stimato fossero necessari 47 miliardi da qui al 2022. Una stima esagerata, ma coi numeri bisogna fare i conti".
All'intervistatrice che gli fa notare come il ministro del Lavoro Poletti avesse promesso una soluzione strutturale e non piu' legata a singoli provvedimenti Damiano ammette che un compromesso era comunque necessario. "Il ministro Poletti alla fine ha ritenuto che per le condizioni attuali non si potesse fare altro. Io ho preferito questa sesta salvaguardia piuttosto che rimandare tutto alla legge di stabilità, che comunque, ha detto il ministro, sarà l'occasione per una soluzione strutturale". Una soluzione che secondo Damiano passerà attraverso tre ipotesi attualmente allo studio: " flessibilità del sistema previdenziale con penalizzazioni, che secondo me è la preferibile, quota 100 o flessibilità dai 62 anni con 35 di contributi, a condizione che il lavoratore accetti il ricalcolo con il sistema contributivo oppure il prestito previdenziale".
Damiano ricorda anche che il costo del salvataggio delle 170mila persone è stato pari a 11 miliardi di euro e che ancora però non c'è un numero preciso di quanti esodati siano ancora da tutelare: "non si può dire il loro numero. Sicuramente ci sono ancora molti lavoratori in sofferenza a seguito della riforma Fornero". È possibile che nel tempo ne spuntino di nuovi? «Assolutamente sì». E quanti soldi servono per risolvere definitivamente il problema? «Svariati miliardi. Purtroppo non è possibile quantificare. E che in questa sciagurata vicenda sono stati commessi tanti errori tecnici. Penso ai lavoratori delle ferrovie, agli insegnanti, alle ricongiunzioni per chi aveva versato all'Inpdad e all'Inps. Bisognerà porre rimedio".
Zedde
Esodati, Damiano: ok Poletti sulla sesta salvaguardia. Ora interventi strutturali
Mercoledì prossimo, nell’Aula della Camera, verrà esaminato il Disegno di legge sugli “esodati”. Il Governo ha presentato un emendamento alla proposta della Commissione lavoro con le relative coperture finanziarie. E' quanto ha affermato oggi il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano in una intervista raccolta dall'Ansa. Kamsin Damiano ricorda gli sforzi per raggiungere una posizione di compromesso tra il testo originario, la pdl 224, elaborato unitariamente da tutti i partiti della Commissione che avrebbe richiesto a regime, secondo una valutazione dell’Inps, una copertura finanziaria pari a 47 miliardi di euro e il testo risultante dal confronto con il governo, anticipato da Pensioni Oggi nei giorni scorsi.
"Il confronto con il Governo ha consentito di individuare una soluzione, anche se parziale, che consentirà di salvaguardare altri 32.100 lavoratori. In totale le sei salvaguardie riguardano oltre 170.000 persone rimaste senza reddito a seguito della “riforma” Fornero. Il passo avanti che viene compiuto purtroppo non risolve il problema delle decine di migliaia di lavoratori che rimangono ancora drammaticamente in attesa di una soluzione definitiva del problema.
È positivo il fatto che il ministro Poletti abbia promesso di avanzare una proposta strutturale nella prossima legge di Stabilità. Va ricordato che sul tema delle pensioni sono stati anche commessi, accanto alle ingiustizie, veri e propri errori di cui hanno pagato le spese i cittadini: le ricongiunzioni onerose, volute dal Governo Berlusconi, che costringono molti lavoratori a versare due volte i contributi; i casi dei macchinisti delle ferrovie che non sono stati armonizzati come altre categorie e quello degli insegnanti, l’ormai nota “Quota 96?, che impedisce l’accesso alla pensione perché l’anno scolastico è stato confuso con l’anno solare. Errori del Governo Monti ai quali il Governo deve porre riparo" ha concluso Damiano.
Zedde