Ok definitivo al decreto su Quota 100 e Reddito. Ecco il testo approvato
Il provvedimento è stato approvato in ultima lettura ieri dall'Aula del Senato. Ok al riscatto della laurea con oneri agevolati anche per gli ultra 45enni.
Via libera senza sorprese anche dal Senato al decreto legge sul reddito di cittadinanza e quota 100. Il DL 4/2019 è stato approvato ieri dall'Aula di Palazzo Madama senza modifiche rispetto alla versione licenziata dalla Camera la scorsa settimana. Il provvedimento è quindi definitivamente legge.
Il passaggio parlamentare ha visto l'inserimento di alcune misure che interessano prevalentemente la prima parte del decreto, dedicata al reddito di cittadinanza, mentre non ci sono state modifiche sostanziali sulle pensioni rispetto al testo approvato lo scorso 29 gennaio 2019 dal Consiglio dei Ministri.
Per quanto riguarda l'RdC e la PdC è stata prevista la possibilità di ritirare la pensione di cittadinanza in contanti alle Poste o in banca, mediante gli ordinari meccanismi di pagamento delle pensioni (non si dovrà cioè necessariamente utilizzare la carta RdC) e sono stati rafforzati i benefici per le famiglie in cui sono presenti disabili gravi o in condizione di non autosufficienza. Che vedono un incremento dell'importo massimo di RdC erogabile (in presenza di almeno quattro componenti il nucleo familiare) da 1.050 euro a 1.100 euro mensili. E la possibilità di ottenere la pensione di cittadinanza anche nei confronti di quei nuclei familiari in cui ci siano componenti con meno di 67 anni in stato di grave disabilità o in condizione di non autosufficienza.
Un'altra modifica consente anche a chi dispone di redditi da lavoro al di sotto della soglia di imponibilità fiscale di godere dei programmi delle politiche attive del lavoro. Anche i disabili che restano esclusi dalla stipula del patto per il lavoro se lo vorranno potranno sottoscriverlo. Inoltre l'obbligo di accettare un'offerta congrua di lavoro scatterà solo se il salario supererà del 10% il beneficio massimo dell'RdC, quindi 858 euro.
Stretta sull'RdC
Ci sono poi una serie di modifiche per evitare abusi nell'erogazione dell'RdC e della PdC. Contro il fenomeno delle false separazioni per rientrare negli standard del reddito si prevede che per le separazioni e i divorzi avvenuti dopo il primo settembre 2018 servirà un verbale dei vigili. Intervento anche sui genitori single: servirà l'Isee di entrambi anche se madre e padre non sono né sposati né conviventi. Gli extracomunitari dovranno farsi certificare reddito e composizione del nucleo familiare dal Paese di origine, con traduzione in italiano e validazione del consolato. Ancora: reddito e pensione non si potranno peraltro richiedere se si posseggono beni immobili da oltre 30.000 euro non solo in Italia ma anche all'estero. E infine si prevede l'esclusione dall'erogazione del RdC e della PdC a chi ha subito una misura cautelare personale, «anche adottata all’esito di convalida dell'arresto o del fermo», o una condanna «anche con sentenza non definitiva». La sospensione vale anche per i latitanti o per chi «si è sottratto volontariamente all'esecuzione della pena».
Esteso il riscatto agevolato della laurea
Per quanto riguarda le pensioni la modifica più significativa è il riscatto della laurea con oneri agevolati, sempre riferito a periodi temporali che ricadono nel sistema contributivo, cioè successivi al 31 dicembre 1995, anche per gli over 45. Bocciati tutti gli altri emendamenti che chiedevano tra l'altro la nona salvaguardia pensionistica ed una estensione ulteriore dell'opzione donna e dell'ape sociale. Con riferimento alla cd. pace contributiva, cioè alla possibilità di riscattare vuoti contributivi tra un periodo lavorativo si potrà pagare l'onere in dieci anzichè cinque anni; resta fermo che la facoltà può essere esercitata solo da soggetti assicurati dopo il 31 dicembre 1995. L'anticipo del TFS sale ad un massimo di 45 mila euro dai 30 mila precedenti e potrà essere corrisposto, sempre in presenza dei requisiti previsti originariamente nel DL 4/2019, anche ai dipendenti pubblici cessati dal servizio prima del 29 gennaio 2019. Si rammenta che non è passata, invece, a differenza di quanto riportato da alcune testate giornalistiche, la norma che proponeva di bloccare la finestra mobile nei confronti dei lavori gravosi.
Documenti: Il testo del provvedimento licenziato dal Senato