Pensioni, Arrivano i decreti su APE sociale e Precoci. Ecco cosa Cambia
Le istanze di accesso ai benefici dovranno essere prodotte all'Inps entro il prossimo 15 luglio 2017. La comunicazione di accettazione della domanda avverrà dopo tre mesi, entro il 15 ottobre.
Le categorie dei beneficiari restano, comunque, quelle individuate dalla legge di bilancio senza gli ulteriori ampliamenti richiesti dalla parte sindacale negli ultimi giorni. Si tratta di quattro categorie di soggetti in condizione di difficoltà: disoccupati a seguito di licenziamento con esaurimento da almeno tre mesi degli ammortizzatori sociali, gli invalidi non inferiore al 74%, i caregivers che assistono il coniuge o parenti entro il primo grado in condizione di disabilità e gli addetti a mansioni gravose o usuranti. Per una puntuale analisi dei profili di tutela coinvolti (soprattutto per quanto riguarda i disoccupati a seguito di licenziamento, categoria con numerosi risvolti da chiarire) occorrerà attendere le prossime istruzioni attuative. Tali soggetti, in definitiva, potranno utilizzare due canali di pensionamento aggiuntivi rispetto a quanto prevede la legge Fornero. Uscire a 63 anni se in possesso di almeno 30 anni di contributi (36 per chi svolge mansioni gravose da almeno sei anni in via continuativa); o con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica se possono vantare almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età (lavoratori precoci). Senza incorrere in penalità sulla pensione.
Doppia fase per l'accesso agli anticipi pensionistici
L'accesso a queste due forme di pensionamento sarà scaglionato in due fasi; la prima volta all'accertamento dei requisiti richiesti e della capienza delle risorse messe a disposizione dal Governo, la seconda volta al conseguimento vero e proprio della prestazione. Al pari del resto, con quanto accade per i lavori usuranti. Pertanto gli interessati dovranno prima presentare una domanda all'Inps volta all'accertamento dei requisiti per ottenere l'APe sociale o il pensionamento con 41 anni di contributi (l'istanza dovrà essere prodotta entro il 15 luglio 2017) e poi, una volta che l'Istituto avrà accertato il possesso dei requisiti (entro il 15 Ottobre 2017), gli interessati faranno domanda di accesso alle predette prestazioni. Con una garanzia. Dato che l'operazione si completerà ad ottobre e le misure sono partite teoricamente il 1° maggio chi è in possesso dei requisiti richiesti avrà diritto agli arretrati maturati tra la data di maturazione dei requisiti e quella di accertamento del relativo diritto. Ad esempio un invalido in possesso di 63 anni e 30 anni di contributi già al 1° maggio il cui diritto alla fruizione dell'APe sociale viene accertato dal 1° novembre avrà diritto all'erogazione delle quote di indennità maturate tra il 1° maggio ed il 1° novembre. Stesso discorso vale per i precoci.
Secondo gli schemi dei provvedimenti il requisito dell’anzianità contributiva e dell'età anagrafica (cioè i 30, 36 o 41 anni di contributi o i 63 anni per l'ape sociale) e, per coloro che fanno domanda in qualità di disoccupati a seguito di licenziamento, del periodo almeno trimestrale di conclusione della prestazione per la disoccupazione possono maturare entro la fine dell’anno in corso al momento di presentazione della domanda. Ad esempio chi, nel profilo dedicato ai lavoratori precoci, raggiunge i 41 anni di contributi a novembre 2017 dovrà produrre domanda di accesso entro il prossimo 15 luglio 2017 anche a se a tale data non ha ancora integrato il suddetto requisito contributivo.
Slittano i tempi per l'anticipo di mercato
Tempi più lunghi, invece, saranno necessari per l’Ape volontario. Anche in questo caso è necessario un Dpcm, contenente diversi dettagli per far partire lo strumento. Inoltre, poiché il meccanismo di anticipo si basa su un prestito che deve essere poi restituito con rate sulla pensione, vanno chiuse le convenzioni con le banche che erogheranno il finanziamento e le compagnie di assicurazione per il premio a copertura del decesso del pensionato prima della conclusione del piano ventennale di rimborso. Lo strumento non sarà pronto prima di giugno. Assieme all'APE volontario slitta anche l'erogazione della Rita (cioè la rendita integrativa temporanea anticipata) che a ben vedere ha poco a che fare con i predetti strumenti dato che il contributo economico viene erogato dai fondi di previdenza complementare a cui il lavoratore ha contribuito. Purtroppo per un cavillo di legge è sempre l’Inps che deve certificare i requisiti per accedere all’operazione (tra cui almeno 63 anni di età, 20 anni di contributi, pensione di vecchiaia non più lontana di 3 anni e 7 mesi) e, pertanto, in mancanza della piattaforma sull'APE non si può chiedere neanche la RITA.
Approfondimenti: Chi ha diritto all'APE sociale; Il pensionamento con 41 anni di contributi