Pensioni, La mappa delle proposte dei Partiti per il 25 settembre
Dall'aumento delle pensioni minime alla proroga di opzione donna e ape sociale e alla quota 41 per tutti i lavoratori. Ecco piani dei partiti politici in vista dell’appuntamento elettorale del prossimo 25 settembre.
Il 25 settembre si sceglierà anche il destino della prossima legislatura sulla riforma della previdenza. Le posizioni dei partiti sono ancora scomposte ma più prudenti rispetto al passato. Ed infatti quasi tutti affermano la volontà di superare la «Legge Fornero» ma non chiariscono i dettagli di una riforma sostitutiva. Quest’anno, inoltre, quasi tutti i partiti hanno inserito nel vocabolario elettorale la parola magica «rivalutazione» per le crescenti tensioni sul fronte inflattivo che stanno erodendo il potere d’acquisto degli assegni, soprattutto della classe media.
Centrodestra
Per il centro destra il tema della rivalutazione è centrale con l’obiettivo soprattutto di adeguare a 1.000€ al mese le pensioni minime (e gli assegni sociali) oltre che i trattamenti di invalidità civile. Oggi questi assegni valgono sino (se non ci sono altri redditi) a 680 euro al mese. L’obiettivo sarebbe di portarli a 1.000€ per 13 mensilità annue. Per fratelli d’Italia le risorse potrebbero arrivare da una ristrutturazione dei bonus inutili e dal reddito di cittadinanza.
La Lega punta anche ad una quota 41 per tutti i lavoratori e ad una riconferma della quota 102 in scadenza a fine anno. Per il centro destra, inoltre, la salvaguardia del potere d’acquisto passa per la garanzia della rivalutazione dei trattamenti pensionistici con le attuali fasce di perequazione (più favorevoli per la classe media rispetto agli ultimi due lustri) e nell’abbandono di qualsiasi progetto di tagli, seppur temporanei, alle «pensioni d’oro».
Il centrosinistra
I temi cari sono quota 41, la resa strutturale di opzione donna e ape sociale ed una flessibilità in uscita dai 62 anni «sostenibile» vale a dire con una penalità sulle quote retributive della pensione per ogni anno di anticipo rispetto all’età di vecchiaia (67 anni). Sostegno a madri, disabili e caregivers tramite il riconoscimento di contributi figurativi e/o coefficienti di trasformazione più elevati. M5S ha il suo programma che collima in gran parte con il Pd. Una cosa è certa: per il movimento fondato da Beppe Grillo il RdC e la PdC non possono formare oggetto di compromesso.