Pensioni, Troppi i ritardi per le uscite anticipate
Il punto della situazione rispetto ai tanti provvedimenti attesi per la flessibilizzare le uscite. A destare preoccupazione, in particolare, è il ritardo per l'anticipo pensionistico volontario, quello cioè finanziato interamente dal settore bancario con penalità ventennale sulla pensione.
Tempi lunghi ancora per l'anticipo pensionistico volontario quello cioè erogato dalle banche per il tramite dell'Inps con una penalità ventennale sulla pensione finale del lavoratore. Anche questa misura, assieme all'ape sociale e alla quota 41, sarebbe dovuta decollare il 1° maggio ma il Governo non ha ancora dato il via libera al DPCM attuativo. Considerando che l'operazione anticipo di mercato è piuttosto complessa (dopo il DPCM bisognerà attendere la stipulazione della convenzione quadro con le banche ed assicurazioni che definisca le modalità di accesso e poi ci saranno altri passaggi amministrativi) il decollo effettivo dell'operazione è destinato a slittare, e non di poco.
La dilatazione dei tempi per l'ape volontario si porta dietro anche altre due misure utili per flessibilizzare le uscite, come l'ape aziendale, cioè il contributo del datore di lavoro o dei fondi di solidarietà di settore per ridurre la penalità sulla pensione del lavoratore, e la RITA, la rendita integrativa temporanea anticipata, che sciaguratamente è stata agganciata alla piattaforma certificativa dell'Inps per l'APE di mercato. Nonostante la Rendita integrativa sia interamente a carico delle forme di previdenza complementare. Dunque finchè l'Inps non sarà in grado di certificare il possesso dei requisiti per l'APE volontaria (63 anni di età, 20 anni di contributi, distanza dal pensionamento di vecchiaia non superiore a 3 anni e 7 mesi, e rata di pensione, al netto della rata di ammortamento dell'APE, non inferiore a 702 euro al mese) non si potrà neanche fruire della RITA.
L'esecutivo però è in ritardo non solo sulla questione APE. Allo stato attuale manca anche un provvedimento (decreto o circolare del Ministero del Lavoro o dell'Inps) che consente il cumulo dei periodi assicurativi tra le gestioni della previdenza pubblica obbligatoria e le casse professionali (es. avvocati, commercialisti, medici), particolarmente sentito per dare attuazione a quanto previsto dalla legge di bilancio per il 2017. Attesa anche per il Decreto del Ministero del Lavoro contenente le semplificazioni della documentazione da produrre per i lavori usuranti.
Quanto all'anticipo pensionistico volontario è ormai assodato che l’importo massimo e minimo richiedibile oscillerà tra il 75 ed il 90% della pensione netta maturata dal lavoratore al momento della richiesta con un minimo finanziabile di 150 euro mensili. L'operazione sarà però più costosa rispetto a quanto ipotizzato dal Governo a Novembre in quanto sia il TAN che il costo della polizza assicurativa risulteranno superiori. Ed inoltre il lavoratore dovrà farsi carico anche degli interessati maturati durante il piano di accumulo cioè del periodo in cui percepirà l'APE, un costo aggiuntivo destinato ad impattare negativamente sul reddito pensionistico. La restituzione del prestito inizierà dal primo pagamento della futura pensione e si completerà dopo venti anni dal pensionamento. Completata la restituzione la pensione sarà corrisposta per intero, senza ulteriori riduzioni per l’APE. Particolare attenzione dovrà essere riposta alla possibilità di estinzione anticipata del prestito, secondo criteri che anch'essi dovranno essere fissati nero su bianco dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il lavoratore, ad esempio, potrebbe destinare la liquidazione per chiudere l'operazione restituzione in anticipo senza dover trascinarsi la penalità per 20 anni.