Pensioni, Un labirinto di regole che crea iniquità per i precoci
Troppi i paletti da rispettare per accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi restano numerosi. Pesa l'esclusione anche dall'Anticipo volontario.
Ho letto con attenzione la normativa ma pare essere studiata a tavolino per escludermi da qualsiasi agevolazione. Non ho diritto al pensionamento con i 41 anni di contributi perchè non ho svolto 12 mesi di lavoro prima del 19° anno di età, dunque non sono un precoce nel senso individuato dai politici. Nè però posso ottenere il famigerato ape sociale dato che, è vero che non serve aver lavorato prima della maggiore età, ma lì occorre possedere almeno 63 anni mentre io ne ho solo 60. Dunque niente da fare. Almeno per tre anni non posso avere nulla. Avevo pensato al prestito pensionistico, quello tanto sbandierato da Renzi tempo fa, accettando anche una penalità sulla pensione ma mi sono accorto che anche in questo caso servono 63 anni di età. Il fatto che mi trovo a meno di due anni dai requisiti per la pensione anticipata (con 42 anni e 10 mesi di contributi) non conta niente. Sono tagliato fuori praticamente da qualsiasi anticipo. La mobilità è ormai esaurita ma non ho diritto all'ottava salvaguardia perchè i miei accordi sindacali sono stati siglati dopo il 2011". Insomma tutte queste norme in arrivo per me è come se non ci fossero.
Naturalmente non può che condividersi l'analisi di Alberto. Le agevolazioni per i precoci, infatti, sono rivolte esclusivamente ai lavoratori dipendenti, anche del pubblico impiego, nonchè i lavoratori iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995, che hanno almeno 12 mesi di contribuzione per periodi di lavoro effettivo precedenti il raggiungimento del diciannovesimo anno di età e che si riconoscono in uno dei cinque profili di tutela individuati nella tavola sottostante. Le condizioni devono essere rispettate entrambe e quindi, ciò significa che chi è stato impiegato in attività gravosa, usurante, risulta disoccupato, invalido o assista il familiare disabile ma non ha svolto almeno 12 mesi di attività lavorativa prima del 19° anno di età resta tagliato fuori da beneficio, così come lo sarà pure chi ha svolto lavoro prima del 19° anno ma non rientra in uno dei menzionati profili di tutela.
Chi rispetta i requisiti suddetti potrà invece accedere alla pensione con un anticipo di un anno e 10 mesi gli uomini o di dieci mesi le donne rispetto agli attuali requisiti previsti per la pensione anticipata (che chiedono, come noto, 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). I lavoratori precoci non hanno invece a disposizione l'ape volontario dato che c'è un requisito anagrafico minimo da rispettare, pari per l'appunto a 63 anni. Non a caso c'è un fronte molto ampio che chiede una modifica delle norme in questione. "Bisogna togliere il paletto di aver lavorato almeno 12 mesi prima del 19° anno scrivono i Comitati che rappresentano le istanze di questi soggetti perchè se introduciamo il principio, in parte condivisibile, che solo chi è in difficoltà va aiutato non si comprende perchè chi ha iniziato a lavorare dopo il 19° anno e si trovi senza più lavoro abbia meno dignità di chi ha iniziato prima. Senza contare che molti all'inizio lo hanno fatto in nero e quindi sono tagliati fuori".
Anche a seguito delle varie pressioni per ora appare difficile che l'estensione della quota 41 possa essere condivisa dal Governo (si pensi che allo stato attuale ancora mancano i decreti attuativi per iniziare a presentare le domande per i lavoratori interessati); sicuramente si potrebbe almeno provare ad estendere l'anticipo pensionistico volontario anche ai soggetti come Alberto che, comunque, non sarebbe un regalo.