Riforma Pensioni, Poletti: dopo il Jobs Act si riapre il cantiere
Il Ministro del Lavoro conferma la volontà del Governo di rivedere la legge Fornero nel corso del 2015 dopo l'adozione dei decreti delegati sul Jobs Act. Damiano plaude all'apertura: "intanto, però, si risolva il problema dell'opzione donna".
Kamsin Ritornare sulla riforma delle pensioni sta diventando una tentazione sempre più forte. Dopo il fallimento del referendum della Lega il ministro Poletti ha oggi rilanciato dalla Luiss la necessità di un intervento per mettere mano in modo organico alla Riforma previdenziale del 2011. I motivi possono essere così sintetizzati: recuperare risorse; facilitare chi è più vicino alla pensione, magari recuperando anche posti per i più giovani, senza lavoro.
La riapertura del cantiere previdenziale avverrà, tuttavia, non prima di quest'estate in quanto l'esecutivo intende prima completare la Riforma del Mercato del Lavoro: "eventuali modifiche alla legge Fornero per dare una soluzione al problema di chi perde il lavoro ma non ha ancora maturato i diritti alla pensione potranno avvenire solo dopo il completamento dei decreti attuativi della riforma del lavoro", ha spiegato Poletti.
Quali sono le ricette? Tante e diverse. Ma al centro c'è la necessità di introdurre un sistema di pensionamenti flessibili che, nei fatti, consentano di anticipare l'età pensionabile di alcuni anni rispetto agli attuali requisiti. Sul punto c'è l'idea avanzata da Yoram Gutgeld, deputato Pd e consigliere economico del presidente del Consiglio di ricalcolare le pensioni con il contributivo, anche i periodi maturati con il retributivo in cambio di un anticipo dell'età pensionabile; poi ci sono le ipotesi rilanciate da Damiano di andare in pensione con 62 anni e 35 di contributi con una penalità dell'8%, oppure quella della quota 100.
Ma il capitolo previdenziale non finisce qui. Ulteriori punti dovranno essere discussi ad iniziare dalla Riforma della Governance dell'Inps e dalla revisione delle aliquote contributive nella gestione separata. C'è poi la questione delle Deroghe alla Riforma Fornero, capitolo questo strettamente connesso all'entità delle pensioni flessibili: maggiore sarà l'anticipo dell'età pensionabile riconosciuto minori saranno le esigenze di garantire ulteriori misure di salvaguardia per coloro che attualmente sono senza pensione e senza stipendio.
Damiano: Bene Poletti. Abbiamo già fatto le nostre proposte.
Il ministro Poletti ha affermato che se non si introduce uno strumento di flessibilità nel sistema pensionistico rischiamo di avere un ‘problema sociale’. Siamo totalmente d’accordo anche perché è da tempo che chiediamo un intervento significativo e strutturale di correzione della riforma Fornero”. Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.
”Abbiamo avanzato le nostre proposte – continua Damiano – che sono già state tradotte in disegni di legge del Pd: la principale prevede di consentire, a chi ha 35 anni di contributi, di accedere alla pensione a partire dai 62 anni con una penalizzazione massima dell’8%”. ”A questa soluzione vogliamo aggiungere quella di ‘Quota 100′ e ricordare al l’esigenza di risolvere l’annosa questione dell’Opzione donna, evitando ulteriori rimpalli di responsabilità con l’Inps e la Ragioneria dello Stato”, conclude Cesare Damiano.
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