Riforma Pensioni, Ecco le misure in arrivo nel 2023
In attesa di una riforma previdenziale più strutturata, attesa per il prossimo anno, il Governo Meloni prorogherà ad un anno opzione donna ed ape sociale.
Sul tema pensioni il Governo Meloni continuerà a seguire il copione dello scorso anno. La proroga delle misure in scadenza ed il rinvio di una riforma complessiva della previdenza pubblica obbligatoria al prossimo anno. La strada è stata indicata dal neo ministro del Lavoro, Marina Calderone, che ha parlato chiaramente solo della riconferma di opzione donna e dell’ape sociale (strumenti in scadenza il 31 dicembre 2022) e di una «Quota 41» meno incisiva rispetto alle promesse elettorali.
Opzione donna
La prossima legge di bilancio imbarcherà, dunque, la proroga di un anno di opzione donna, cioè l’uscita per le lavoratrici a 58/59 anni unitamente a 35 anni di contributi accettando un calcolo interamente contributivo dell’assegno pensionistico. Saranno coinvolte le lavoratrici nate nel 1964 (1963 se autonome) che raggiungono 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022.
Rinnovo in vista anche per l’ape sociale, cioè l’assegno di accompagnamento alla pensione di vecchiaia per i lavoratori che si trovano in determinati profili di tutela (disoccupati, caregivers, invalidi civili e soggetti addetti a mansioni gravose). La misura sarà rivolta anche ai soggetti che maturano le condizioni (età anagrafica di 63 anni e 30/36 anni di contributi) nel corso del 2023.
Stop a «quota 41»
Salta l’ipotesi di una «quota 41» secca, cioè la possibilità per tutti i lavoratori di ritirarsi dopo 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. La misura tanto cara ai partiti di maggioranza costa troppo per le casse pubbliche. Il ragionamento che stanno facendo a Via Veneto è di abbinarla ad un requisito anagrafico di almeno 62 o 63 anni di età. Di conseguenza si tratterà di una «quota 103» (62+41) o «quota 104» (63+41) ed avrà il compito di contrastare le rigidità della scadenza dell’attuale «quota 102» (64 anni e 38 di contributi), prevista per il 31 dicembre 2022. Il nuovo strumento di flessibilità avrà, tuttavia, durata breve: solo un anno «in attesa di una riforma strutturale che vada anche a interessare la previdenza complementare» ha dichiarato il Ministro Calderone. Riforma che si procrastina da anni e che la nuova maggioranza vorrebbe affrontare nel 2023 in accordo con le parti sociali. Si vedrà.
RdC
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza il nuovo Governo punta ad una stretta sugli abili al lavoro: l'assegno sarà sospeso per sei mesi all'anno, se si rifiuta l'unica offerta di lavoro oppure non si seguono i corsi di formazione. Le nuove norme, tuttavia, ha rassicurato Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro, non avranno efficacia retroattiva e, pertanto, chi oggi riceve l’RdC non rischierà di perderlo a gennaio, dall'oggi al domani.