Riforma Pensioni, Ok alla Quota 100 e alla proroga dell'opzione donna
Le novelle sono contenute nella Legge di Bilancio approvata ieri da Palazzo Chigi. Dentro pure il taglio delle pensioni d'oro superiori a 4.500 euro netti al mese.
Come cambiano le pensioni
Confermato espressamente nel corso della conferenza stampa tenuta dal Ministro del Lavoro, Luigi di Maio, il pacchetto di misure sul fronte previdenziale con il varo della quota 100 per dare più flessibilità nell'accesso alla pensione per chi ha raggiunto i 62 anni e 38 di contributi. La quota 100 sarà senza penalizzazioni. Ci sarà anche la proroga dell'opzione donna, cioè la possibilità per le lavoratrici dipendenti ed autonome di uscire anticipatamente accettando il ricalcolo contributivo dell'assegno. Di Maio ha pure confermato l'assorbimento nella legge di bilancio del taglio alle pensioni d'oro (che colpirà gli superiori a 4.500 euro netti mensili) assieme alla cancellazione dei privilegi sulle pensioni dei sindacalisti. Dal quale si punta a racimolare un miliardo di euro in tre anni.
Resta fuori dal perimetro della legge di bilancio il pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. A questo riguardo il leader della Lega, Matteo Salvini, ha indicato che l'obiettivo del Governo è quello di raggiungere una quota 41 pura soprattutto per i lavoratori precoci ma che a causa dei vincoli di bilancio bisognerà attendere. Complessivamente il Governo prevede uno stanziamento di 7 miliardi di euro per superare la Legge Fornero con circa 400mila lavoratori potenziali interessati. L'impressione è che l'esecutivo abbia rispettato quasi tutte le indiscrezioni della vigilia anche se ora occorre prendere visione dei testi per comprendere l'esatta portata delle novelle. Nel provvedimento c'è anche la proroga almeno di un anno dell'ape sociale per le categorie disagiate, dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2019, e uno stop agli adeguamenti alla speranza di vita istat.
Reddito di cittadinanza
Altro piatto forte sul piano delle misure sul sociale è il decollo del reddito di cittadinanza. Per la bandiera del M5S servono 9 miliardi (di cui 2,6 da attingere dalle risorse già stanziate per il Rei) a cui aggiungere un ulteriore miliardo destinato al rafforzamento dei centri per l'impiego. L'attivazione vera e propria della misura dovrebbe scattare in primavera. L'assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica «geografica», con l'obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un'occupazione al di fuori della propria città o Regione. Oltre al reddito di cittadinanza ci sarà anche la pensione di cittadinanza destinata ai soggetti non più in età lavorativa attiva e che garantirà un assegno di 780 euro al mese. Resta ancora da chiarire come sarà attuata la misura e come si raccorderà con gli attuali strumenti. Per ora il Governo ha indicato che ci sarà una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi non lo è.
Le misure fiscali
Ricco pure il capitolo fiscale ed economico con la sterilizzazione degli aumenti IVA che sarebbero scattati il primo gennaio 2019 e la pace fiscale con un'aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l'opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro. Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado). Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.