Il bonus 200 euro contro il caro vita rappresenta un percorso a ostacoli per le imprese, che si dovranno confrontare con una serie di difficoltà, in particolare sui requisiti dei lavoratori dipendenti o autonomi richiesti dalla normativa. È una delle conclusioni a cui è giunta la Fondazione studi consulenti del lavoro, che nel dossier pubblicato ieri ha analizzato il nuovo bonus pubblico. Beneficeranno dell'indennità una tantum, ben 31,5 milioni di persone e la misura peserà sulle casse dello Stato per 6,3 miliardi di euro.
Come ricorda la Fondazione, i datori di lavoro dovranno erogare, nella busta paga di luglio, la somma di 200 euro ai lavoratori dipendenti che nel primo quadrimestre dell'anno 2022 hanno beneficiato dell'esonero di cui art. 1 comma 121 della legge numero 234/2021, ovvero, la riduzione di 0.8 punti percentuali dell'aliquota contributiva a carico dei lavoratori dipendenti (almeno per una mensilità). L'importo verrà compensato con i contributi dovuti nella denuncia mensile, in modo similare alla procedura prevista per l'indennità di malattia.
La perplessità, secondo l'approfondimento, risiede nel fatto che il beneficio dell’esonero dello 0,8% non tiene particolarmente conto della situazione economica personale del lavoratore, a differenza del riferimento al reddito dell’anno precedente. Fruiranno del bonus, quindi, anche soggetti che nel 2021 abbiano dichiarato un reddito superiore a 35mila euro. «Una misura che solleva dubbi e perplessità e che creerà non poche criticità alle imprese, legate, ad esempio, ai requisiti dei lavoratori dipendenti e autonomi o alla preventiva dichiarazione del lavoratore che per usufruire dell'indennità in questione non deve essere titolare delle prestazioni previste dall'articolo 32, commi 1 e 18 del decreto», spiegano i Cdl.
Per titolari del reddito di cittadinanza e pensionati, con reddito per l'anno 2021 non superiore ai 35mila euro, sarà, invece, l'Inps a provvedere all'erogazione del bonus. Idem per i titolari di Naspi, Dis-Coll al 30 giugno 2022 o fruitori della Disoccupazione Agricola nel 2021. Per domestici e collaboratori, invece, bisognerà presentare apposita domanda all'Inps.
L'indennità sarà rivolta anche ai lavoratori autonomi. L'articolo 33 del decreto prevede infatti l'istituzione di un fondo dedicato, di un importo pari a 500 milioni di euro, lasciando poi ad un successivo decreto del ministro del lavoro, di concerto col Mef, da adottare entro il 17 giugno 2022, l'individuazione dei requisiti, il limite reddituale, l'importo, procedure per la richiesta e le modalità di erogazione. Difficile tuttavia che la scadenza sarà rispettata.