cumulo casse professionali

I moderatori del gruppo possono precisare a che ora è la riunione di domani 23 settembre?

Obiettivo: anticipo della quota INPS come pensione provvisoria.

Punto primo.
Nicoletti e gli altri rappresentanti del Comitato, nell'incontro con Boeri et al. hanno sollevato il problema di chi si è dimesso dal lavoro e si trova nella condizione di non poter percepire ne pensione ne stipendio, chiedendo insistentemente il pagamento iniziale della sola quota INPS, ma senza riscontrare alcuna apertura in merito.
L'INPS dice che non è consentito dalle norme vigenti.
Quali sarebbero queste norme che vietano una liquidazione provvisoria?
IO CREDO CHE NON ESISTONO, ANZI. Cercandole ho trovato esattamente il contrario.
Messaggio INPS del 12 gennaio 2015 n. 211: "In considerazione dei tempi tecnici necessari all’Istituto per l’attuazione dell’art. 1, comma 707 della Legge 23 dicembre 2014, n. 190, la presente liquidazione è da considerarsi provvisoria".
Inoltre, cosa più importante, in un messaggio qualcuno aveva segnalata la LEGGE n.140 del 28 maggio 1997, che all' art. 3 dispone che il trattamento pensionistico dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche sia "corrisposto in via definitiva entro il mese successivo alla cessazione dal servizio. In ogni caso l'ente erogatore, entro la predetta data, provvede a corrispondere in via provvisoria un trattamento non inferiore al 90 per cento di quello previsto, fatte salve le disposizioni eventualmente più favorevoli."

Punto secondo.
In base alla legge n.140 del 1997, i dipendenti pubblici che si sono dimessi in attesa della pensione anticipata (e che quindi non percepiscono ne stipendio ne pensione) possono citare in giudizio l'INPS trascorso un solo mese dalle effettive dimissioni.
La procedura è:
1) lettera di messa in mora all'INPS (bastano due raccomandate con ricevute di ritorno o due pec) sia alla Direzione Generale di Roma che alla Direzione Provinciale di competenza (sede ultimo lavoro).
2) ricorso d'urgenza davanti al giudice del lavoro (tribunale competente per la sede di ultimo lavoro) naturalmente con avvocato (giuslavorista).
Come Comitato possiamo preparare un modello della lettera di messa in mora che ognuno potrà dettagliare con la propria situazione.
Giungendo le lettere di messa in mora sia alle direzioni provinciali, che alla direzione generale, potrebbero costituire un stimolo.
I ricorsi d'urgenza al giudice del lavoro purtroppo non possono essere unificati perché vanno presentati nelle varie sedi, ma il Comitato potrebbe raccoglierli in modo da diffondere strategie e risultati.
Per quanto mi riguarda (dimessomi il 1° agosto) se entro fine settembre non ci sono novità significative, spedirò la lettera di messa in mora e, persistendo l'inerzia INPS, penso che a fine ottobre darò mandato ad un avvocato.

Per Jampa. L'INPS calcola l'anzianità contributiva in settimane, mentre le Casse in giornate. Un anno di 52 settimane equivale a 360 giorni. Se risultano accreditati 360 giorni vuol dire che l'anno e' tutto coperto da contribuzione. Perche' dici che " su 20 anni sono 3 mesi"? Io ho notato che per le Casse un mese vale 30 giorni.

questo è il calcolo che avevo fatto io. Sul Quadro A - Anzianità contributiva - Montanti contributivi c'è una tabella in cui per ogni anno ci sono 4 colonne:
"Unità di Misura" [G cioè giorni] "Al Diritto" --> 360; "Al Calcolo" 360.

In sintesi devi ai fini della posizione contributiva devi fare un semplice calcolo: dal giorno in cui ti sei iscritto ad INARCASSA conta il numero degli anni fino al giorno precedente dell'anno 2017. Poi conta il numero dei giorni fino alla data a cui intendi fare riferimento e poi trasformi i giorni in mesi. Il periodo di contribuzione si misura comunque sempre in anni e mesi

x Emilio,
dovrebbe essere così, ma sull'estratto conto sono conteggiati 360 gg/anno!!!
robe da pazzi!