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cumulo casse professionali

21/09/2017 17:19#41487 da emilio57
Risposta da emilio57 al topic cumulo casse professionali
L'anzianità che mi è stata comunicata quando mi hanno fatto il calcolo è stata espressa in anni e giorni

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21/09/2017 17:13#41486 da emilio57
Risposta da emilio57 al topic cumulo casse professionali
Sinceramente la cosa mi è nuova
Anche io sono iscritto a Inarcassa e l'anno è comunque composto da 52 settimane

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21/09/2017 15:50#41480 da jampa54
Risposta da jampa54 al topic cumulo casse professionali
buongiorno a tutti,
scusate se sono fuori argomento, ma ho appena ricevuto da Inarcassa l'estratto dei contributi versati e la relativa anzianità. per caso sapete spiegarmi perché conteggiano solo 360 giorni/anno e non 52 settimane come INPS? su 20 anni sono 3 mesi!!!

Grazie
Giampaolo

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21/09/2017 07:47#41467 da Wotan
Risposta da Wotan al topic cumulo casse professionali
E poi c'è l'articolo di Visani, che già conosciamo...

www.globalist.it/media/articolo/2011766/...a-niente-cumulo.html


Pensioni: sei giornalista? Niente cumulo

C'è una legge, da nove mesi, che aiuta i lavoratori che hanno avuto percorsi professionali spezzettati a mettere assieme, gratuitamente, i contributi dei vari enti. Ma non all'Inpgi

Giornalisti, ma non era una casta privilegiata?
Claudio Visani 20 settembre 2017

Da 9 mesi c'è una legge che dà la possibilità ai lavoratori che hanno carriere lavorative spezzettate di cumulare gratuitamente i contributi previdenziali versati a enti diversi e alle gestioni separate. E' una norma di sacrosanta equità, che dovrebbe consentire a chi ha virtualmente maturato il diritto di andare in pensione di vecchiaia o di anzianità senza dover passare per la norma estorsiva delle ricongiunzioni onerose, introdotta nel 2010 dal governo Berlusconi (ministro del Lavoro, Sacconi), che costringe i pensionandi a dover pagare i contributi due volte, spesso al quadrato o al cubo, per poter accedere all'agognato assegno di quiescenza. La legge sul cumulo riguarda tutte le gestioni, dall'Inps alle Casse autonome dei professionisti e all'Inpgi dei giornalisti. Ma le Casse professionali e l'inpgi stanno facendo di tutto per non applicarla, a scapito dei propri iscritti. L'Inpgi, in particolare, dopo 9 mesi non ha ancora emanato la circolare applicativa che dovrebbe consentire ai giornalisti di poter cumulare i contributi versati alla gestione separata (Inpgi 2) con quelli versati nella gestione principale (Inpgi 1). Tanto che i capigruppo di tutti i partiti nella Commissione lavoro della Camera hanno depositato nei giorni scorsi una interrogazione al ministro del Lavoro, Poletti, chiedendo cosa intende fare per fare rispettare la legge, e per sollecitarlo a intervenire sull'Inpgi. L'interrogazione vede come prima firmataria Maria Luisa Gnecchi, "madre" del cumulo gratuito, grande esperta in materia previdenziale e braccio destro del presidente della Commissione, l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. Oltre a lei, l'hanno firmata i deputati Maestri, Baruffi e Incerti (Pd), Piccolo (Articolo 1), Airaudo (Sinistra italiana), Dall'Osso, Cominardi e Ciprini (Cinquestelle), Mottola (Alternativa Popolare), Simonetti (Lega Nord), Pravatiera (Misto), Polverini e Rizzetto (Forza Italia), Auci (Scelta civica). Nel testo è scritto, tra l'altro, che l'Inpgi "già dal 2012 avrebbe potuto disciplinare al proprio interno con regolamento almeno (sul cumulo dei contributi, ndr) Inpgi1 e Inpgi2". Si chiede quindi al Ministro "se non ritenga di intervenire affinché l'Inpgi proceda ad emanare le disposizioni applicative della norma, e in particolare a risolvere il problema degli iscritti all'Inpgi2 affinché possa realizzarsi il cumulo dei contributi e non rimanga con Inpgi 1 l'unica possibilità della ricongiunzione onerosa".

E' un vero e proprio siluro all'Istituto di previdenza dei giornalisti, ma anche una stilettata bipartisan al ministro Poletti, accusato di essere troppo debole e colpevolmente assente su questo fronte. Tanto che negli incontri finora svolti tra le parti (Governo e Istituti previdenziali) è emersa più che altro la posizione delle Casse autonome tesa a descrivere scenari finanziari apocalittici fino al default degli Enti se si applicherà la norma sul cumulo così com'è e a chiedere la copertura della finanza pubblica del "buco" che si creerebbe negli enti privatizzati per le maggiori uscite determinate dalla norma, più che la determinazione del governo a fare rispettare una legge dello Stato e i principi di equità e giustizia sociale che essa racchiude. E non è di una leggina secondaria o marginale che parliamo. L'applicazione del cumulo gratuito dei contributi riguarda complessivamente centinaia di migliaia di lavoratori, professionisti e non. Persone che hanno lavorato abbastanza anni e versato contributi sufficienti per poter andare in pensione senza alcun privilegio, che spesso sono anche disoccupati, ma che restano sospesi tra il ricatto della ricongiunzione onerosa e l'atteggiamento furbesco delle loro stesse Casse previdenziali che contano sui contributi silenti (i versamenti non sufficienti a maturare una pensione, di conseguenza perduti dai lavoratori ma prezioso "tesoretto" per gli Enti) e sull'ingente gettito dei ricongiungimenti per mettere una pezza alla situazione finanziaria disastrosa in cui molte di esse versano, continuando nel frattempo a garantire i mega stipendi dei loro amministratori di vertice.

Il caso della "incomunicabilità" tra la gestione principale e quella separata dell'Istituto di previdenza dei giornalisti, in questo contesto, è emblematico. Parliamo dello stesso ente, della stessa categoria professionale, dello stesso lavoro. Ma se un giornalista, facciamo un esempio, ha svolto il suo mestiere per 30 anni come lavoratore dipendente (contributi a Inpgi 1) e per 10 come libero professionista, freelance, collaboratore con o senza partita Iva (contributi all'Inpgi 2), e quindi avrebbe maturato il requisito minimo di anzianità per la quiescenza (a oggi 38 anni di contributi, con alcune penalità), finora per poter andare in pensione ha dovuto ricongiungere gli anni della gestione separata in quella principale sborsando cifre da capogiro. Soldi che l'Istituto trattiene poi dalla pensione costringendo di fatto i propri iscritti a contrarre un mutuo con l'Ente e a pagare salatissime rate mensili per 10-12 anni per estinguerlo. Cosicché il giornalista potrà godere solo in età molto avanzata, oltre i 70 anni, se è ancora vivo, della pensione piena. Col cumulo, invece, lo stesso giornalista potrebbe andare in pensione senza dover pagare nulla. Percepirebbe, pro-rata, la sua fetta di assegno per gli anni di lavoro dipendente e l'altra fetta per ciò che ha maturato con il lavoro autonomo e i contributi versati alla gestione separata. Ma a tutt'oggi non può farlo, perché l'Inpgi temporeggia, non decide, aspetta provvedimenti chiarificatori dal governo. La circolare applicativa ancora non c'è perché l'Inpgi e le altre Casse professionali, a dire il vero con la sponda dell'Inps, nel silenzio complice del Governo e imbarazzante dei sindacati a cominciare da quello dei giornalisti, vanno sostenendo la bizzarra interpretazione che per andare in pensione anticipata o di vecchiaia col cumulo gratuito occorrerebbero i requisiti della Legge Fornero (42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva e 66 anni e 7 mesi di età), non quelli attualmente vigenti nell'Inpgi e nelle altre Casse, che pure hanno propri regolamenti approvati dai Ministeri vigilanti e una propria autonomia gestionale (altrimenti non si capirebbe perché dovrebbero esistere le Casse autonome dei professionisti).

Per capirci, il giornalista di prima con il regolamento Inpgi attualmente in vigore nel 2017 potrebbe andare in pensione di anzianità (ora si chiama pensione anticipata) con almeno 62 anni di età e 38 di contributi (39 nel 2018, 40 nel 2020). Quindi, nell'esempio, cumulando i 30 anni di Inpgi 1 e i 10 di Inpgi 2 quest'anno avrebbe già maturato il diritto all'assegno. Invece l'Inpgi, come del resto le altre Casse, sostiene che se vuole andare in pensione col cumulo deve avere almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, come previsto per le pensioni Inps dalla Legge Fornero. Quindi che deve restare al lavoro almeno per altri 2 anni e 10 mesi, che poi saliranno a 3 e un mese con l'aumento già programmato dell'aspettativa di vita. Se invece vuole andarci quest'anno, deve ricongiungere tutto nella gestione principale, in modo oneroso, sborsando anche centinaia di migliaia di euro. "Doversi ripagare la pensione dopo che la si è già pagata è un delitto contro la persona - commentò Cesare Damiano quando si cominciò a capire che le Casse non volevano rinunciare ai ricongiungimenti onerosi - uno che ha lavorato 40 anni è giusto che vada in pensione, senza perdite né vantaggi, come prevede il cumulo. Il pagamento pro-quota della pensione, con ciascuna gestione che eroga il proprio pezzo di pensione per gli anni di contributo versati, è un po' l'uovo di Colombo ma funziona”. O almeno dovrebbe.

"Quella delle Casse è una evidente forzatura - commenta l'onorevole Gnecchi - una interpretazione che non sta né in cielo né in terra. La legge sul cumulo gratuito dei contributi non cancella l'autonomia e i regolamenti sull'accesso alle pensioni dei singoli Enti. Prevede che la pensione venga pagata pro-rata, e che ciascuno eroghi la propria parte al maturare dei requisiti previsti dal proprio ordinamento". Per tornare all'esempio di prima, se il giornalista ha 30 anni di contributi Inpgi 1 e 10 alla gestione separata o in un altro istituto, andando in pensione col cumulo l'Inpgi dovrebbe pagare la sua pro-rata a 62 anni e l'altro istituto all'età prevista dal proprio ordinamento, 66 anni e 7 mesi nel caso dell'Inps. A maggior ragione, chi ha tutti i contributi versati nella stessa Cassa professionale, anche se in parte alla gestione principale e in parte a quella separata, dovrebbe poterli cumulare in modo non oneroso e accedere alla pensione secondo i criteri stabiliti da quella Cassa. "E' di una gravità assoluta che l'Inpgi non abbia ancora fatto la circolare applicativa per il cumulo dei contributi tra gestione principale e separata - aggiunge Gnecchi - quell'Istituto, così come le altre Casse, dovrebbero tutelare gli interessi dei propri iscritti, invece giocano sul fatto che il Governo non ha ancora emesso criteri applicativi chiari e il Ministro non si impunta sul rispetto della legge. Soprattutto, si inventano di tutto per non perdere i contributi silenti e gli ingenti oneri delle ricongiunzioni. Non mi stupirei se nella prossima legge di bilancio spuntasse un emendamento teso ad esonerare le Casse dei professionisti dall'applicazione del cumulo".

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21/09/2017 07:42#41466 da Wotan
Risposta da Wotan al topic cumulo casse professionali
Si moltiplicano le interrogazioni parlamentari... speriamo bene

www.quotidianosanita.it/governo-e-parlam...hp?articolo_id=53905

Pensioni. Scavone-Compagnone (Ala-Sc): “Governo attui riforma su cumulo già approvata”
A seguito della mancanta attuazione della norma previdenziale contenuta nella legge di bilancio 2016, con un ritardo di ben nove mesi, i due senatori chiedono al Governo di chiarire come mai questa riforma non sia stata resa operativa

20 SET - “"La settimana scorsa il presidente dell'Inps Tito Boeri ha incontrato una delegazione del Comitato Cumulo e Casse professionali sulla mancata attuazione, dopo ben nove mesi, di una norma previdenziale contenuta nella legge di bilancio 2016. Un ritardo che rischia di trasformare molti lavoratori aventi diritto in 'esodati del cumulo'. Tutto questo perché molti professionisti, raggiunti i requisiti per la pensione (così come recita la norma e la prima circolare emessa lo scorso mese di marzo), frutto della somma dei contributi versati a diversi enti previdenziali sia pubblici che privati, nella preoccupazione di perdere il diritto acquisito sono stati indotti a presentare la lettera di licenziamento”.

Lo denunciano, in una nota stampa, i senatori del gruppo Ala-Sc Antonio Scavone e Giuseppe Compagnone, che in merito hanno presentato un'interrogazione al ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

“Sarebbe il caso - proseguono Scavone e Compagnone - che il governo chiarisca come mai questa riforma non è stata resa operativa e, soprattutto, verificasse per quale motivo gli organismi preposti (Inps, ministeri e Casse professionali) riversino l'uno sull'altro la responsabilità della mancata attuazione, dando luogo a un intollerabile 'scaricabarile'. Viene il dubbio che l'intento sia quello di giungere a una nuova legge di bilancio per modificare la norma sul cumulo contributivo gratuito attenuando così l’impatto sulle casse private a discapito dei lavoratori. Una condotta inaccettabile che il ministero dovrebbe verificare e scongiurare quanto prima”.

20 settembre 2017

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21/09/2017 00:07#41465 da cumulo
Risposta da cumulo al topic cumulo casse professionali
Per Emilio:forse sono in ritardo,comunque ecco i miei dati:Vincenzo Barone,ex medico ospedaliero(dimissioni volontarie il 31.03.2016),domanda di pensione anticipata con cumulo il 06.04.2017 presentata all'Enpam che mi ha comunicato di averla trasmessa all'Inps(sede di Bologna)nel mese di giugno 2017 unitamente all'elenco dei contributi(quota A).

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