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Esodati, possibile lo spostamento al 6 gennaio 2016 della decorrenza
Oggi pomeriggio in commissione Lavoro il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, darà le indicazioni del governo in merito alla sesta salvaguardia, rinviando però il varo di un provvedimento che affronti in via strutturale il problema degli esodati alla prossima legge di stabilità. La proposta del Ministro dovrebbe essere quella di spostare di un altro anno l'asticella della decorrenza, arrivando al 6 gennaio 2016 dal 6 gennaio 2015. Kamsin Beneficiari dell'intervento sarebbero le "solite" categorie già individuate con i precedenti cinque interventi e cioè i lavoratori in mobilità, i dipendenti pubblici esonerati dal servizio, i lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili, i cessati per accordi individuali o collettivi, i licenziati individuali e i prosecutori volontari. Nella nuova misura, che non avrebbe alcun profilo strutturale, potrebbero risultare salvaguardati anche i lavoratori cessati da un contratto a tempo determinato che si trovassero a 4 anni dalla maturazione dei requisiti previdenziali pre-riforma. Categoria oggi esclusa dalla quarta salvaguardia a seguito di una nota ministeriale del Marzo di quest'anno. In numeri si tratterebbe di circa 8.500 soggetti in più rispetto al totale generale fissato finora in 132.130 "esodati" salvaguardati, cifra quest'ultima cui è associata una stima di maggiore spesa previdenziale per 11,6 miliardi entro il 2022-2023.
Ancora nulla di fatto invece per la soluzione strutturale. Costa troppo. Lo stesso Poletti aveva parlato di «un ponte», e il suo predecessore Giovannini di «un prestito pensionistico» con anticipo di due anni dalla maturazione dei requisiti attuali ma i costi di rendere strutturale un anticipo dell'età pensionabile sono eccessivi fanno sapere fonti vicine al ministero dell'economia. Difficile quindi che la pdl 224 che arriverà in Aula il 30 giugno possa avere un rapido disco verde. Costo stimato: oltre 47 miliardi di euro fino al 2025. Netto il no della Ragioneria generale dello Stato per coperture «inadeguate» (individuate nel testo con l'incerto capitolo dell'aumento delle entrate da giochi e lotterie). La proposta che illustrerà oggi Poletti ha lo scopo di congelare il pressing del Parlamento.
Zedde
Esodati, PD: serve la soluzione definitiva
''La prossima settimana dovrebbe arrivare finalmente in aula la nostra proposta di legge per risolvere l'annosa vicenda degli esodati. Abbiamo chiesto una soluzione definitiva e la proposta licenziata dalla commissione Lavoro e' in grado di onorare un impegno preso da tutti: nessuno deve rimanere senza stipendio, senza ammortizzatori e senza pensione a causa della riforma Fornero del 2011''. Kamsin E' quanto dichiarano in una nota i deputati Pd della commissione Lavoro della Camera, Davide Baruffi, Anna Giacobbe, Marco Miccoli, Alessia Rotta ed Elisa Simoni. ''Domani (oggi, ndr) il ministro Poletti sara' in commissione per illustrarci la soluzione individuata dal governo - proseguono - . A Poletti riconosciamo la buona volonta' e l'impegno ribadito a piu' riprese di voler trovare una soluzione strutturale ma al governo, in particolare al Mef, chiediamo risorse coerenti per onorare questo impegno: tutti gli 11 miliardi impegnati ad oggi per le cinque salvaguardie vanno spesi per gli esodati e se servono ulteriori risorse e' indispensabile trovarle. Non e' piu' il tempo di rinvii e Governo e Inps debbono giocare a carte scoperte, con numeri certi e verificabili da parte del Parlamento'.
Restiamo convinti che una soluzione definitiva debba necessariamente superare la rigidità della legge Fornero e prevedere una flessibilità in uscita verso la pensione, con coerenti incentivi e disincentivi, premialità per chi lavora più a lungo e penalizzazioni per chi sceglie di andare in pensione prima. Ascolteremo e valuteremo, non vorremmo che la montagna partorisse un topolino. Il Pd ha speso parole molto impegnative in proposito e arriverà in aula con una proposta, almeno a parole, condivisa da tutti”.
Zedde
L'Inps erogherà il bonus degli 80 euro da Luglio
L'Inps ha avviato l'erogazione del bonus degli 80 euro previsto dal decreto Irpef approvato lo scorso maggio dal governo Renzi. E' quanto ha comunicato l'istituto con il messaggio 5528/2014. Kamsin Che specifica che il bonus sarà erogato a partire dalla mensilità di luglio e riguarderà anche i destinatari degli assegni straordinari erogati dai fondi di solidarietà del settore dei tributi erariali, delle Ferrovie dello stato, degli ex Monopoli e degli analoghi fondi del settore assicurativo, le prestazioni di accompagnamento alla pensione in favore di lavoratori anziani e le pensioni integrative qualificate. L'istituto avverte "che la piattaforma fiscale ha elaborato le informazioni relative ai redditi erogati dall’INPS a ciascun soggetto verificando il diritto al bonus ed lo ha quantificato, se spettante."
Con il messaggio l'Inps precisa anche di aver completato la ricostituzione delle pensioni con conguagli fiscali, ricalcolo della pensione a soggetti già titolari di pensione, liquidazione a coniuge, cessazioni di familiari per decesso ed altre categorie. Il relativo conguaglio a credito o a debito sarà portato a conoscenza degli interessati con idonea comunicazione.
Nello specifico l’attività di ricostituzione è stata svolta a livello centrale ed ha riguardato le seguenti pensioni: a) le pensioni con conguagli fiscali; b) le pensioni confermate a seguito di revisione sanitaria; c) le pensioni individuate come “ricostituzioni d’ufficio” per particolari situazioni che ne comportano il ricalcolo (nuova liquidazione di pensione INPS a soggetti già titolari di pensione, nuova liquidazione di pensione INPS a coniuge di un soggetto titolare di pensione, cessazioni di familiari per decesso); d) le pensioni interessate dalla corresponsione della cosiddetta 4.a mensilità; e) le prestazioni assistenziali per le quali sono pervenute le dichiarazioni di ricovero relative all’anno 2013.
Zedde
Il Pd incontra i grillini e Renzi tratta sulle preferenze
- Roma, 26 giu. - Un match sulla legge elettorale, letto da molti come una reciproca apertura. Matteo Renzi arriva a sorpresa all'incontro tra Pd e M5s, incassa e sottolinea il si' al dialogo dei grillini, non deflette dai principi guida dell'Italicum, critica il Democratellum ma si mostra morbido sulle preferenze. Soddisfatto Beppe Grillo, riferiscono i suoi, mentre Luigi Di Maio spiega che la proposta non e' 'a scatola chiusa' ma da quella si deve partire. Ma da Forza Italia arriva subito il richiamo al patto del Nazareno. Un patto che dal Pd assicurano non sia stato surclassato dallo streaming di oggi.
Video integrale dell'incontro da Renzi e i 5 Stelle
Il premier e segretario del Pd usa bastone e carota. Prima attacca il Democratellum (che chiama scherzosamente Complicatellum e poi Grandefratellum) perche' "non garantisce governabilita'", rischia di creare problemi di "voto di scambio" e non mette al riparo da "inciuci e larghe intese".
Poi si mostra dialogante sul tema delle preferenze "non ne abbiamo paura, siamo bravi a prendere voti".
Il sarcasmo del premier, "5 sindaci su 8.000? Niente male"
Addirittura chiede al M5s una "disponibilita' a discutere anche di riforme costituzionali", di tutto il pacchetto all'esame del Senato che si comincera' a votare non prima di lunedi'. Sui tempi pero' non cede di un millimetro: entro venerdi' le proposte e le critiche al Democratellum saranno on-line e dopo il voto del Senato sulla riforma del bicameralismo si comincia, "la prossima volta servono idee chiare". Il faccia a faccia tra Pd e M5s agita pero' Forza Italia. "L'accordo resta sull'Italicum e siamo pronti ad approvarlo al Senato nei tempi previsti" afferma a tamburo battente Paolo Romani. Una base di partenza che anche al Pd danno come certa. Nessuno, spiegano, vuole mettere in discussione il patto del Nazareno, anche se sulle preferenze si puo' discutere. Ma e' proprio sulle preferenze che Forza Italia vede rosso. Mentre a Ncd il gioco di sponda con i grillini potrebbe dare la possibilita' di riaprire il discorso su un tradizionale cavallo di battaglia. Alla fine da Pd e M5s giungono commenti soddisfatti. Bene la disponibilita' al dialogo mostrata dai Cinquestelle, incassano i Dem. Bene la nuova immagine di forza responsabile, incassano dal Movimento.
Nel merito pero' le posizioni sono distanti. Difficilmente si giungera' a uno stravolgimento del testo base che dovrebbe essere votato dal Senato entro l'estate. Qualche aggiustamento e' stato messo in conto da tutti. Soprattutto da Matteo Renzi, che punta a mettere in 'competizione' le diverse forze politiche con le quali sta dialogando, ma sempre da mazziere.
Riforme, Renzi apre ai 5 Stelle Trattiamo sulle preferenze
- Roma, 25 giu. - Un match sulla legge elettorale, letto da molti come una reciproca apertura. Matteo Renzi arriva a sorpresa all'incontro tra Pd e M5s, incassa e sottolinea il si' al dialogo dei grillini, non deflette dai principi guida dell'Italicum, critica il Democratellum ma si mostra morbido sulle preferenze. Soddisfatto Beppe Grillo, riferiscono i suoi, mentre Luigi Di Maio spiega che la proposta non e' 'a scatola chiusa' ma da quella si deve partire. Ma da Forza Italia arriva subito il richiamo al patto del Nazareno. Un patto che dal Pd assicurano non sia stato surclassato dallo streaming di oggi.
Video integrale dell'incontro da Renzi e i 5 Stelle
Il premier e segretario del Pd usa bastone e carota. Prima attacca il Democratellum (che chiama scherzosamente Complicatellum e poi Grandefratellum) perche' "non garantisce governabilita'", rischia di creare problemi di "voto di scambio" e non mette al riparo da "inciuci e larghe intese". Poi si mostra dialogante sul tema delle preferenze "non ne abbiamo paura, siamo bravi a prendere voti".
Il sarcasmo del premier, "5 sindaci su 8.000? Niente male"
Addirittura chiede al M5s una "disponibilita' a discutere anche di riforme costituzionali", di tutto il pacchetto all'esame del Senato che si comincera' a votare non prima di lunedi'. Sui tempi pero' non cede di un millimetro: entro venerdi' le proposte e le critiche al Democratellum saranno on-line e dopo il voto del Senato sulla riforma del bicameralismo si comincia, "la prossima volta servono idee chiare". Il faccia a faccia tra Pd e M5s agita pero' Forza Italia. "L'accordo resta sull'Italicum e siamo pronti ad approvarlo al Senato nei tempi previsti" afferma a tamburo battente Paolo Romani. Una base di partenza che anche al Pd danno come certa. Nessuno, spiegano, vuole mettere in discussione il patto del Nazareno, anche se sulle preferenze si puo' discutere. Ma e' proprio sulle preferenze che Forza Italia vede rosso. Mentre a Ncd il gioco di sponda con i grillini potrebbe dare la possibilita' di riaprire il discorso su un tradizionale cavallo di battaglia. Alla fine da Pd e M5s giungono commenti soddisfatti. Bene la disponibilita' al dialogo mostrata dai Cinquestelle, incassano i Dem. Bene la nuova immagine di forza responsabile, incassano dal Movimento. Nel merito pero' le posizioni sono distanti. Difficilmente si giungera' a uno stravolgimento del testo base che dovrebbe essere votato dal Senato entro l'estate. Qualche aggiustamento e' stato messo in conto da tutti. Soprattutto da Matteo Renzi, che punta a mettere in 'competizione' le diverse forze politiche con le quali sta dialogando, ma sempre da mazziere. .
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Esodati, il tempo è scaduto. Renzi deve trovare domani la soluzione
"Nella giornata di domani il Governo dovrà riferire alla Commissione Lavoro della Camera qual è la sua proposta sugli ‘esodati’. Il tempo ormai è scaduto perché altrimenti, come tutti sanno, il prossimo lunedì andrà in Aula il Disegno di legge unitario della" Commissione Lavoro che si propone di risolvere definitivamente il problema dei lavoratori rimasti senza reddito a seguito della ‘riforma’ Fornero, ma che ha seri problemi di copertura finanziaria. Kamsin E' quanto ha affermato l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano in una intervista rilasciata all'Ansa.
"Se non ci sarà una risposta tempestiva da parte dell’Esecutivo c’è il rischio che il tema della previdenza diventi una questione sociale ingestibile. Un problema che dovrebbe essere all’attenzione del Premier Matteo Renzi. Poiché abbiamo verificato, attraverso un approfondito monitoraggio, che non verrà spesa una parte degli 11 miliardi di euro stanziati per la salvaguardia complessiva di 162mila lavoratori, riteniamo che questa disponibilità di risorse debba essere reimpiegata per tutelare altri lavoratori.
Inoltre, chiediamo al Governo di rendersi disponibile a due richieste: la prima, prevede che nell’immediato si trovino un po’ di risorse fresche per risolvere alcuni problemi annosi (la cancellazione delle penalizzazioni per chi va in pensione di anzianità e la correzione di veri e propri errori, come nel caso dei macchinisti e degli insegnanti di quota ’96); la seconda, prevede che il Governo si impegni, nella prossima Legge di Stabilità, ad inserire una norma, come quella della flessibilità a partire dai 62 anni, che risolva strutturalmente il problema delle pensioni" ha concluso Damiano.
Zedde