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Cassa Integrazione, Poletti: manca 1 miliardo
C'è un buco di un miliardo di euro per finanziare la Cassa integrazione in deroga. A rischio ci sono le risorse per oltre 50mila lavoratori e che il governo non e' ancora riuscito a fronteggiare. Kamsin A confermarlo, insieme al fatto che sui conti "non ci sara' alcuna manovra correttiva", e' il ministro del lavoro Giuliano Poletti, intervistato da 'Repubblica'.
Poletti ricorda come la legge Fornero "prevede dal 2014 l'uscita graduale dalla cassa integrazione e dalla mobilita' in deroga. Per questo il precedente governo aveva predisposto un decreto per la modifica dei criteri d'accesso" e "ridotto di un miliardo le coperture finanziarie". "Non credo che oggi ci siano le condizioni tecniche per smontare o cambiare radicalmente quel provvedimento - spiega il ministro - E c'e' anche un problema di risorse: nel 2014 abbiamo dovuto utilizzare quelle stanziate per finanziare la cassa in deroga del 2013" e "ora dobbiamo trovare le coperture per il 2014.
Comunque non e' stato approvato ancora alcun decreto, dobbiamo ancora decidere. Voglio anche far notare - continua Poletti - che la cassa in deroga e' finanziata da tutti i cittadini, sono le tasse che finanziano la cassa in deroga, non le imprese. Ed e' bene non chiudere gli occhi davanti al fatto che nel ricorso alla cassa in deroga ci sono stati evidenti eccessi".
Zedde
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Riforma Pa, stop ai trattenimenti in servizio. Ecco cosa cambia
Dal 25 Giugno è arrivato l'atteso stop ai trattenimenti in servizio per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni. E' questa una delle principali novità contenute nel decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione (articolo 1, comma 1 del decreto legge 90/2014) che di fatto, introduce la regola generale, riguardante tutte le categorie del pubblico impiego, del collocamento a riposo al raggiungimento dei limiti di età. Kamsin L'intervento è contenuto nei primi quattro commi del citato articolo con il quale si prevede l'abolizione dell'articolo 16 del decreto legislativo 503/1992 e degli interventi legislativi conseguenti. Trova, quindi, lo stop definitivo una disposizione che agli albori rappresentava il diritto del dipendente a rimanere in servizio, per un biennio (o 5 anni in alcuni casi), una volta raggiunti i limiti di età.
La norma opera immediatamente solo per i trattenimenti già disposti e non ancora efficaci al 25 giugno 2014 (data di entrata in vigore del Dl 90), i quali devono essere revocati. Quelli già in essere continuano a spiegare gli effetti, ma solo fino al 31 ottobre prossimo. Resta ferma la scadenza anteriore, se originariamente fissata. Periodo transitorio piu' lungo per per i magistrati ordinari, amministrativi, contabili, militari, gli avvocati dello Stato e dei militari, per i quali i trattenimenti in servizio in essere hanno efficacia fino al 31 dicembre 2015, ovvero fino alla loro scadenza originaria, se antecedente.
L'abrogazione dell'istituto del trattenimento in servizio può essere comunque salutato positivamente per favorire il ricambio generazionale, in un momento di crisi del sistema economico nel suo complesso e di blocco delle assunzioni. Infatti la misura aumenta la già elevata età media dei dipendenti pubblici in quanto coloro che normalmente potrebbero essere collocati in pensione per raggiunti limiti di età, possono ottenere altri due anni di servizio arrivando a lavorare fino a 67 o 68 anni (75 anni per alcune categorie), a seconda della data di maturazione del requisito pensionistico; e non consente inoltre di realizzare risparmi da cessazione che, in relazione al regime del turn-over, alimentano il budget spendibile per nuove assunzioni. L'istituto, lo si ricorda, è considerato dalla normativa vigente alla stessa stregua di una nuova assunzione, con la conseguenza che per finanziarlo vengono distratte le risorse assunzionali che potrebbero essere meglio finalizzate all’assunzione di giovani.
Con l'abrogazione del trattenimento in servizio la maggior parte dei lavoratori pubblici (con l'eccezione dei magistrati e dei professori universitari) non potranno però di fatto godere dell'incentivazione alla permanenza al lavoro sino a 70 anni, possibilità incentivata dal decreto legge 201/2011 (e poi già parzialmente limitata dal Dl 101/2013), per conseguire una pensione piu' "succulenta" tramite coefficienti di rivalutazione piu' elevati.
Zedde
Esodati, "Dobbiamo trovare una soluzione strutturale"
Ci abbiamo messo una pezza in attesa di trovare una soluzione strutturale entro l'estate da inserire nella prossima legge di stabilità, quella per il 2015. E' questa la sintesi del giudizio, un pò amaro a dire la verità, di Cesare Damiano in una intervista raccolta oggi dal quotidiano "Libero". Kamsin L'ex ministro del Lavoro Pd non nasconde infatti la sua insoddisfazione per un provvedimento, quello sulla sesta salvaguardia che il governo presenterà mercoledì alla Camera con cui sono state salvaguardate altre 31.200 persone: "E' un passo avanti, anche se non è risolutivo. Si è spostata di un anno la scadenza di coloro che matureranno il diritto di andare in pensione con la vecchia normativa (la decorrenza passa dal gennaio 2015 al gennaio 2016) e si è aggiunta una fattispecie: persone che sono state licenziate e che avevano un contratto di lavoro a tempo determinato. Non era scontato, il governo ha deciso di confrontarsi con una proposta di legge sottoscritta da tutti i componenti della commissione Lavoro di tutti i partiti che però aveva un obiettivo più ambizioso, risolvere definitivamente il problema. Peccato che Inps e Ragioneria abbiano stimato fossero necessari 47 miliardi da qui al 2022. Una stima esagerata, ma coi numeri bisogna fare i conti".
All'intervistatrice che gli fa notare come il ministro del Lavoro Poletti avesse promesso una soluzione strutturale e non piu' legata a singoli provvedimenti Damiano ammette che un compromesso era comunque necessario. "Il ministro Poletti alla fine ha ritenuto che per le condizioni attuali non si potesse fare altro. Io ho preferito questa sesta salvaguardia piuttosto che rimandare tutto alla legge di stabilità, che comunque, ha detto il ministro, sarà l'occasione per una soluzione strutturale". Una soluzione che secondo Damiano passerà attraverso tre ipotesi attualmente allo studio: " flessibilità del sistema previdenziale con penalizzazioni, che secondo me è la preferibile, quota 100 o flessibilità dai 62 anni con 35 di contributi, a condizione che il lavoratore accetti il ricalcolo con il sistema contributivo oppure il prestito previdenziale".
Damiano ricorda anche che il costo del salvataggio delle 170mila persone è stato pari a 11 miliardi di euro e che ancora però non c'è un numero preciso di quanti esodati siano ancora da tutelare: "non si può dire il loro numero. Sicuramente ci sono ancora molti lavoratori in sofferenza a seguito della riforma Fornero". È possibile che nel tempo ne spuntino di nuovi? «Assolutamente sì». E quanti soldi servono per risolvere definitivamente il problema? «Svariati miliardi. Purtroppo non è possibile quantificare. E che in questa sciagurata vicenda sono stati commessi tanti errori tecnici. Penso ai lavoratori delle ferrovie, agli insegnanti, alle ricongiunzioni per chi aveva versato all'Inpdad e all'Inps. Bisognerà porre rimedio".
Zedde
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Esteso anche agli agricoltori lo sconto contributivo
La circolare 81/2014 dell’ Inps indica le disposizioni operative per l’ accesso e la fruizione dei benefici da parte dei datori di lavoro agricoli che assumono lavoratori già sotto il regime Aspi (acronimo del nuovo ammortizzatore sociale introdotto dalla riforma Fornero: Assicurazione Sociale per l’ Impiego). Kamsin Lo sconto contributivo assegna anche al settore agricolo quanto già previsto per le altre categorie di datori di lavoro segnalate dal decreto legge 76/2013 convertito nella legge n. 99/2013.
L’ incentivo consiste nel riconoscimento del 50% della indennità Aspi che viene incassata mediante conguaglio dei contributi dichiarati mensilmente. I datori di lavoro agricoli, per disporre del contributo, dovranno trasmettere alla Sede Inps presso la quale assolvono i propri obblighi contributivi” una specifica dichiarazione sugli aiuti de minimis e dichiarazione di responsabilità “sulla base di un modello allegato alla circolare. “A tal fine si avvarranno dell’ apposita funzionalità, denominata Incentivo ASpl presente nel cassetto previdenziale Aziende Agricole, sezione Comunicazione on line”.
Tramite la stessa modalità sarà possibile consultare l’esito della richiesta; alle aziende che potranno utilizzare il beneficio sarà attribuito il codice “A2” che permetterà la consultazione da parte del datore di lavoro attraverso la specifica funzionalità “Codice Autorizzazione” presente nella sezione “Dati Azienda”.
Zedde
Ue: Delrio, con flessibilita' 10 miliardi l'anno
Berlusconi sposa la causa dei diritti gay. Gasparri frena no matrimoni
Riforme: da domani si vota, settimana chiave ma restano nodi
- Roma, 29 giu. - Riforme alla vigilia di una settimana decisiva per il primo necessario passaggio in Parlamento. Gia' da domani mattina, nella Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, i commissari inzieranno a votare gli emendamenti, proposti dalle forze politiche, al testo. Ma nonostante il countdown per l'approvazione, sul tavolo restano i nodi dell'elezione del nuovo Senato e dell'immunita' parlamentare e sono in molti a dare per scontato il fatto che l'approdo in Aula possa slittare rispetto alla prevista data del tre luglio. Anche se, la presidente della Commissione, Anna Finocchiaro, ha ribadito la sua intenzione di fare tutto il possibile perche' si rispettino i tempi indicati.
Cresce la fronda per il Senato elettivo
Il premier Matteo Renzi, sulle riforme, e' tornato a parlare anche da Bruxelles: non sono un optional e serve un cambio di passo per impremere velocita', ha detto, definendo poi ieri "settimana chiave" quella che prendera' il via da domani. Forza Italia, per parte sua, fa sapere che il patto del Nazareno regge. Ma i mal di pancia e le riserve non mancano nel partito del Cavaliere e giovedi' e' stata annunciata un'assemblea dei gruppi di Senato e Camera con Silvio Berlusconi. Nonostante l'apertura fatta a Renzi in streaming affinche' si giunga ad un tavolo per le Riforme, a Palazzo Madama i 5 stelle contestano alcuni snodi ritenuti essenziali dal Governo, come l'elezione indiretta dei nuovi senatori e chiedono di cancellare l'immunita' Dentro la maggioranza, alcuni senatori del Pd si sono 'sfilati' dalle indicazioni del partito e anche l'Ncd di Alfano ha presentato una modifica al ddl che introduce l'elezione diretta del Senato. Renzi intanto annuncia che incontrera', in settimanna, Fi e Movimento 5 Stelle, oltre che i suoi parlamentari. Anche se resta ancora da decidere quando.