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Ue 'incorona' Juncker presidente Renzi incassa flessibilita' riforme
- Bruxelles, 27 giu. - Una vittoria e un pareggio per l'Italia e per Matteo Renzi: si potrebbe sintetizzare cosi' la due giorni di confronto tra i capi di Stato e di Governo europei per mettere a punto l'Agenda Strategica di Herman Van Rompuy e per arrivare alla designazione del prossimo presidente della Commissione.
Sulla prima, la delegazione italiana ottiene il non scontato successo di vedere l'Agenda allegata alle conclusioni del Consiglio Europeo. Tutt'altro che un particolare: cosi' facendo l'impegno ad aiutare gli stati impegnati nelle riforme assume maggiore "solennita'" e diventa "vincolante". Sulla seconda, la designazione di Jean Claude Juncker, Renzi ha ottenuto che suo mandato fosse in qualche modo vincolato alle istanze dei socialisti. "Ho votato Juncker perche' c'era un documento. Se non fosse stato cosi' non lo avrei votato. E' indicato presidente perche' c'e' un accordo politico". Un risultato fortemente cercato durante una 'battaglia' condotta tra Ypres e Bruxelles, in cui non sono mancati toni accesi e in cui il rischio che saltasse anche l'accordo su Juncker era dietro la porta.
Jean Claude Junker, dall'Eurogruppo alla Commissione
In particolare e' stato il premier britannico David Cameron a resistere in maniera strenua all'indicazione dell'ex presidente dell'Eurogruppo. E non e' passato inosservato, tra i tavoli del vertice, l'accenno di alcuni tabloid inglesi ad alcune 'passioni' attribuite a Juncker, come il fumo e l'alcol. Niente di tutto questo e' servito allo scopo e, al termine di una giornata estenuante, il leader dell'Ukip, Nigel Farage, ha infierito con toni che ricordano quelli dell'alleato italiano Beppe Grillo: "Cameron e' un perdente che non ha imparato nulla". Ha invece imparato, e in fretta, Matteo Renzi per il quale Angela Merkel spende parole di grande apprezzamento: "E' un premier di successo, con un piano di riforme chiare grazie al quale l'Italia crescera' ancora".
E dire che ieri la sintonia tra Roma e Berlino sembrava essere persa: a Ypres, citta' duramente segnata da un interminabile assedio tedesco durante la prima guerra mondiale, Renzi e Merkel si erano confrontati senza giri di parole. La cancelliera non era convinta di poter tirare ancora la corda sulla flessibilita' nell'applicazione del patto di stabilita' con i propri interlocutori e chiedeva all'Italia di accontentarsi. Renzi, consapevole che il pacchetto complessivo delle riforme sarebbe saltato per piazzare il tassello della Commissione, ha invece insistito perche' il passaggio fosse esplicitato piu' chiaramente nel documento finale.
I due si sono poi accordati per dare mandato agli sherpa di andare avanti nel lavoro di limature per tutta la notte. Il risultato e' arrivato a Bruxelles, al termine di un vertice durato quasi sette ore. "Chi fa le riforme ha il diritto alla flessibilita'" nell'applicazione del patto di stabilita', ha potuto rimarcare con soddisfazione Renzi: "Viola il patto chi dice che bisogna guardare solo alla stabilita'. Perche' il patto si chiama di Stabilita' e Crescita", ha aggiunto. Questo non significa che l'Italia 'sforera'' il tetto del tre per cento nel rapporto tra deficit e Pil: "Non abbiamo intenzione di fare come ha fatto la Germania", ha ribadito Renzi citando le parole rivolte ieri a Merkel: "Con la signora Merkel ci sono confronti quotidiani. Abbiamo discusso e discutiamo, da parte mia il clima e' di grande rispetto, ma noi non siano in Europa per chiedere qualcosa con il cappello in mano, abbiamo molto da dire", ha spiegato il premier.
Ai tempi supplementari, invece, la partita sulle nomine. Se ne riparlera' il 16 luglio nel corso di un Consiglio Straordinario ad hoc. L'Italia, ha detto Renzi, ha pronta la candidatura alla Pesc, la Politica Estera e di Sicurezza Comune, nella persona di Federica Mogherini (che il premier si guarda bene dal citare). Ed Enrico Letta? Il nome dell'ex presidente del consiglio era circolato tra gli staff delle varie delegazioni presenti a Bruxelles. Renzi pero', sollecitato dalle domande dei giornalisti, sottolinea "che nessun leader ha avanzato questa proposta". Inoltre, puntando alla presidenza dell'Alto rappresentante per la politica estera, rimarrebbero altre due presidenze, l'Eurogruppo e il Consiglio: "Difficile che ne diano due su tre all'Italia...", ha sottolineato il presidente del consiglio.
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730 precompilato, l'accettazione del modello escluderà dagli accertamenti
Dal prossimo anno debutterà in via sperimentale la dichiarazione dei redditi precompilata. È questa una delle principali novità annunciate nel Consiglio dei Ministri la scorsa settimana dal premier Matteo Renzi per semplificare gli adempimenti fiscali dei contribuenti. Kamsin Durante il primo anno di sperimentazione i contribuenti saranno tuttavia tenuti a correggere il modello inviato dal fisco avendo cura di evidenziare tutte le detrazioni non (ancora) conosciute ancora dall'Agenzia delle Entrate. In particolare quelle sanitarie (spese per i ricoveri, visite e farmaci). Poi dal 2016 il fisco dovrebbe essere in grado di farlo da solo e quindi agevolare ulteriormente il compito del contribuente. E' questo quanto emerge dalle linee guida del Decreto Legislativo in attuazione della delega fiscale che il governo ha trasmesso alle Commissioni della Camera per acquisirne il parere.
La dichiarazione precompilata da parte dell'Agenzia delle Entrate sarà messa a disposizione dei contribuenti a partire dal 15 aprile di ciascun anno attraverso tre diverse modalità: per via telematica oppure tramite CAF e professionisti. Entro il 28 febbraio viene imposto a banche, assicurazioni ed enti previdenziali l'obbligo di comunicare alle Entrate tutte le voci da cui possono scaturire deduzioni per il contribuente; si pensi ad esempio agli interessi pagati sui mutui fondiari e agrari, ai premi di assicurazione sulla polizza vita, ai contributi previdenziali ed ai pagamenti effettuati dal contribuente per la previdenza complementare.
I contribuenti che accetteranno il modello inviato dall'Agenzia delle Entrate saranno al riparo inoltre dai controlli automatici dell'agenzia; ovviamente in caso contrario potranno correggerlo direttamente oppure attraverso i sostituti d'imposta. In ogni caso la decisione dovrà essere presa entro il 7 luglio termine entro cui i modelli dovranno essere presentati al sostituto d'imposta al CAF o al professionista, i quali, a loro volta, dovranno girarli entro la stessa scadenza all'Agenzia delle Entrate.
Zedde
Equitalia, il governo pronto a cambiare le funzioni dell'istituto
Il governo studia la trasformazione di Equitalia. Sembra quasi impossibile, non più (solo) aspetti repressivi nella riscossione dei tributi, ma nuove funzioni per la garanzia dei diritti dei cittadini e delle imprese, con ulteriori competenze che prevedono il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Kamsin E' quanto si apprende da fonti vicino a Palazzo Chigi che mostrano come Renzi abbia nel cassetto, assieme alla delega fiscale, un restyling dell'istituto che in questi anni si è contraddistinto per una lotta all'evasione non sempre trasparente ed equa.
Il progetto di revisione dei compiti dell’ Istituto viene stimolato anche dalla proposta di M5S che in una sua proposta di legge chiede la soppressione della società ed il passaggio delle sue funzioni all’Agenzia delle Entrate. Tra le varie ipotesi c'è anche la possibilità di trasferimento dell’ente direttamente sotto il controllo del Ministero dell’ Economia.
Il provvedimento di riforma potrebbe essere inserito nel decreto di attuazione della delega fiscale e trasformerebbe di fatto Equitalia in una “Casa del contribuente” consentendole di accedere ad un numero maggiore di banche dati degli enti creditori per i quali riscuote tributi e fondare le proprie richieste su più solide basi.
Zedde
Esodati, una sesta salvaguardia per 32mila persone
Con le dichiarazioni di oggi del ministro del lavoro Giuliano Poletti si inizia a delineare l'intervento che l'esecutivo proporrà dalla prossima settimana in materia di esodati. Kamsin Una sesta salvaguardia in grado di coprire le categorie già tutelate dai precedenti provvedimenti ma che maturano il requisito della decorrenza della prestazione pensionistica entro il 6 gennaio 2016 (o intorno a tale data). Insomma un anno in piu' rispetto alla tagliola - del 6 gennaio 2015 - che oggi esclude molti lavoratori dalla possibilità di accedere alla tutela derogatoria introdotta a partire dall'articolo 24, comma 14 del Dl 201/2011 e poi ripetuta piu' volte nel corso di questi due anni.
"Intendiamo prolungare di un anno le salvaguardie, così come sono oggi previste. Solo che chi maturerà il diritto nell'arco dell'anno prossimo sarà incluso nelle salvaguardie, cosa che finora non era prevista" ha detto Poletti. I nuovi salvaguardati saranno 8 mila unità e porteranno il contigente complessivamente tutelato a quota 170.130.
Le categorie beneficiarie, come già anticipato da Pensioni Oggi nei giorni scorsi, saranno i lavoratori in mobilità, i dipendenti pubblici esonerati dal servizio, i lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili, i cessati per accordi individuali o collettivi, i licenziati individuali e i prosecutori volontari. Nella nuova misura potrebbero risultare salvaguardati anche i lavoratori cessati da un contratto a tempo determinato che si trovassero a 4 anni dalla maturazione dei requisiti previdenziali pre-riforma.
Il ministro ha anche precisato, un pò a sorpresa, che ci saranno anche 24mila posizioni da riassegnare - per un totale dunque di 32.100 nuovi posti disponibili - che rappresentano posizioni già presenti ma "per cui non era arrivata domanda"; posizioni recuperate dalla seconda e dalla quarta salvaguardia che ora tornerebbero disponibili per tutelare altri soggetti. Il numero tuttavia dovrà essere confermato e soprattutto si dovrà comprendere come si tradurrà in pratica. Poletti infatti non ha indicato se per estendere di anno la tutela sarà necessario impiegare tutte le 32mila posizioni oppure solo le 8mila "aggiuntive". In tal caso infatti risulterebbero 24 mila posizioni in eccesso attraverso le quali si potrebbe estendere la salvaguardia temporalmente anche oltre il 6 gennaio 2016 oppure ricomprendere altre categorie di soggetti oggi rimasti a bocca asciutta (si pensi per esempio agli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007). Questi nodi dovranno essere sciolti nella prossima settimana quando il governo metterà nero su bianco la norma.
Cgil: Bene Poletti ma serve un intervento strutturale - I sindacati plaudono alla misura ma ricordano che la situazione sul fronte previdenziale non è piu' sostenibile. “Valutiamo positivamente il prolungamento di un anno della salvaguardia per i lavoratori esodati, che consente l'accesso alla pensione ad un nuovo contingente di 32mila persone, ma non si può continuare a rinviare una soluzione strutturale del problema” ha detto Vera Lamonica, segretaria nazionale della Cgil. “Purtroppo, con il rinvio alla legge di stabilità, peraltro con precisazioni poco rassicuranti del ministro Poletti, si conferma il vecchio metodo - sostiene la segretaria della Cgil – e si procede senza avere un quadro esatto né dei numeri della platea né delle risorse necessarie, peraltro sempre sovrastimate, come dimostra il fatto che questa ulteriore salvaguardia è coperta dai risparmi delle precedenti”.
Zedde