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Riforme, Renzi accelera: prossima settimana decisiva
- Roma, 28 giu. - "Ora dobbiamo correre. La partita si sposta dall'Europa all'Italia" Matteo Renzi ha lasciato Bruxelles dopo un vertice "tosto" con una promessa: ora si debbono fare le riforme. E ai suoi ha detto chiaro e tondo: "abbiamo fatto capire che siamo un Paese forte, che non va col cappello in mano ma si fa rispettare. Adesso pero' la palla e' tutta nel nostro campo". E i 1000 giorni sono "l'orizzonte di cui necessitiamo". Stop alle polemiche, dunque, e testa bassa! "Dobbiamo spendere bene l'autorevolezza internazionale ed europea conquistata con il 41% e con le prime misure del governo". La posta in gioco e' doppia: da un lato l'agognata flessibilita', per cui si e' battuto contro i dubbi di frau Merkel, e che verra' concessa solo in cambio di riforme; dall'altro la standing europea in vista della presidenza del semestre dopo un vertice Ue che lo ha visto tra i protagonisti.
Delrio, "grande vittoria dell'Italia". Fassina critico (LEGGI)
"Tocca a noi, in Italia, fare le riforme se vogliamo la flessibilita' dall"Europa" ha spiegato ai suoi Renzi. Quattro, in settimana, le tappe cruciali. Lunedi' si comincia presto, con i primi voti in commissione Affari costituzionali del Senato sulla riforma di palazzo Madama. Una sessione che si protrarra' per tutta la settimana e che il premier attende per verificare la compattezza del fronte che dovrebbe dare il via libera alla riforma, ma soprattutto per verificare la compattezza del suo Pd. Che proprio mentre lui era a Bruxelles ha di nuovo mostrato alcune crepe, con i dissidenti che hanno rinnovato la richiesta di un esame degli emendamenti sull'elettivita' del Senato. Per questo Renzi non si nasconde che la prossima sara' "la settimana chiave delle riforme' e ha messo in agenda incontri con Forza Italia, M5s e con i parlamentari del Pd. Lunedi' pomeriggio poi si riunira' il Consiglio dei ministri. E' attesa la discussione sulla riforma della giustizia, che ha visto alcuni partiti di maggioranza mostrare un po' di fibrillazioni. La discussione di lunedi' dovrebbe portare a un chiarimento politico tra le forze di governo, mentre le critiche giunte dalle associazioni di categoria, toghe e avvocati, non vengono considerate tali da poter mettere in discussione l'impianto della riforma. Il pacchetto che il ministro Andrea Orlando portera' lunedi' alla prima verifica dovrebbe poi vedere la luce nel primo consiglio dei ministri utile tra la fine della prossima settimana e l'inizio di quella successiva. Ma lunedi' si decidera' anche la decisione sul sostituto di Antonio Tajani alla commissione. Mercoledi' poi il premier volera' a Strasburgo per il discorso alla sessione plenaria del Parlamento europeo sulle linee guida del semestre italiano. "Un discorso a cui tiene molto e a cui ha lavorato gia' oggi" fanno sapere da palazzo Chigi. Perche' in gioco ora c'e' il peso dell'Italia nel consesso comunitario. Il bilancio che traggono al governo e' positivo. "Aver aperto un dibattito nel merito delle questioni e non solo sui nomi e' stata una vittoria" di Renzi, sottolinea il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. E non e' sfuggito che il protagonismo del premier italiano che ha duettato, anche duramente, con Angela Merkel, mentre David Cameron opponeva il suo niet a Jean Claude Juncker, ha un po' offuscato la tradizionale autorevolezza francese. Ma al di la' di una 'guerra di posizionamento' nello scacchiere europeo, Renzi sa che esistono anche ricadute assai concrete che derivano dal successo del semestre italiano e del suo personale: la flessibilita' si traduce in milioni, vuol dire piu' investimenti e quindi piu' lavoro e piu' crescita. Per questo la visita che la Commissione Ue fara' a Roma il 4 luglio, venerdi', al nuovo presidente del semestre europeo sara' piu' che di cortesia. Nonostante sia una commissione uscente (che restera' comunque in carica fino a ottobre), e nonostante il primo vero appuntamento operativo si possa indicare per il 16 luglio, gia' da venerdi' si capira' il tenore dei rapporti tra Roma e Bruxelles. Un tenore che dipendera' molto dalle riforme che l'Italia sara' in grado di mettere in campo. E per questo si torna alla cartina di tornasole dei passaggi parlamentari e governativi delle modifiche della Costituzione. "Dobbiamo correre" ha detto ai suoi Renzi, e non era una sollecitazione di prammatica. "Spero che adesso sia chiaro perche' abbiamo modulato sui 1000 giorni l'impegno: questo e' l"orizzonte di cui necessitiamo". .
Renzi: Italia ha conquistato autorevolezza, ora tocca a noi
- Roma, 28 giu. - "La partita si sposta dall'Europa all'Italia". Cosi' il premier Matteo Renzi, facendo il punto con i suoi, ha sottolineato che in Europa "abbiamo fatto capire che siamo un Paese forte, che non va con il cappello in mano ma si fa rispettare". Ora pero' "la palla e' tutta nel nostro campo. Tocca a noi in Italia fare le riforme se vogliamo la flessibilita' dall'Europa". "Questa settimana e' la settimana-chiave delle riforme", ha detto il premier facendo il punto in vista degli appuntamenti che attendono le riforme da lunedi'. Sono infatti previsti, ha ricordato il premier, incontri con Forza Italia, Movimento 5 Stelle e i parlamentari del Pd.
Delrio, "grande vittoria dell'Italia". Fassina critico (LEGGI)
Nessuna polemica ma al lavoro sul discorso programmatico per il semestre europeo e per i provvedimenti del governo, nella cornice del programma dei mille giorni. Il premier Matteo Renzi e' tornato da Bruxelles e con i suoi collaboratori ha fatto il punto spiegando che "tocca a noi in Italia fare le riforme se vogliamo la flessibilita' dall'Europa". "Spero che adesso sia chiaro perche' abbiamo modulato sui mille giorni il nostro impegno: perche' questo e' l'orizzonte di cui necessitiamo", ha detto ancora Renzi. Il premier, che oggi ha lavorato sul discorso che terra' alla sessione plenaria del Parlamento Europeo per l'apertura del semestre di presidenza italiana dell'Unione, non intende farsi trascinare dalle polemiche, nemmeno da quelle interne. "L'obiettivo - ha sottolineato - rimane spendere bene l'autorevolezza internazionale ed europea conquistata con il 41% e con le prime misure del governo". .
Ue: Delrio, grande vittoria dell'Italia . Fassina critico
- Treia (Macerata), 28 giu. - Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, evidenzia che l'accordo in sede europea e' "una grande vittoria dell'Italia". "E' la vittoria - ha detto intervenendo alla due giorni della fondazione di Symbola, a Treia - dell'Europa che vuole cambiere direzione con la crescita e l'occupazione. Dopo aver conosciuto la stagione del rigore, ora punta allo sviluppo. Il merito - ha sottolineato Delrio - e' della Presidenza del Consiglio italiana". Su come sara' impostata la nuova politica dell'Unione, il sottosegretario ha precisato che "questo si vedra' nei prossimi mesi. Si tratta - ha rimarcato ancora il sottosegretario - di una grande vittoria del nostro Paese, che ha ritrovato credibilita' con le riforme fatte e forza grazie al voto delle ultime elezioni europee. Il Governo Renzi andra' avanti con le riforme, secondo il sottosegretario, per "eliminare alcune incrostazioni". Nel suo intervento, presente in sala il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha toccato l'argomento dei provvedimenti che riguardano gli enti camerali: "il momento del passaggio e' sempre traumatico, perche' qualcuno si sente giudicato, ma - ha spiegato Delrio - non e' cosi'. Non siamo convinti che le Camere di Commercio siano inutili; non siamo convinti che i corpi intermedi siano inutili, stiamo facendo un altro ragionamento, ovvero liberarci di alcune incrostazioni, di modi di fare classici, di ripensarci insieme. Non c'e arroganza in questo modo di fare - ha tenuto a precisare Delrio - ma ci sono i volti dei giovani disoccupati, delle imprese che aspettano risposte, di un Paese che deve ritrovarsi. Noi vogliamo attaccare con molta forza i privilegi, scommettere sulle intelligenze, sulle competenze delle persone, sulle comunita' locali. Vogliamo trasmettere l'idea di non piangerci addosso, ma di far rinascere una stagione creativa".
FASSINA, CONCLUSIONI VERTICE PREOCCUPANTI E INADEGUATE
"Nonostante l'impegno e la determinazione dell'Italia, le conclusioni del vertice di Bruxelles sono preoccupanti in quanto drammaticamente inadeguate alla gravita' della situazione dell'euro-zona". Cosi' su Facebook il deputato del Pd, Stefano Fassina, che sottolinea critico: "L'austerita' flessibile e' stata gia' pratica in questi anni. L'austerita' e' dovuta essere flessibile perche' non ha funzionato: gli obiettivi sono sempre stati mancati perche' l'austerita' distrugge l'economia reale". Secondo Fassina, quindi, "le conclusioni del vertice raccontano un miglioramento inesistente del quadro macro-economico: purtroppo, per l'euro-zona - prosegue - la prospettiva e' di deflazione e di ristrutturazione dei debiti pubblici. La Bce e' cosi' convinta della ripresa in corso che supera le resistenze della Bundesbank e avvia un allentamento monetario senza precedenti. Ma per la ripresa, la politica monetaria non basta. E' necessaria una radicale inversione di rotta di politica economica per sostenere domanda, investimenti pubblici, interventi contro la poverta', redistribuzione del tempo di lavoro. Qualche decimale di sperato allentamento di obiettivi di deficit comunque irrealistici non consente di frenare l'emorragia di lavoro e l'aumento del debito pubblico". .
Cig in deroga, Poletti: no ad accordi oltre agosto
Ultimi giorni per trovare un accordo sulla durata della cassa integrazione in deroga. Il ministero del Lavoro ha invitato ieri le Regioni e le Province autonome a non stipulare accordi per la concessione della Cassa Integrazione in deroga che superino gli otto mesi nel 2014. Kamsin E' quanto si legge in una nota del Dicastero di Via Veneto indirizzata agli assessori, nella quale precisa che non si è ancora concluso l'iter di emanazione del decreto che prevede nuove regole di concessione della cassa in deroga. Per quanto riguarda la concessione dei trattamenti di mobilità il Ministero chiede di non superare i limiti massimi di fruizione previsti dal decreto (7 mesi, 10 al Sud). A partire dal 2017 infatti la cig in deroga è destinata infatti ad esaurirsi.
Con la missiva si supera così la scadenza del 30 giugno, oltre la quale le Regioni non avrebbero potuto accettare nuove richieste di cig in deroga legate ad accordi sindacali.
Con la nota il ministero sposta così fino a fine agosto, un margine che dovrebbe aiutare le parti ad una riflessione sui nuovi requisiti di concessione degli ammortizzatori in deroga, ritenuti eccessivamente restrittivi. Intanto resta aperto il nodo dei finanziamenti di questi strumenti: non è ancora stato formalizzato il decreto ministeriale che stanzia i 400 milioni necessari per chiudere la coda delle deroghe del 2013, mentre per l'anno in corso la legge di stabilità ha stanziato 600 milioni, a fronte di una necessità stimata dalla Regioni in non meno di 2 miliardi.
Dura la risposta dei sindacati. "Lancio un appello: non firmare e fermare subito il decreto perché per le notizie che abbiamo si tradurrebbe nel fatto che tanti lavoratori, che oggi sono in Cig in deroga o in mobilità, perderebbero immediatamente il diritto. Sarebbero messi in discussione gli accordi che ci sono con il rischio che tutto questo si traduca in migliaia di licenziamenti nel paese". E' quanto ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
Zedde
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Esodati, la sesta salvaguardia in aula dal 2 Luglio
Slitterà al 2 Luglio a Montecitorio il provvedimento per la sesta salvaguardia degli esodati annunciato due giorni fa dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Ed entro giovedì sarà licenziato dall'aula, se necessario anche in seduta notturna. Kamsin E' quanto ha stabilito Giovedì il presidente della Camera, Laura Boldrini, che indicato che questo è un "primo passo per fornire garanzie a tanti lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione, a causa di un meccanismo pensionistico che non li ha tutelati". Il governo accelera dopo tanti mesi di inazione e dopo le richieste delle migliaia di lavoratori che oggi si trovano in difficoltà a causa della Riforma Fornero del 2011. Il progetto di legge andrà al voto già il 3 luglio come confermato dalla conferenza dei capigruppo. "Queste persone chiedono una soluzione per avere ciò che gli spetta: un reddito dopo una vita di lavoro. Spero che la prossima settimana tutte le forze politiche dimostrino l'impegno necessario per raggiungere l'obiettivo che migliaia di famiglie attendono da troppo tempo".
La Sesta Salvaguardia - Il provvedimento presentato dal governo dovrebbe estendere le esistenti salvaguardie spostando il vincolo della decorrenza di un anno, dal 6.1.2015 al 6.1.2016. I nuovi salvaguardati sarebbero così individuati: a) lavoratori in mobilità (5.500 soggetti); b) prosecutori volontari (12.000 soggetti); c) lavoratori cessati per accordi individuali o collettivi, licenziati individuali (8.800 soggetti); d) lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili (1.800 soggetti); e) cessati da un rapporto di lavoro a tempo determinato (4mila soggetti). Per un totale di 32.100 nuovi salvaguardati di cui però 24mila vengono recuperati dalla seconda salvaguardia e dalla quarta salvaguardia e i restanti 8mila sono finanziati con nuove risorse.
È proprio il nodo delle coperture quello più difficile da sciogliere. «Abbiamo realizzato risparmi per 24.000 posizioni non utilizzate nelle precedenti salvaguardie e abbiamo allungato di un anno la tutela per tutti - ha spiegato Poletti -. I nuovi stanziamenti ammontano a 137 milioni per il 2015 e 119 per il 2016, che arrivano dal fondo per l'occupazione del ministero del Lavoro e che il governo ripristinerà nella Legge di stabilità». Sarà proprio all'interno della Legge di stabilità che saranno affrontati i restanti nodi da sciogliere, con dispositivi specifici per le diverse tipologie e dando la priorità alle situazioni «socialmente più esposte», ha indicato Poletti.
Zedde
Pensioni, Poletti: entro l'estate pronto un intervento strutturale
E' arrivata la conferma ieri che il ministero del Lavoro ha intenzione di rilanciare l'ipotesi del "prestito previdenziale" per garantire un anticipo dell'età pensionabile per quei lavoratori che, per diverse ragioni, non riescono ad accedere alle salvaguardie. Kamsin Un'operazione che dovrebbe costare allo Stato intorno ai 3-400 milioni l'anno e che potrebbe essere coperta attraverso il blocco della perequazione per le pensioni di importo piu' elevato. L'Inps ha stimato che al prestito potrebbero essere interessate dalle 20 alle 30 mila persone l'anno, soggetti che hanno perso il lavoro dopo il 2011 e che sono rimaste senza tutele per diversi anni prima di poter maturare il diritto a pensione, secondo i nuovi requisiti.
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha infatti indicato che nella legge di Stabilità, a cui inizierà a breve a lavorare, si cercherà di inserire interventi strutturali: "andranno innanzitutto affrontate le situazione di maggiore emergenza sociale, situazioni che tecnicamente non sono definibili come esodati, ma che rappresentano persone che perdono il lavoro o hanno perso il lavoro e che con gli ammortizzatori sociali non arrivano a raggiungere la pensione". Il governo rilancia dunque una soluzione ponte che permetta a quelle categorie di ricevere un sostegno al reddito prima di aver maturato i requisiti per l'accesso alla pensione.
L' idea è, appunto, quella del prestito previdenziale: il lavoratore riceverà una parte minima della sua pensione che poi si impegnerà a ripagare allo stato tramite un micro-prelievo sull'assegno pensionistico una volta conseguita la pensione. Una soluzione soprattutto strutturale in grado di assicurare maggiore stabilità al sistema e di tutelare tutti coloro che non possono fare parte delle salvaguardie perchè hanno perso il posto di lavoro dopo il 2011.
Nella prossime legge di stabilità sarà prestata particolare attenzione anche a tutte le situazione piu' problematiche, compresa la proroga dell'opzione donna, il tema dei quota 96 della scuola e i macchinisti. Parola di ministro.
Zedde
Tasi, Anutel: Mef chiarisca il pagamento in caso di comproprietà
Il contribuente “normale” che si è dibattuto se pagare o quanto pagare la Tasi non immagina i quesiti che suscita il tributo nelle “accademie” che analizzano e studiano la materia. L’ Anutel (Associazione Nazionale Uffici Tributi Enti Locali) con una continua attività di ricerca ha approfondito la conoscenza del tributo e fa le pulci ad alcune risposte del Mef a quesiti dei contribuenti. Kamsin Si inizia sulla assenza nella normativa di riferimenti relativi alla “decorrenza “ e al tema dell’ “obbligazione solidale unica”.
Il Ministero aveva individuato alcune linee guida da seguire. Ad esempio nel caso di comproprietà ognuno dovrebbe pagare la quota in base alla detenzione temporanea (numero di mesi di possesso del bene). Sembra logico. No!! Perché come riferito manca la norma che preveda calcoli in base a decorrenze mensili o bimestrali.
Il tema dell’ obbligazione solidale unica si pone allorchè in caso di comproprietà, un solo soggetto dichiara la sua quota come abitazione principale. Per il Ministero ognuno dei comproprietari paga in base alla propria quota e applica l’ aliquota secondo la propria condizione soggettiva. Una interpretazione dell’ Anutel prevede che per il principio della solidarietà tutti i possessori siano tenuti in solido al pagamento del tributo. Perplessità inoltre vengono esposte sul concetto di unicità di destinazione che si manifesta in molti casi concreti.
Altri dubbi hanno suscitato le indicazioni relative alla definizione di “abitazione principale”soprattutto per alcune disposizioni che si sono seguite in breve tempo. Si tratta del dl 102/2013 e della legge 147/2013 rispettivamente dell’Agosto e del Dicembre dello scorso anno. Il principio che la legge più recente prevalga sulle precedenti non deve tuttavia dare luogo a perplessità:vale quanto previsto dalla legge 147/2013.
Infine, secondo il Ministero è’ l’ ex coniuge, che dovrà versare la Tasi in quanto si può equiparare la normativa Imu a quella Tasi, mentre per l’ Associazione manca l’ apposita norma in quanto il dl 16/2012 Art.4, comma 12 quinquies prevede l’ applicazione per la sola imposta municipale.
Zedde