Rossini V

Rossini V

Franco Rossini, già avvocato ed esperto in diritto del lavoro e della previdenza collabora dal 2013 con PensioniOggi.it. 

Sottopongo la problematica che sta attanagliando mio marito. E' nato il 25.04.1952. Il 11/11/1974 è stato assunto dall'ex Banco di Roma, oggi Unicredit, dove ha prestato servizio fino al 31.12.2008. Dal 1/1/2009 è iscritto al "f.do di solidarietà di settore" previo accordo stipulato il 3/8/2007. INPS-Roma, con sua nota del 27/3/2009 comunicava liquidazione mensile di assegno straordinario per il sostegno al reddito con cessazione di tale corresponsione dal 1/1/2013, data entro la quale avrebbe maturato i requisiti per la pensione. In data 30/7/2012 l'INPS di Campobasso informava:"lei risulta tra i possibili beneficiari della recente normativa dei lavoratori salvaguardati". Approssimandosi la scadenza (31/12/2012) della liquidazione dell'assegno di sostegno e la data per poter fare domanda di pensione, stamane si è recato all'INPS di Campobasso e il responsabile preposto gli ha riferito che sono ancora in attesa di disposizioni. Considerato che gli assegni straordinari per il sostegno al reddito sono erogati dal Fondo per un massimo di 60 mesi (art.5 comma 3 D.M. 28/4/2000 n.158) e tenuto conto che mio marito, fino al 31/12 p.v. ne avrà beneficiato per 48 mesi, gentilmente, Chiedo:
- il 1/1/2013 avrà i requisiti per la pensione? Quindi potrà inoltrare la relativa domanda?
- dovrà fare domanda al Fondo per chiedere la proroga per altri 12 mesi della liquidazione dell'assegno straordinario? Anna

Si conferma il possesso dei requisiti per il mantenimento delle regole di pensionamento vigenti al 6 Dicembre 2011 (art. 24, comma 14, lettera c) del Decreto legge numero  201 del 6 Dicembre 2011). In questo caso la data di effettiva percezione del primo rateo verrà tuttavia ad essere spostata in avanti di alcuni mesi rispetto a quanto originariamente previsto (1.1.2013), questo per effetto dell'applicazione del nuovo regime di decorrenza in vigore dal 1.1.2011 (le cd. finestre mobili).

La conferma definitiva di poter accedere con le vecchie regole e le modalità di inoltro delle relative domande dovranno essere comunicate dall'Inps sulla base di una graduatoria in corso di formazione dall'istituto.

Quanto al secondo quesito si ricorda che il marito può ottenere la proroga dell'assegno di sostegno al reddito ai sensi dell'articolo 12, comma 5-bis del decreto legge numero 78 del 31 Maggio 2010 convertito con legge 122/2010 e successive modifiche ed integrazioni. La proroga coprirà le mensilità di slittamento tra la finestra originaria del 1.1.2013 (data in cui cessa l'assistenza del Fondo di Solidarietà di settore) e quella nuova come determinata dalle cd. finestre mobili (cioè 12 mesi di posticipo rispetto alla data in cui si perfezionano i requisiti per la pensione). Per l'assistenza tecnica per accedere a questo beneficio si consiglia di rivolgersi ad un patronato.


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Esodati, lavoratori in mobilta'

Lunedì, 12 Novembre 2012

sono dipendente telecom italia e sono stata contattata per la mobilità in base all'accordo del 4 agosto 2010 c/o il ministero dello sviluppo economico con i sindacati e sottoscritta dal ministro del lavoro e dal vice ministro dello sviluppo economico. Sono nata a settembre del 1954. Con le vecchie regole avrei maturato il diritto alla pensione il 2 marzo 2015 e questa avrebbe avuto decorrenza effettiva dal 1 aprile 2016. Ora sono stata contattata per firmare la mobilità dicono con le vecchie regole e dovrei perfezionare il tutto entro il 31 dicembre 2012. Chiedo se la cosa è fattibile ovvero se potrò rientrare tra coloro che potranno percepire la pensione con le vecchie regole. Carla

Da quanto riporta si presume che l'accordo è stato firmato presso la sede governativa e che i requisiti per la pensione sarebbero maturati entro il termine della mobilità. Ciò consente potenzialmente di fare salve le previgenti regole di pensionamento ai sensi dell'articolo 22, comma 1, lettera a) del Dl 95/2012 che ha esteso la salvaguardia ad ulteriori 55 mila lavoratori.


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Desidero portare alla Vostra gentile att.ne la situazione di chi versa contributi volontari dei quali si fa fatica a trovare informazioni perchè ho l'impressione che siano lasciati in balia al loro destino senza difese, dalle trappole istituite per non dare loro la pensione.
Nel mio caso ad esempio:
- completo a dicembre del 2012 i 40 anni di contribuzione e ora ho 59 anni compiuti
- il 29 dicembre 2007 sono stato autorizzato a versare i contributi volontari dall’Inps
- poi da febbraio a giugno 2008 ho lavorato (5 mesi versando i relativi contributi Inps)
- poi dal 1 luglio 2008 sto continuando fino ad ora a fare i versamenti volontari
Fino a giugno del 2012 potevo andare con i 40 anni con la finestra dei 18 mesi ma poi con l'ultima legge di luglio (non ricordo la data esatta) hanno posto il paletto che dalla data della autorizzazione ai versamenti volontari non devi aver più lavorato un giorno!
Mentre io ho lavorato quei fatidici 5 mesi nei primi mesi del 2008.
Ora con questa variazione ultima ne chiedono 42 anni di versamento + aspettativa di vita!

La beffa è che per i prossimi 2 anni e + più, l'Inps continua a chiedermi un aumento anche degli importi dei versamenti volontari per poi calcolare un importo di pensione che sarà più basso dell'attuale!!!.
Trovo molto ingiusto tutto questo perchè i soldi dei contributi l’Inps li ha sempre ricevuti da parte mia e anche per i 5 mesi che ho lavorato!
Sarà possibile rivedere la clausola capestro di aver lavorato per un breve periodo durante i versamenti dei contributi volontari? Possibile che persone intelligenti che guidano il nostro paese creino una situazione così iniqua per le famiglie dopo aver lavorato e versato intensamente per ben 40 anni, mentre molti attuali pensionati non hanno versato contributi per così tanto tempo e magari da anni si godono una grossa pensione e molti con importi definiti "pensioni d'oro"?

Mi fa piangere quando sento gli esponenti politici che dicono che non ci sono risorse: basterebbe livellare con un tetto massimo le pensioni attuali ed eliminare le spese di mezzi militari di aerei e navi da guerra e tutto ciò che ci va dietro. Pur pagando gli stipendi agli attuali militari che stiano a casa con le loro famiglie, agli italiani si libererebbero enormi risorse ad esempio per pagare le pensioni a chi ha già dato. Fausto Giovanni

La situazione è purtroppo ben nota. Il decreto interministeriale firmato lo scorso 1° Giugno ha imposto, con riferimento agli autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione, la necessità di non aver ripreso alcuna attività lavorativa successivamente al conseguimento dell'autorizzazione come condizione per poter mantenere (potenzialmente) le previgenti regole di pensionamento. Si tratta di un vincolo contestato da tutte le forze politiche ma tutt'ora ancora valido.

Attualmente in Parlamento sono stati presentati diversi emendamenti alla Legge di Stabilità per estendere la salvaguardia anche al caso di specie. Rimane da vedere se queste proposte riceveranno luce verde da Camera e Senato.


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Credevo che la situazione per me che rientro all'interno dei nuovi 55 mila si fosse risolta. Invece sia all'Inps che al Patronato mi hanno detto che è tutto bloccato perchè il decreto attuativo per i 55 mila salvaguardati non è stato pubblicato in Gazzetta. Stupito leggo quindi l'appello della deputata del Pd Codurelli: "Ancora non c'è traccia del decreto sui 55.000 esodati firmato lo scorso 5 ottobre. Dopo il decreto dei 65000, rimasto 2 mesi e mezzo bloccato negli uffici, siamo alle prese con un 2° decreto fantasma che ancora non ha visto la luce lasciando nell'incertezza più totale migliaia e migliaia di persone. Ci si chiede ancora una volta: perchè non viene pubblicato?". Mi chiedo: ma è davvero così. Ci prendono in giro?  Francesco da Cassino

Purtroppo è corretto. Il decreto sui nuovi 55 mila salvaguardati, firmato lo scorso 5 Ottobre dai ministri Grilli e Fornero secondo quanto riportato da diverse agenzie di stampa, non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.


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Mia moglie, ex dipendente Telecom, sulla base di accordi Azienda/Governo (4/8/2010 Min. Sacconi) é stata esodata dalla Azienda il 30/9/2011 con 33 anni e 9 mesi di contributi e con 56 anni compiuti sempre a settembre 2011. In tempi quindi non sospetti (precedenti alla legge Fornero). La mobilità (48 mesi) è iniziata il 15/12/2011, inoltre l'Azienda gli ha corrisposto un contributo economico a copertura di ulteriori 15 mesi (12+3) a fronte del calcolo relativo alle aspettative di vita (riforma precedente alla L.ge Fornero) , pertanto con la precedente riforma avrebbe maturato il diritto alla pensione dal 1 gennaio 2017 con l'età anagrafica di 61 e 3 mesi (la Fornero in seguito aggiunge ulteriori 3mesi). Recentemente l'INPS ha espresso parere negativo, a seguito di richiesta di inserimento lista Salvaguardati inoltrata tramite Patronato. In attesa o nella speranza di ulteriori provvedimenti correttivi da parte del Governo, mia moglie ora si troverà nella situazione di coloro che probabilmente non saranno salvaguardati. Quali sono effettivamente le prospettive o le considerazioni da fare? Esiste una qualche norma o circolare ministeriale che depone a favore di mia moglie?

La signora potrebbe al limite beneficiare della disposizione contenuta nel messaggio inps numero 13343 del 9 agosto 2012 secondo cui i lavoratori in mobilità ordinaria e cessati entro il 31.12.2011 che per effetto dell'adeguamento alla speranza di vita si troverebbero a maturare i requisiti per il pensionamento dopo la scadenza della mobilità risulteranno comunque salvaguardati attraverso l'adozione di provvedimenti ad hoc

Se infatti non fosse applicata la speranza di vita (3 mesi dal 1° Gennaio 2013) il diritto alla pensione di vecchiaia sarebbe maturato nel mese di Dicembre 2015 con l'età di 60 anni e 3 mesi. Se la signora fosse quindi nata entro la prima metà del mese di settembre del 55 avrebbe potuto maturare il diritto alla pensione anche entro il termine dell'indennità di mobilità (15.12.2015 si presume) e rientrare tra coloro che nei prossimi tempi potranno beneficiare della disposizione sopra citata.

In caso contrario non potrebbe, allo stato attuale, essere inclusa. Si ricorda tuttavia che i contorni, i limiti e le modalità attuative della predetta disposizione non sono stati precisati dall'Inps e quindi si attendono delucidazioni ufficiali al riguardo.


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